POETESSA DEL MESE
Caterina Camporesi
Caterina Camporesi è nata a Sogliano al Rubicone (FC) nel 1944. Vive tra Rimini, la Garfagnana e Roma. Svolge l’attività di psicoterapeuta. Già condirettrice de «La Rocca poesia», e redattrice de Le Voci della Luna, collabora con Sinopia www.sinopiaonlus.org e con riviste cartacee e on-line come Fili d’aquilone. Ha pubblicato: Poesie di una psicologa, Sulla porta del tempo, Agli strali del silenzio e Duende (Marsilio, Collana elleffe, Venezia, 2003). È presente nell’antologia La coda della Galassia e ne La linea del Sillaro (Campanotto 2006). Si occupa di poesia boliviana. Presente nell’antologia Poesia e Natura (Le lettere, Firenze 2007, a cura di Alessio Brandolini, Martha Canfield e Ivano Malcotti) e nell’antologia “Vicino alle nubi sulla montagna crollata” (Campanotto 2008, a cura di Luca Ariano ed Enrico Cerquiglini), ha da poco pubblicato Solchi e Nodi (Fara 2008).
e-mail: camporesicaterina@interfree.it
il vento tace frenando i silenzi
nella conca dell’universo
la luna s’eclissa nella sua ombra
al centro del sentiero due voci adolescenti
- in gola i cuori le man tremanti -
parlano ai loro corpi
ritorna l’incanto le stelle
la luna il suo volto ritrova
il mondo s’inonda di nuova innocenza
*
gli amori sono splendenti
nella loro aurora
traboccante di desiderio
sparso a caso nelle pieghe
dell’anima
quella luminosa lancia
d’illusione d’eterno amore
ci rifletterà allo specchio
l’epifania di sole e stelle
e chiunque sancisce
col gesto maldestro
la differenza tra sogno e realtà
resisterà quella cicatrice di luce
-impunita nei testi dei corpi -
a cerchiare il grigio che verrà
*
con in bocca lo schibboleth
lasciapassare dalla doglia alla soglia
oscilli intorno al luminoso cerchio
attenta al sibilo ti lanci al centro
provocando il cenno di accolta
entri nel regno delle croci
piovono sulle labbra chicchi di sole
irrorano di forza il pianto
abbagliano di grazia la forza
al tramonto l’orizzonte si rivolta
voci in cielo migrano in arcobaleni
favole riaffiorano in acque dolci
l’alba risale dalle nebbie
zolle aperte attendono
l’ora della semina
da Duende, Marsilio, Collana elleffe, Venezia, 2003
nostalgie s’adagiano sui fondali di valigie
indugiano ai fianchi di punte innevate
si sfumano nel corazón de los Andes
sfiorando l’abbraccio di nuvole in fuga
anonime onde concordano voci
replicano nel lampo l’irrepetibile
fulmineo parla l’eterno
frantumando oscurità
piccole fiaccole animano presenze
donano sapienza ai passi in blancos caminitos
straripanti visioni s’inseguono
addensandosi in sogni ed echi di favola
*
dannami e ancora donami
il bosco la corsa e il pettirosso
biancaneve e il lupo cattivo
nel gorgo violento
il volo si svela
allunga ali sull’incerto
trottola assetata d’assoluti
sfianchi vuoti sfidando abissi
*
troppo breve la vita
per riempirla
si colma
svuotandola
*
riposa in nidi di melo il vento
culla il ricordo del lungo viaggio
Comitato Internazionale 8 Marzo - Donne del Mondo
Nessun commento:
Posta un commento