Il silenzio della neve ha
una sua voce,
già si avverte all’alba
a finestre non ancora
spalancate.
È un mistero che non si sa
spiegare.
Quando nevica i tempi li
detta un altro
si ferma il mondo, non si
può aver fretta,
un po’ come vivere a
Venezia.
Contrattempi e disagi a non
finire
blocchi stradali, arti
rotti, auto nei fossi
appuntamenti e programmi disattesi,
ma come per miracolo affiora
l’altra faccia:
mentre si imbiancano borghi
e strade
qualcosa di nuovo vibra
nell’aria
una luce diversa che sa di
un’altra luce,
io non so che sia, da dove
nasca l’allegria,
questa manna bianca che Dio
regala.
La gente guarda dalle case,
dai terrazzi
quanta più neve si posa su
tetti e rami
più l’aria si fa sospesa e chiara
negli occhi di chi si
incontra, una tregua
differiti gli impegni, la
gente respira rilassata
saluta, ha voglia di
scherzare
e le scuole chiuse, i
ragazzi a rincorrersi
con risate a cui non si è
più abituati,
visi sciolti in sorrisi e
vecchi come a carnevale
con abbigliamenti strani,
scarpe di guerra
copricapi assurdi estratti
dai fondi dei bauli
quelle distese vergini e
bianche
la tentazione di violarle
in pazze scorrerie,
ma anche di lasciarle
intatte, da guardare.
Se l’inferno si prefigura
con fiamme e fuoco
in paradiso, ne sono certo,
ci sarà la neve.
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