martedì 14 agosto 2007

Sulla poesia di Margherita Guidacci (Anna M. Tamburini)


L’annale numero 5 di «Parola e Tempo» edito nel 2006 da Guaraldi per l’ Istituto di Scienze Religiose “A. Marvelli” di Rimini (a cui si può richiedere), contiene, fra gli altri, un eccellente e avvincente saggio di Anna Maria Tamburini (studiosa di letteratura contemporanea, in particolare dell’opera di p. Agostino Venanzio Reali) su “La Via Crucis nella poesia di Margherita Guidacci / tra preghiera e liturgia” come recita il sottotitolo di questo scritto illuminante sulla poesia mistico/religiosa e al contempo civicamente engagée dell’autrice e traduttrice (Donne, Dickinson, T.S. Eliot…) toscana.
Il titolo non a caso è “Verso la Quindicesima Stazione” (v. foto tratta dalla Via Crucis di Leonardo Rosito commentata dalla Guidacci) e nonostante questa prospettiva escatologica che potrebbe per alcuni risultare inquietante, Anna Maria Tamburini può a ragione affermare che : «Leggere per intero l’opera di Margherita Guidacci può rivelarsi, in verità, un’avventura dello spirito capace di consolare nel nostro tempo così travagliato, e non perché la sua poesia sia di facile consolazione, al contrario, ma appunto perché la parabola esistenziale e l’itinerario poetico, strettamente congiunti, si possono leggere come esperienza di resurrezione dopo la via crucis (…)» (pp. 423-4). Descrivendocene a tutto tondo e con accurati riferimenti al contesto culturale la poetica, Tamburini afferma: «La sabbia e L’Angelo, il suo primo libro di poesie, si presenta assai innovativo alla data del 1946; inizia solennemente, essenziale e lapidario (…) Chi grida sull’alto spartiacque è udito da entrambi le valli. / Perciò la voce dei poeti intendono i viventi e i morti. (…) (p. 429); «La seconda fase della poesia guidacciana (…) è tempo nel quale si sperimenta personalmente l’imperversare di quel mistero d’iniquità che segna l’inizio della storia, nel passaggio dall’eternità al tempo (…) ogni pensiero striscia, privo d’ali. / Sono fango le lacrime, / non specchiano alcun cielo. (pp, 435 e 438); «Ma le opere poetiche più significative sul fronte della poesia civile sono certamente L’orologio di Bologna e La Via Crucis dell’Umanità (e qui Tamburini cita una perspicua analisi di Agostino Venanzio Reali e una memoria della Guidacci stessa); «Margherita è già inferma da oltre due anni quando consegna a padre Massimiliano Rosito questa raccolta [Anelli del tempo], che è una sorta di testamento spirituale. (…) …Margherita ha realizzato compiutamente quell’unità di pensiero e di senso che riconosceva, ammirata, in Eliot e nei metafisici inglesi, incarnando con intatta freschezza l’insostenibile leggerezza dell’essere destinata all’insostenibile gioia. (…) … un cuore umile e puro / non sarà turbato dall’infinito.» (pp. 448 e 449).
Questo frammentario compendio non può rendere l’eleganza e la bellezza empatica di questo saggio critico e ve ne consigliamo vivamente la lettura integrale.

v. anche per-margherita-guidacci-un-incontro.html
http://bit.ly/i6FIuv

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