lunedì 27 agosto 2007

Su Mosse per la guerra dei talenti


recensione di Vincenzo D'Alessio

Anderea Temporelli, alias Marco Merlin, è poeta e critico noto al gran pubblico dei lettori per aver dato vita alla rivista Atelier con sede a Borgomanero (Novara). Poesia e critica munite di molta acribia, che propongono giovani talenti nazionali.
Dando alle stampe, presso Fara Editore, questa summa di poesia e critica poetica, il Nostro ha inteso presentare, ad un pubblico attento e preparato, quanti si sono affermati o sono alla prima esperienza poetica. Il pubblico di lettori di Faranews è tanto esigente e disposto al dialogo con gli autori.
I giovani poeti contenuti nel testo formano un caleidoscopio di voci che fornisce le informazioni “in cuna” della poesia del nuovo millennio. Molti hanno bevuto alle buone fonti dell’ermetismo; degli autori sospinti su nuove strade come Sereni, Caproni, Bigongiari, Luzi, etc. Altri tentano sperimentazioni guardando a Dario Bellezza, Pasolini, E. Sanguineti, Zanzotto, etc. In pochi versi c’è il testamento del ventesimo secolo e l’adolescenza del nuovo.
Non me la sento di parlare di veri e propri “vagiti impercettibili” anche se siamo soltanto agli inizi. Il viaggio a bordo di questa “navicella” carica di parole può superarsi dicendoci chiaramente la verità su quanto componiamo, senza troppi pre-giudizi ma “mediando”, come scrive S. Ritrovato, tra l’opera e il lettore (p. 156).
Molti dei poeti contenuti in quest’opera li conosciamo per i loro blog su internet. Altri, come il salernitano A. Napoli, per l’incontro con la sua poesia a concorsi letterari: come il Premio Nazionale Biennale Cluvium 2006 a cui ha partecipato ed è stato antologizzato.
Ogni poeta è una parte di me stesso, leggendolo; così come è una parte di Merlin per averlo interiorizzato, amato, criticato scomponendo la metamorfica aura del bozzolo del bruco, prima della farfalla che ha preso il volo.
Le mosse sulla scacchiera dei talenti, sorretta da Merlin, somigliano molto a una guerra senza crisi energetiche, che fa ben sperare, poiché la Poesia non è morta, ma viva.
Maggiore attenzione, però, dovrebbe riservare il Nostro alla poesia meridionale, anche se “formatasi a Bologna”.

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