sabato 29 ottobre 2011

Su Financial di Alberto Mori


recensione di Oronzo Liuzzi


L’immenso teatro della vita. La moda. L’economia. Finzione. Funzione. Le strategie. Sviluppo. Il grande urlo della realtà. I passi della performance.
Siamo continuamente immersi e attratti e abbagliati e trafitti dalle leggi di una economia che “traccia Money Design”. Siamo. Alberto Mori. Financial.
Racconta e ci trasmette le vicissitudini dei “Gesti umanati in questo atrio bancario”.
Tutto quello che la lingua articola mediante simboli e manovre diventa espressione comportamentale “Con estratto conto in mano”.
Gesti preparatori e varianti fonetiche si susseguono con ritmo frenetico e senza incertezza di pausa nella poetica del pensiero di Mori.
Mediante la sua scrittura che non ha niente in comune con il passato e tramite il legame tra significante e significato il lettore riesce a cogliere l’essenza di invisibili ombre e lo schema dei fondali e il gioco delle parentesi e le componenti di una rovina e la trasformazione della storia e l’informale di una conoscenza dello “Zerbino danaro sonante”. Financial.
La pseudosoggettività della comunicazione si raggela all’idea di un progresso sempre più impoverito “mentre immagine dissolve”.
Scritto asciutto minimalista Alberto Mori distribuisce sulle pagine con consistenza e coerenza gli elementi materici che costituiscono l’asse portante della forma linguistica avanzata e progressista per una articolazione intesa come esigenza possibile del nostro tempo “profughi in fuga dal portafoglio”.
Il senso si annuncia con lo scopo di suscitare riflessioni con un impatto imprevedibile del gesto “Dissolve il corpo solvente”. Financial. Alberto Mori.

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