martedì 17 aprile 2007

Saturnalia (di Simone Lago)


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saturnalia


Ho voglia di una luce che si accenda nei cieli e annunci
la venuta di un bimbo già morto
che renda vano viaggiare
per i deserti e la speranza dell'acqua dimenticare la vita
stessa. Ho bisogno di cambiare il mio nome in Tommaso
toccarti e dire amore non è vero, io non credo
ma sento il sudore colare le vene pulsare e a questo cedo,
per questo rinuncio a consolazioni e null'altro bevo
che i tuoi umori.

Sarò blasfemo in questo osannarti terra per me disperso
in altri mari anni luce lontano dagli incavi
delle tue mani, vorrò
vigliaccamente abbandonarmi all'onda di dicembre
altrove per qualche riva dell'asia, pastore in assenza di luna:
saprò orientarmi ancora senza lancette in quest'ora
puntando le dita dove?

Relativamente mi concedo al niente del tuo alito e senza
la linea del tempo sarei
sabbia che cammina se stessa, parete dell'orma fasulla,
e la mano del vento che l'annulla.


Scrive Simone: L'ho scritta in brevissimo tempo, ma non contiene né temi né toni che mi
riguardino da vicino. Che mi è successo? Idee? :)

A me sembrano versi di una spiritualità passionale, Simone, alla Cantico dei cantici: perché non te la spieghi? Io credo che il nucleo della persona sia veramente spirituale in gioco con il corpo che ci ancora alla storia e che la incide facendosene incidere (insomma c'è comunque una lotta, l'importante è che sia una lotta non per rivendicare la idolatrazione del sé, ma per esprimere la gratuità del noi attraverso il Vangelo di Gesù … cosa facile a dirsi molto meno a farsi… be' con questo mini trattato "teologico" ;) forse si potrebbe aprire un dibattito nel blog…

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