Enzo Rega Indice dei luoghi, Poesie da viaggio (e d’amore)
di Antonietta Gnerre
Indice dei luoghi, Poesie da viaggio (e d’amore) – Edizioni Laceno, Atripalda (AV), 2011, collana Scrimia, diretta da Armando Saveriano con nota critica di Pasquale Gerardo Santella – è l’ultima opera del poeta, scrittore, critico letterario e filosofo, Enzo Rega. Una raccolta in versi che analizza il bene prezioso dei luoghi come inno alla parola e all’incanto del viaggio. Le luci e i colori sono contenuti nel magico sguardo dell’autore come controluce di tante sezioni che accompagnano un mosaico letterario più grande di quello che appare. Scrive Pasquale Gerardo Santella, nella sua brillante nota critica: “(…) linea e cerchio sono gli equivalenti del fare poesia di Enzo Rega. Vale a dire l’intersezione, accordo o contraddizione che sia, tra la dimensione orizzontale, che comporta l’apertura, l’attraversamento, l’avventura, l’incontro con l’altro da sé, il rischio della perdita, e la circolarità, che richiama la chiusura, il ritorno, la stabilità, il ripiegamento su se stesso, il ritrovarsi.”
• Bisognerebbe intendersi •
Bisognerebbe intendersi
sulla parola
«immagine».
No?
Se, ad esempio, indica per noi
la copia fedele del mondo,
il ritratto immodificabile del suo volto,
oppure sia
vera Imago Dei.
O resti slancio in avanti (o indietro)
della fantasia:
l’immaginazione, insomma.
Ma c’è un luogo, una soglia,
in cui le due cose sono una.
Prendiamo l’immagine fotografica (cinematografica)
e il suo scarto
rispetto alla faccia attuale della realtà.
La rappresentazione vi diventa fantasma.
Il fotogramma come Imago Dei.
(p.17)
• Confrontare due luoghi •
Confrontare due luoghi,
a favore dell’uno o dell’altro,
è banalità.
Ma senza di esse
finiremmo nel silenzio,
e resterebbe non detto
anche ciò che conta.
(p.20)
• Nebbie di laguna •
la giovane guardandomi
sfacciata spudorata
dall’altra parte del florian
quant’è brutto questo
lo so i capelli spettinati
la barba incolta
gli occhiali spessi
ma per troppa umidità
esterna l’interno umore
appena patisce quasi
trascorrendo sull’
acqua come via
le donne belle che
pure m’amarono
(nonostante tutto)
scivolarono via
portandosi i loro occhi
indecifrabili come lo
sguardo nebbioso della laguna
(p. 50)
• Del tuo coraggio •
Del tuo coraggio
come dice il tuo nome
giudice sarà solo il dio
del quale realizzi i sogni.
Costretta dalla vita a vincere
(un casco i biondi capelli e
nell’altro dei nomi il motivo
della disperata vittoria),
il sogno poi è un regalo di vita
ai figli
e l’amore
nonostante tutto.
(p. 67)
• Itinerario •
(In una ricapitolazione di luoghi)
Non sapevo allora
partito da
questa
stanza
alle spalle al Vesuvio
(già abbandonata e poi ritrovata)
– controcampo rispetto a Napoli
(qui in fondo alla campagna
ai piedi delle montagne)
partito per arrivare alla città falce
sullo stretto
– con l’Etna controcampo all’altro vulcano
– il mare ritrovato (quello perso un giorno)
a parlare del poeta occhio di cinepresa
scarne inquadrature scarno volto sofferto novecento
non sapevo
dell’isola delle correnti
dove approdai al tuo sorriso
sotto gli occhi grandi
caldi
e prima le maschere barocche di Noto
e Ibla magnifica e nobile
calda pietra del sud
e Ortigia soprattutto punta protesa
a oriente
(Ragusa Siracusa come un gioco di parole)
nella città dei tiranni dei matematici dei filosofi
ma poi appunto più giù
punta
la punta a mezzogiorno
laddove
come le correnti – vedi dicevi i colori diversi delle acque
noi io e te ci incontrammo
per mescolarci
e scambiarci il sangue
e il sale
salario delle mia della tua (della nostra) vita
(pp. 79- 80)
• Cefalù •
La bambina con la gonna scozzese
che giocava sotto la frangetta nera
quasi dirimpettaia,
fatta salva l’estensione d’un mare ch’unisce,
ho ritrovato nel suo passato
e nel nostro presente
dall’altra parte del Tirreno
– fossi io a Genova a Napoli
e con i suoi occhi di allora di oggi
ho visto sotto il monte
(kefalé, testa che sorge dall’acqua)
le guglie del Duomo
nave pronta a essere varata
come quelle di Liguria, diceva il poeta
(p. 83)
• 48 Doughty Street •
Dalle case in mattoni scuri
s’affacciano interrogative le finestre
era l’ottocento di grandi speranze
in concorrenza con fumo e sporcizia
nell’industriosa città tentacolare industriale
(la city antico mercato di vere cose ora spaccia
numeri di fumo, fumo di Londra o di Wall Street)
– da lì in dispense settimanali partiva
il piccolo manipolo di ingenui curiosi
per annotare sul taccuino il genere umano
e su quel tavolino sotto la finestra
muoveva i suoi passi il piccolo orfano e tutti i
compagni immaginari personaggi veri
personaggi immaginari compagni veri
del nostro comune amico Charles Dickens
(p. 91)
• Vita •
La vita ci ha portato qui
e lei è con me
nel letto davanti alla finestra
che s’apre nelle nostre notti
su Notting Hill come colline
da sormontare nei sogni
e davanti alla culla che ospitò il neonato William
e allo scrittoio su cui si curvò l’instancabile Charles
e nella casa e sulla tomba degli esuli Sigmund e Karl
e nell’ansiosa passeggiata lungo lo Strand
e Fleet Street con rima interna (tutto volendo ricongiungere)
e sulla curva degli anni lungo la linea del tempo;
e mentre il battello va per Little Venice
dorme sulla mia spalla (non la sveglierò, le descriverò
tutto dopo) il mio genio personale Vita
(p. 98)
• Via Lampedusa, Palermo •
Solo le mura
materico vuoto involucro
tanto rimase
sotto le bombe
cielo di qua e di là
inquadrano le finestre
sotto la volta del cielo
si muovono i ballerini
dell’interminabile valzer
tutto cambia per restare
uguale, diceva il Gattopardo
tutto si ripete si ripete
(come i giochi del potere)
tra quelle
mura
(p. 105)
Enzo Rega, nato a Genova nel 1958, risiede a Palma Campania (Napoli) con frequenti soggiorni a Siracusa dopo un decennio trascorso a Bergamo. Laureato in Filosofia all'Università "Federico II" di Napoli con una tesi su Heidegger interprete di Nietzsche, insegna Scienze Umane nel Liceo classico del suo paese e collabora con l'Ateneo di Salerno e ha collaborato con l'Università "Suor Orsola Benincasa" di Napoli. Scrive sulle maggiori riviste letterarie "L'Indice dei libri del mese", "Gradiva" (New York), "La Mosca di Milano", "Sinestesie" e su "Quaderni di Cinemasud". Ha pubblicato di narrativa: Le albe inutili (C.E. Menna, Avellino 1980); di poesia: Acroniche angolazioni (Forum, Forlì 1982), Ishtar (Scuderi Editrice, Avellino 2003); di saggistica: Introduzione a Vincenzio Russo, I pensieri politici (Loffredo, Napoli 1999), Berlino e dintorni. Arte, cultura e vita nel Novecento (Edizioni 'Il Grappolo', S. Severino, Salerno 2001), A colloquio con i poeti (con Carlangelo Mauro, Stango Editore, Roma 2003), Il cinema come fenomeno sociale (con Pasquale Gerardo Santella, Loffredo, Napoli 2005). Indice dei luoghi. Poesie da viaggio (e d’amore) – Edizioni Laceno (AV) è il suo ultimo lavoro.
1 commento:
Poesie che coprono uno spettro comunicativo
molto ampio, dalle piccole riflessioni, quasi aforismi, quasi
epigrammi, alle composizioni di più intenso e acceso lirismo: con un
linguaggio ricco di accenti e di memoria, tra Quasimodo e il Montale di
Satura. Emozioni e pensiero, non solo fotografie di frammenti di vita:
come nei casi migliori.
Francesco Fioretti
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