martedì 8 aprile 2008

Su Il silenzio della poesia

Caro Alessandro,

mi ha segnalato Antonietta Gnerre l'uscita dell'antologia sul convegno a Francavilla e sono andato su Internet a leggere la tua introduzione... condivido pienamente questo tuo pensiero:

«se la poesia è gratuita, umilmente accolta come una pietra preziosa dal poeta che può (deve) certo lavorarla ma mai possederla, essa può raggiungere tutti e germinare in coloro che hanno orecchi per intenderla… Non credo nelle poesie-diario, autoterapeutiche, celebrative, esistenziali, commemorative o di denuncia: se i versi restano troppo vincolati all’occasione, all’evento o ai sentimenti dell’autore, questi rischia, nel migliore dei casi, di fare un buon esercizio di stile e più spesso di annoiare il lettore.»

Ritengo che una distinzione vera nella poesia, in questo periodo come in altri, è quella che tu descrivi, e potremmo anche parlare della distinzione...tra poesia “utile” e “inutile”, viva e stanca, acuminata e smussata, intuitiva e opacizzata, lungimirante e superata. Non credo invece in suddivisioni geografiche della poesia, anche se i luoghi possono divenire un velato spunto che fa comprendere il prevalere di alcuni contenuti o la riflessione su tali contenuti nella poetica di alcuni autori.

Un saluto affettuoso,
Domenico (Cipriano)

1 commento:

Luka Pottini ha detto...

"L'arte non anticipa mai se stessa."


".....e se non ci arrivi ti sbrana."


http://www.dis-pensa.blogspot.com/