Things that are worse than death You are speaking of Chile, of the woman who was arrested with her husband and their five-year-old son. You tell how the guards tortured the woman, the man, the child, in front of each other, “as they like to do.” Things that are worse than death. I can see myself taking my son’s ash-blond hair in my fingers, tilting back his head before he knows what is happening, slitting his throat, slitting my own throat to save us that. Things that are worse than death: this new idea enters my life. The guard enters my life, the sewage of his body, “as they like to do.” The eyes of the five-year-old boy, Dago, watching them with his mother. The eyes of his mother watching them with Dago. And in my living room as a child, the word, Dago. And nothing I experienced was worse than death, life was beautiful as our blood on the stone floor to save us that - my son’s eyes on me, my eyes on my son - the ram-boar on our bodies making us look at our old enemy and bow in welcome, gracious and eternal death who permits departure. Cose peggiori della morte Parli del Cile, della donna arrestata insieme al marito e al figlio di cinque anni. Racconti di come le guardie hanno torturato la donna, l’uomo, il bambino, l’uno davanti agli occhi degli altri, “come gli piace fare.” Cose peggiori della morte. Posso immaginarmi mentre prendo fra le dita i capelli biondo-cenere di mio figlio, mentre gli giro la testa prima che capisca cosa sta succedendo, sgozzare lui, tagliarmi la gola per risparmiarci tutto quello. Cose peggiori della morte: questa nuova idea entra la mia vita. La guardia entra la mia vita, la fogna del suo corpo, “come gli piace fare.” Gli occhi del bambino di cinque anni, Dago, che li guarda mentre lo fanno con la madre. Gli occhi della madre che li guarda mentre lo fanno con Dago. E nel mio soggiorno, come un bambino, il mondo, Dago. E niente di quello che ho provato è stato peggiore della morte, il nostro sangue sul pavimento di pietra era bello quanto la vita. Risparmiarci tutto quello -mio figlio che mi guarda i miei occhi su di lui - il montone-cinghiale sopra i nostri corpi noi che guardiamo i nostri vecchi nemici con un inchino di commiato, morte gentile ed eterna che ci permette di andar via. continua su kolibris.wordpress |
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