lettura di Morena Fanti pubblicata in VDBD
Settembre 10, 2008 di morenafanti
È un rovesciare e rivoltare le tasche dell’anima, ciò che Caterina Camporesi ha fatto, scrivendo questo suo ultimo libro Solchi e nodi (Fara editore 2008, pagine 93, 10 euro).
Una scrittura senza veli e senza parole superflue, un darsi in totale libertà, penetrando nei Solchi nei corpi (prima parte del libro), solchi che inesorabili scavano il terreno su cui viviamo e incidono il nostro contorno. I solchi sono segni che il tempo e la vita lasciano sul nostro corpo, sul nostro viso, segni che ci tolgono materia su cui sognare: ” il volto della terra / e il nostro // perde ogni giorno sogni / in cambio di segni…”.
La mancanza di punteggiatura e di maiuscole, rende il verso come poggiato nell’aria e trascina il lettore con slancio, in una fusione totale con Camporesi e i suoi versi:
vene in piena abbandonano la loro pena
lungo ponti allucinati
si coagulano in lampi d’azzurro
accasciandosi in cuori di torba
Sono solchi che segnano il cammino, le strade che percorriamo, e lasciano tracce in cui ritrovare le ombre, quelle visibili anche con gli occhi chiusi: “scialli di nuvole gialle /si smagliano // screpolando scogli / ad occhi chiusi inseguono // sussurri in voluttuose volute / d’intriganti conchiglie”.
Eppure, tra tanti solchi, tra pieghe a volte dolorose, Camporesi riesce a mostrarci
lo stupore nei sensi
l’incanto ad ogni passo
resta bianca la strada
sotto il manto della notte
perché accanto ad ogni solco scuro e ruvido può nascondersi il colore e il profumo di un fiore: “l’amara erba degli addii cresce / accanto a gigli di campo // apre mute bocche di leone”.
Ma nei Nodi del tempo (seconda parte del libro) il verso si asciuga ancora e i verbi si fanno più taglienti, in un legare e raggrumare, ritrovando ferite e sofferenze. Non si nasconde dietro le parole, Caterina Camporesi, non ci addolcisce l’anima con aggettivi superflui o artifizi: “sanguinanti ferite faticano / a lasciare voci nel lago blu // nodi nel tempo / ombre e ambra negli occhi // nel quarzo tra antiche rovine / vene d’oro lumeggiano superfici”.
E ancora:
allarga lo sguardo
la vita esiliata
si ricrea nelle celle del pensiero
sconfinando in distese d’abissi
E nello sciogliere questi nodi, seppur non in modo totale, Camporesi ci accompagna tra dolori vissuti ed espiati, nel tempo che è già passato e che resterà con noi, mostrandoci una possibile visione che è anche espiazione e sollievo: “amare sere slegano parole / ruotano su gerle di vento // annegando in occhi / di notturne ombre // riemergono di giorno / come fili di luna”.
Caterina Camporesi è nata a Sogliano al Rubicone (FC) nel 1944 e vive tra Rimini, la Garfagnana e Roma. Svolge l’attività di psicoterapeuta. Già condirettrice de “La Rocca poesia” e redattrice de “Le Voci della Luna”, è socia di Sinopia (www.sinopiaonlus.org) e collabora con riviste cartacee e on-line come “Fili d’aquilone”. Ha pubblicato: Poesie di una psicologa, Sulla porta del tempo, Agli strali del silenzio e Duende (Marsilio, Collana elleffe, Venezia, 2003). È presente con “La sorte risanata” nell’antologia La coda della Galassia (Fara, 2005) e altre sue poesie sono state inserite ne La linea del Sillaro (Campanotto, 2006).
Ha recentemente pubblicato con Fara la silloge Solchi e Nodi (selezionata al Premio Montano 2008 e terzo premio al Badia di San Savino ) e il saggio “Gratitudine e poesia” inserito ne Lo spirito della poesia.
A Solchi e nodi, la Giuria della XXX edizione del Premio Nazionale di Poesia Antica Badia di San Savino (Pisa) ha attribuito per la Sezione B (libro edito) il terzo premio.
La cerimonia di premiazione si svolgerà sabato 13 settembre alle ore 15.00 presso la Badia di San Savino. Nel corso della cerimonia verrà consegnata gratuitamente una copia dell’antologia che contiene testi dei vincitori e di altri partecipanti.
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