mercoledì 18 febbraio 2009

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Roberta Borsani, Il rosaio d'inverno, Fara Editore, 2009

OGGI DIO NON OSA

DIO PADRE LA NATURA TI AMA

dio padre la natura ti ama

guardala come stacca
dalle braccia esiliate del legno
i piccoli di ciliegio

guardala come sorseggia il cielo
sbrodolando in grembo
guardala come
sprigionando ti chiama
guarda come ti ama

(cosa sono chiedo i fiori
se non ciotole d'incenso?)


NELLA TENEBRA IMMENSA

nella tenebra immensa
di una notte
senza usignolo e
vuota di luna
Tu
m'inviasti parole
con la punta delle dita

sbocciavano
all'improvviso nell'aria
tumide
come marcisi
esalati dalla penombra
dalle mandrie del fiume


PADRE CHE NON SALVI

padre che non salvi
padre che lasci cadere

si assorbono
nel niente le tue strade
come macchie d'acqua
sopra ombrelli di seta

l'orbita
vuota di una stella
estinta
da un milione di anni
è lo specchio morto del tuo gelo
quando scruti
con sguardo implacabile
sopra i sassi
tra i fiori
e discerni gli umani da amare
gli altri destini all'orco

come posso chiamarti
come posso cambiarti
(e sciogliere
la tua stretta di neve
padre che non salvi
padre che lasci cadere


OGGI DIO NON OSA

oggi dio non osa

aguzzi
frammenti d'anima
gli si sono
conficcati nel cuore

si è uccisa una donna

dio non c'era
(e perché
pensava a qualcosa
che si spezza?)

milioni di uccelli gridavano
nell'aria liquefatta
(non sono stati creduti)

si destavano le madri
delle acque di palude
segnando l'aria
di enigmi terribili

oggi
dio non osa
si lascia calpestare
come una pratolina

una donna si è uccisa

ci saranno bisbigli
(quel suo cane
cieco da tempo
forse
l'ha portata lontano...)

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