lunedì 16 aprile 2007

Canzone (di Paola Castagna)


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CANZONE I


Quando vieni
lo fai al mattino

come gli amanti
nella penombra di un imbrunire

Quando vieni
fallo per me
una forma paradossale d’amore

quel compenso
che si va cercando

Pavoneggi nel varcar la soglia
porti ai piedi
zoccoli d’altri tempi
sulle scale

È uno specchio
un vetro smerigliato
che rende prezioso
il ritorno

Quando vieni
lo fai in un giorno di sole
mentre la pioggia
inzuppa la faccia
pregna di umori

I tuoi zoccoli
uno scalpitio di simbiosi
mentre a rilento
conto le ore

Non spostare le lancette
all’orologio
appeso in cucina:
segna il tempo
svolazzante
come la zanzara
che ieri custodiva
la mia pelle

Quando vieni
non scordare nulla
nel dimenticare tutto

Scendo in gola
come una grappa morbida
sciolgo ogni titubanza

Vieni mentre io decido di restare
a contare le ore nell’adagio del silenzio

quando vieni
– che di rado si sa –

quando te ne vai
– che si conosce sempre.



CANZONE II

Il profumo della torta
riempie le impronte
dei passi scalzi
che la stagione concede

apparecchio la cerimonia
presto verrai

di giorno
nell’allungarsi delle ore

nel nostro passato remoto
la notte
ha reso il sogno

eternità creata
unione dalla quale nulla scinde

vieni
non essendoci alternativa
venire
solo
senza ombra o pensiero

aprire la porta
alla venuta
come gambe spalancate
dove la carne pulsa e arde.

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