martedì 6 marzo 2007

La strada della cenere (Paolo Fichera)


la beatitudine sospesa del maglio
in silenziose e schiera. è dannata l’altra
ogni sasso intinto in ruggine e silenzio.
la mano è tagliata e scrive

***

si sciupa la sagoma incisa del pasto, la sera
viene si fa oltraggio, ne vuoi dimmi pasto
la sequenza luminosa l’ordine privato
il progetto ampio, dio bendato cavallo
lanciato al precipizio, cara poesia riposa in pace

***

il rimbombo opaco, il lento maglio
la mestizia, la gentilezza del frammento
frana la storia ai piedi, la ruggine della bellezza
è spezia del pasto è dove è sacro è nome
nel potere di volontà sognato
la danza ricerca l’acqua, la voce gotica
madonna nera, l’acqua santa è uno stagno

***

il manto inonda la schiena: la
salvezza vera in esausta finzione, il fiore
roco. ora ripercorri il frammento,
la strada nella cenere

***

ora assimila lo sguardo alla resa
la fanghiglia porosa che suggella la coltre
la pelle, la voce di lacrima nera

***

il ciglio è un incanto ramato
dal sentiero, l’opaco
il ciglio che allenta la luce
la carne martoriata, scavata dalla cenere

***

il tracciato avvampa,
si fa fuoco, orco, oro.
Arriveranno con ciotole di sete
in albe di sera, nell’età della resa.
Un fiume di scaglie, sciamani e croci
berremo un seme scoperto, liquido
che scortica il trapasso da manto
a fiera, il lupo della lingua arroventato
marchierà con ululati i nomi
li farà steli,
versi di avventi



Questi versi inediti di Paolo Fichera (che mi viene di accostare a quelli di Massimo Sannelli) sono come vibrazioni di timpani accompagnate da rulli di tamburi, non a caso c'è una particolare cura nella scelta delle consonanti e un evitare i moduli melodici anche attraverso una frattura della sintassi: le parole e i sintagmi sono spesso già frasi ossificate: "il rimbombo opaco, il lento maglio / la mestizia, la gentilezza del frammento…"

Dal 2003 dirige, insieme a Mauro Daltin, la rivista cartacea PaginaZero-Letterature di frontiera. Sono stato incluso nell’antologia Il presente delle poesia italiana, a cura di Carlo Dentali e Stefano Salvi. Nel 2005 ho pubblicato presso la casa editrice LietoColle la raccolta poetica Lo speziale. La raccolta Innesti è di prossima uscita presso I Quaderni di Cantarena. Mie poesie sono state tradotte in inglese, francese, spagnolo, arabo e serbo-croato. Gestisco un blog personale cattedrale.wordpress.com

6 commenti:

Luca Ariano ha detto...

Anche io ci vedo una certa comunanza con le poesie di Sannelli. L'analisi di Vocativo è centrata come sempre, ho poco da aggiungere...mi ha anticipato!:-)
Un caro saluto

paolo fichera ha detto...

Sannelli e Marotta sono due poeti che stimo e che conosco da qualche anno e con cui mi scrivo da tempo. Non posso che essere felice di essere accostato a loro. Ognuno per una propria specificità. La sezione “La strada della cenere” è composta da più poesie rispetto a quelle qui proposte. È ancora una sezione aperta, che non riesco a chiudere. Ha a che fare con il dolore e la sua mancanza che si trasforma in un’accettazione lucida di ciò che nella vita non può essere diverso. Ma è anche una strada e quindi qualcosa da attraversare. La “sintassi organica” che è la mia, segue questa strada e si conforma biologicamente al mio pensiero e al mio sentire. È come un attestare una sottrazione, ha ragione, come sempre, Luigi. Anche sul sottrarre ha ragione. Vorrei riuscire ad arrivare a scrivere una poesia di una parola sola. E forse in questa strada della cenere non si può ambire ad altro. Anche la specificazione del genitivo-generare, troppo presente in queste poesie, è come le convulsione di chi rantola, di chi cerca fiato e che cerca divincolandosi di generare ancora un respiro per continuare a vivere. Ma in questa sintassi-cenere la sintassi regola le sue paure, i suoi fiati. È come avere davanti due porte chiuse e dall’altra parte il dolore che bussa. Qualsiasi porta aprirai lui entrerà. Non c’è scelta. E devi aprire una delle due porte. Non c’è scelta. La sintassi si ribella ma sono versi in catena: la slancio cede perché sa che la veste è data e il senso non è il fine da costruire.
Paolo F.

Alessandro Ramberti ha detto...

Grazie Luigi, Luca e Paolo: è bello quando si indagano le officine poetiche assieme all'autore… credo si ricevano stimoli e "dritte" sia in quanto creatori che in quanto fruitori.

Paola Castagna ha detto...

L'analisi di Vocativo, come già ha detto Luca, è perfetta.
Mi soffermo sulle parole del Poeta:
"Vorrei riuscire ad arrivare a scrivere una poesia di una parola sola."
La ricerca di tale miracolo porta alla Parola un'importanza disarmante.
Rendendo la scrittura sempre più spoglia ed essenziale per quel bisogno di concretezza.
Un Poeta che denuda.

paolo fichera ha detto...

grazie Paola. Ti trascrivo alcuni versi. Un abbraccio

"...la luna splenderà tutta la notte,
la luna chiamerà tutta la notte,
bisogna partire con essa,
partire da soli, partire ed errare, partire e morire,
partire e vivere questa notte:
che resta, quando tutto si dilegua..."
[Mesa Selimovic, Il derviscio e la morte]

Paola Castagna ha detto...

Grazie a te per i versi veramente Importanti, Grandi.
Grazie per
...il lupo della lingua arroventato
marchierà con ululati i nomi
li farà steli,
versi di avventi...
Non è facile raccontare come fai tu, essere capiti mentre scrivi alla ricerca di quel " succo " primordiale.
Lo assaporo tra il palato e lo stomaco.
Il mal di pancia attanaglia ennesima Verità.