lunedì 25 giugno 2007

Finalmente mio figlio (Paola Castagna)


altre poesie di Paola Castagna qui

Angeli nella valle


Nel risveglio riprendo
una logica trovata

nel viaggio compiuto
tempi della natura
come un Dea
alla quale
si prepara come cena
grano e margherite

un grano bianco
candido
un pasto servito
su di un piatto da portata
d’altri tempi

siamo lavati
profumiamo di verde
mentre i capelli
gocciolano crisalidi

e come pupe di farfalla
ali spieghiamo
nella convivenza
veritiera

nel risveglio riprendo
senza più ombre da gigante

siamo
siamo animali pensanti
stimolo senza virtù
l’ istinto primordiale del Vedere

annusando la tua pelle
cercando sotto la tua ascella
un riparo dal vento
mentre guardi il mare
e senti le onde agitarsi dentro
tocco il tuo pelo
e del mare
ne sento il rumore

un folletto nel vento
caldo
nel tempo dimentico
divarico cosciente

una luce
che illumina d’immenso
un fondo schiena
che vanta orgoglio

mentre tu
tu
alle parole abbini fatti
senza scagliare al vento pietre
senza recar alcun danno.


Spaventapasseri

Districarmi
ricordo di una poesia disgiunta
un accordo in sol maggiore
mio candore che esiti sui respiri

diventano affanni
per la resa dei conti
che distratta
congiunge ogni lembo

sorrisi sprezzanti
tra i filari e la paglia
camuffi lo spauracchio
ma la bellezza
resta tale.


Piove

Volevo chiedere
al cielo, piovi

ci stavo riuscendo
un vento leggero
ha portato via
invece di depositare

Roberto volevo la pioggia
tu sai quanta è la gioia che rende

mi puoi aggiungere
smettila di far piovere sul bagnato
ti impantani
potrei solo che darti ragione
ovvia e giusta

ho chiesto
alle nuvole
di vestirsi di nero
come morte tra i filari
insiste la luce
sui miei lunghi sbadigli.


L’analfabeta


Certo
che per essere un'analfabeta
so rovesciare sulle parole la grafia

invento
uno stile
per sopravvivere

spartana
di una bellezza
di cui non sono responsabile

adopero
la parola
come fosse
una lancia
prossima al volo

colpire al centro
trapassarlo questo centro
nel maledetto
dei tempi

appaio
come serpe
che si insinua
la lentezza è apparizione

dentro
non c’è una fessura
merita uno squarcio
questo palpitare
di voglie.


Finalmente mio figlio


C’è un sepolcro
una lapide sbiadita
negl’anni smarriti

trovare
guardandoti negl’occhi
quel positivo
che bilancia
il lutto

chiudiamo
nella consapevolezza
l’agonia
di anni trascorsi

la balia degli eventi
non appartiene più

come una lapide sbiadita
in quel sepolcro
dove incuranti
venne scritto
era un bravo ragazzo
l’uomo manifesto.



Lì-BERA-ti

Un vasto senso
di liberazione
essere capaci
di scrivere quello che la mente
col cuore tra le mani
prova

una mente
da sempre perversa
soccombe
come un animaletto ferito
nella giungla
della vita
nella sopravvivenza estrema
della specie

un finalmente
sì una liberazione
dopo anni che si gravitava
intorno a questo evento

il figlio e la madre
finalmente
libera-ti

mentre
penso e ti sussurro
un
Lì-berati
appena puoi.


Un bacio
al figlio

Affranto bacio
sul pianerottolo
ho lasciato un uomo
negl’occhi

peggio di ieri
oggi consunto di brividi
sulla pelle inaridita nella stanchezza

l’uomo
scende gli scalini
voltando la schiena
ad ogni domani

inutile cercare
quando i meandri della memoria
non concedono altro
che ricordare

e ricordo di te
le corse che sapevi fare
impacciato in un sistema
da sempre troppo veloce
per i tuoi tempi
di sopravvivenza.

3 commenti:

Alessandro Ramberti ha detto...

(ricevo da Daniele Borghi questo commento)

Sono veramente stupito che qualcuno abbia avuto il coraggio e la capacità di affrontare un tema come quello del rapporto Madre-figlio. Ma lo stupore non si ferma al coraggio, anzi. Si moltiplica quando leggo liriche che nulla hanno di già letto/detto/scritto su quel tema. Liriche potenti, liberate dal di dentro con forza quasi esplosiva. Grandi complimenti a Paola per il coraggio nell'affrontare quel tema, nell'aver reso partecipe il lettore di sentimenti così denudati e soprattutto, di averlo fatto in una forma tutt'altro che stereotipata.

girolamo grammatico ha detto...

una grande poetessa, complimenti!

Paola Castagna ha detto...

Grazie Girolamo, mi lusinga questa tua, mi imbarazza dal piccolo che sono.
Grazie