La prima opera poetica dell'ateniese Paraskeva getta un sguardo epico (per la profonda conoscenza della tradizione culturale greca) e migrante su tanti aspetti della realtà: la poesia che apre il libro si intitola Xenitià (cioè “migrazione”) e altre Stranieri nella città, Nero di rabbia (una delle poesie a nostro giudizio più belle), Ci vogliono leggi giuste, Io non sono razzista ma…, Storia e geografia. Già questi titoli ci danno un'idea della poetica dell'Autrice che adotta una scrittura evocativa, a tratti salace e gnomica, ricca di echi mitologici: «Nel golfo di Aulide afono e piatto, / il vento strozzato ancora balbetta. / Prima di mezzanotte non si alzerà / mai, prima del sacrificio / ha un impegno.» (Ifigenia, p. 24); «Nei bui, vorticosi abissi / dei tuoi riti inghiottiscimi. / Insegnami lo smarrimento / nei boschi freschi.» (A Dioniso, p. 34).
Se a volte qualche osservazione “giornalistica” un po' scontata o prosastica o troppo legata all'attualità, qualche giudizio contingente o lievemente ridondante appesantiscono alcune poesie, Paraskeva sa raggiungere in quelle più icastiche e sobrie livelli di grande intensità: «Cerco parole digeribili, / (…) / Fra le mani, invece, trovo sempre, / con le mani, invece, / scavo e scovo sempre / le altre, / quelle che lacerano, / e graffiano.» (Chiamami scava-scava, p. 26); «Traslocare fa un effetto goffo. / Scatole chiuse, lettere non lette, libri creduti, appunti persi / e polvere al posto del respiro.» (Traslocare, p. 44); «Il tempo esiste. Si affonda nell'anima / molle. Ancora.» (Times is the Duration of Conscience, p. 46).Un libro che come il Meltemi (vento secco estivo) ha pagine imprevedibili (e per ogni lettore è probabile siano imprevedibilmente diverse) e credo siano queste a restare nella memoria, a scavare nei cuori un percorso che resta.
(ar)
2 commenti:
Caro AAle,
grazie dell'attenzione e della recensione.
Anche tu sei imprevvedibile, chi potrebbe immaginare che "nero di rabbia" ti potesse mai piacere!?
Comunque grazie, ancora. Auguri a te e a chi legge!
Helene Paraskeva
Grazie Helene!
Alex
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