inproprio, Comex srl, via del Caravaggio 15, Milano, 2008
Questa raccolta di Baroukh (Benny) Maurice Assael è caratterizzata da uno stile discorsivo e raffinato, a tratti chirurgico: le immagini sono nitide, le domande argute e salaci e i tratti lirici sono giocati sul filo dell'ironia. Il libro può essere considerato una sorta di diario poetico ed è diviso in due sezioni principali: “A Nyranne” e “Immagini”. La prima si apre con questi versi: che sono anche una dichiarazione di poetica: «Chissà quanti ebrei dormono nel mio sangue / vittime-sintesi di tutte le vittime del mondo / Vissero con la rapidità delle tenebre improvvise / che si buttano a corpo morto sulle montagne, / e interrogarono la terra con l'aratro di una scrittura / enigmatica / (…) / Risuonano ancora i canti diasporici, / (…) / acquattati ragazzo, premi il grilletto, / rompi il silenzio afasico con l'invasione della memoria» (p, 7). Come si può notare il poeta interroga le sue origini ma coinvolge empaticamente il lettore offrendogli immagini penetranti. Ovviamente gli echi biblici sono molteplici: «… delle cose che oggi ti do farai segni / per ricordarmi e nominarmi / quando ti alzerai e quando ti coricherai» (p. 8); «alzarono canti di lutti / sentirono dolore / come la donna che partorisce / abitarono le tende della dispersione» (p. 10); «… se dimentico, che la lingua secca / si attacchi al palato» (p. 11) ecc. Evidenti nel Nostro l'interesse per il mondo femminile, per i sensi, per il “senso” della Storia, per il viaggio (della vita), per la musica… «Se si potesse introdurre nella scrittura / una musica / o un odore / sarebbe più facile / (…) / come descrivere / il sapore di un frutto, / come descrivere un colore mai visto, / il suono di un oboe / (…) / come dire di un pube peloso / invaso di sperma, che sa di lisca di pesce» (Risuonavi come una cantata, p. 16); «A volte sì
hai ragione tu gli amori vanno dismessi, / come abiti lisi. / (…) / Ti illudevi. L'amore liso / se continua a contenere il tuo orizzonte, / ti sazia ancora quando non ti nutre più» (L'amore dismesso, p. 21).
Dalla sezione “Immagini” riportiamo questi intensi, splendidi lacerti di “visioni” (che sono una efficace, emozionante espressione della stessa Weltanschauung di Assael): «Dal tuo viso spuntava un naso fiero / e la fila bianca dei denti / come volessero mordere il vento» (Impromptu au Louxembourg, p, 35); «Ma può un'immagine trattenere / qualcosa di più della memoria?» ( Davanti a una fotografia, p. 39); «Perché certe terre / avvicinandosi il tempo della loro fine / risucchiano la linfa degli arbusti / si corrugano / s'increpano / si lacerano / e si fendono in profonde fenditure / poi lanciano al cielo / sardonici sorrisi / fissi e crudeli?» (Vecchio al giardino, p. 47).
C'è un ultima sezione “Visioni” che contiene solo una poesia che fa il punto sul cammino esistenziale del poeta e non a caso si intitola Biografia. Ne cito due versi: «Non voleva correggere la realtà / Ma mostrarne la contraddizione» (p. 63).
Un'opera, questa di Assael, davvero godibile, intelligente, arguta, ricca di suggestioni, forse limabile in alcune parti liriche un po' diaristiche, ma coinvolgente e vera per quel sotteso tragico umorismo che sa mettere a nudo le cose, i sentimenti, i fatti e le persone (a cominciare dall'autore stesso), il qui e l'oltre… (AR)
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