venerdì 2 marzo 2007

Chiacchiera con Marcello Bertellini (Paola Castagna)


La musico-terapica, Paola, permette non di capire il profondo danneggiato, bensì di trovare il blocco. Serve ad individuare l’Alterazione. Nella musica ci sono le scale alterate, vi è la superlocria, cos'è la superlocria? La scala superlocria si trova sul settimo grado della scala minore melodica, e quindi immaginando il Sol come settimo grado di Lab partendo dal Sol abbiamo Sol, Lab, Sib (omologo di La#), Si, Reb, Mib (omologo di Re#), Fa, Sol. Abbiamo ottenuto quindi una scala che altera la seconda (Lab e La#) e la quinta (Reb e Re#), lasciando inalterate invece la fondamentale Sol, la terza Si, e la settima Fa. È una scala che unisce una parte di scala diminuita per le prime 4 note, con quella esatonale per le successive.



Marcello parla da un altro dove, ascolto attenta, ripete che ha fretta, si siede a raccontare.

La scala alterata attraverso la quale l’alterazione serve a sbloccare nodi.

Mi accusa di fargli perdere tempo, non gli chiedo nulla, gli lascio la parte del personaggio principale, facendogli credere che sono io che ho bisogno.

(… Lascio credere all’uomo che tutto funziona perché Lui ha deciso così, mentre sono io che determino. Un altro Uomo, conoscendo questo essere, mi considera Generosa.
La generosità viene vista come la caratteristica che appartiene.
Cosa costa fare una cosa che sai far piacere, che rende felice qualcuno a cui tieni molto? …)

La scala alterata attraverso la quale l’alterazione serve a sbloccare nodi.

L’individuare tale inghippo, con la musica come ascolto, come tatto, come fiuto.
Abbandona, nella stanza satura di fumo, l’idea musica, parla nella penombra di una casa fredda e umida, i capi chini sulla tavola, rapportiamo.
Il sistema comunicativo di due o più persone, la tendenza in un rapporto che sia rafforzativo e/o contrariante, l’analisi nel proporre una studiata accondiscenza.

Su quella nota che trema… conoscere un respiro e saperlo far rivivere fra la poetica seducente e la carica del Non dire.
Capacità di non dire attraverso una paura preconfezionata da cui liberarsi per prendere nella parola un senso.
Non più inerte davanti a parole che diventano leggiadre e impavide.

Penso, esco e rielaboro questa stasi di mediocrità mentre il pensiero è volatile.
Esco nella nebbia, arrivata nel sole, guido, trovo traffico, un senso alternato sul ponte,l’inghippo eccolo qua.
Una musica nell’aria mentre sorrido tranquilla in coda su di un argine, l’erba è già verde, il resto rigoglioso di suo.
Nel ritiro della giornata la nebbia è stata riassorbita da un sole pallido.
Il febbrile stare riempie le mura della mia tana.
La scala alterata è talmente lontana che non vi è ragione di essere rievocata, la ricerca del pensiero libero.
(Sempre più convinta che certe masturbazioni giovano di più che una superlocria.)
Ho sempre creduto in certe scienze, nelle terapie, medicine alternative.
Ho sempre creduto di più nei corpi avvinghiati.
Scrivo in Sol nel settimo grado, la scala alterata non può solo condizionare, deve necessariamente concedere il Cambiamento.

Mentre è l’imbrunire che scende su tutto, o quasi.

Vi sono gli scambi virtuali di scrittura, aiutano, eccitano quando non dovrebbero e liberano il parlare come unica autenticità dell’Essere.
E non sarà di certo questa mia la risposta agli interrogativi del vivere.

(… Uno spunto di attenta riflessione caro lettore per chiederti quell’autenticità che il tuo scrivere forbito cela…)

La Parola cerca quei nomi e cognomi che la poesia nasconde.
Guardare in faccia le cose. Chi disse “quando un problema lo chiami col suo nome già l’hai all’ottanta per cento risolto”.
Guardare negl’occhi, in quanti tendete a correggere il mio modo di scrivere gl’occhi, negl’occhi, degl’occhi, dagl’occhi.
(Li trovo nell’uomo che mi ansima sopra, scritti così, un urlo disperato.)
Spedisco Parole che subito vengono lette, intenta a ciò che scrivo, l’autenticità cerca protezione, disarmante il capire altrui.
Rievoco i tempi, i ritmi altrui, mi soffermo senza più la distrazione di sempre, attenta, molto attenta.
Mentre la musica di Bertellini mi accompagna verso la fine di questo giorno intenso, vissuto, forse vero.


Paola Castagna ha pubblicato Figli e la silloge Erateide… ne vorrei fare un giardino in FaraPoesia

3 commenti:

Luca Ariano ha detto...

Terapia che conoscevo solo di nome!Argomento davvero interessante, poi per un ignorantone come me in materia scientifiche, mediche, ecc...;-) E proprio vero che le vie della mente, della scienza sono infinite.
Un caro saluto

Paola Castagna ha detto...

Grazie Luca sempre attento e presente, a mio contrario sempre distratta ed assente.
Un abbraccio

Luca Ariano ha detto...

"Assenza più a acuta presenza"(Attilio Bertolucci)
Un caro saluto..;-)