mercoledì 5 maggio 2010

a Vincenzo D’Alessio, poeta del Sud

di Emilia Dente


I passi poetici di Vincenzo D’Alessio – poeta meridiano e meridionalista – segnano il percorso pietroso di un Sud che ancora, sempre “ha sapore / di ruggine e tradimenti”. I versi, impasto solare di dolcezza, ardore e rabbia, raccontano la storia antica di un territorio, reale ed ideale, martoriato da troppi mali, offeso da troppi oltraggi e, nel sapiente intreccio delle parole che sono battito vitale, accolgono l’urlo silenzioso del dolore e dell’ingiustizia e si fanno voce profonda e mesto canto. Tante le sillogi poetiche dalessiane che hanno impreziosito la produzione poetica irpina, tanti gli infuocati versi di lotta e di passione, importanti gli scritti in cui egli si rivela savio custode della memoria e gli articoli in cui è attento e sagace cronista della realtà contemporanea; originali sono infine i profili critici del Nostro da cui traspare quella capacità di empatica auscultazione dell’animo umano che appartiene agli spiriti più elevati. Nella messe del mezzogiorno abbondanti maturano le parole seminate come grano verde nel cuore dei ragazzi, degli studenti, dei giovani meridionali cercati, chiamati e coinvolti nelle idee progettuali da lui proposte; interessanti gli eventi socio-culturali realizzati nel territorio irpino dal Gruppo Culturale “Francesco Guarini”, da Vincenzo fondato nel lontano 1976, e sempre incoraggiante il suo abbraccio solidale e sincero che ha sostenuto i giovani poeti locali affratellandoli nel Manifesto dei poeti irpini, da egli stesso redatto nell’aprile 1997 e sottoscritto dai tanti solisti irpini che, per sua iniziativa, si sono uniti in un coro inneggiante alla Libertà e alla Vita.
Nello sguardo limpido degli occhi azzurromare che vegliano il cammino sono gemmate le profonde e sane radici di tanti figli minori che si dissetano alle sorgenti della Poesia e per trenta anni ha rischiarato il loro passo la luce fulgida di un Premio Nazionale di Poesia, il “Città di Solofra”, frutto dell’impegno di D’Alessio, coltivando nelle brune zolle meridionali, un germoglio animoso di rinnovamento e crescita culturale,
Una strada impervia, irta di faticosi pendii ed alti dirupi e, solo a tratti, assolata in campi ubertosi e verdeggianti, un coraggioso viaggio che, al traguardo dei sessanta anni che a breve si compiono, Vincenzo D’Alessio ha attraversato con la tenacia e la forza di figlio di un Sud minato nelle speranze, ma non arrendevole, sofferente ma mai vinto e con l’orgoglio atavico di un padre della terra saggio nello sguardo lungo che abbaglia il giorno che viene e tramanda una ricca eredità di dignità e valori.

Al rintocco del tempo che il cuore scandisce nell’afflato amorevole che a lui ci affianca, l’augurio che piega le nostre labbra arse nel più tenero sorriso ci invita tutti, nel calore della sua voce poetica a “camminare / camminare ancora / fino all’oasi che disseta amore”.


3 Maggio 2010

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