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Sugli spaesamenti della quotidianità, nel tentativo di dissoluzione dell’ovvio, procede la ricerca di Alberto Mori che dissimulando negli oggetti la propria versatilità da vita a un opera quasi sonora, dove una vitalità rumorosa si pone come controaltare di un osservazione metodica e attenta al “gesto delle cose”. Mori ci rende partecipi dell’accadere delle proprie connessioni anch’esse utensili, strumenti del servire. Un servire che confeziona una realtà dove l’uso diventa necessità e scopo dell’oggetto stesso. Alberto stabilisce una relazione per l’agire, una consequenzialità che delimita tempi e logoramenti, una relazione che colloca nella funzione l’indispensabilità degli oggetti che tramite il loro nome sembrano svelarsi all’utilizzo. “il cavatoppe deriva direttamente dai calzoni bucati”: Objects è tutto qui nell’agilità dell’impiego.
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