giovedì 8 marzo 2007

La mia pelle non conosce questa stanza (Sandro Montalto)


A Silvia

Seno e senso del mio vibrare,
inneggio al tuo fluire con collage di parole
lavando l’opacità di taciti abbandoni
vasti come l’impensabile buio del non-tu:
invisibile coltello l’ipotesi di un tuo andare,
anatema per il mio timoroso stare un tuo “no”.

Madrina di attimi come esplosioni,
ardire di metafore a temere il bruciore –
rogo che vivifica la carne altrimenti spenta:
unisciti a me in questo osannarti
carico di grati silenzi in fiumi di parole
annodati alle tue caviglie, e solo così liberi.

***

Lettera

Saranno mille anni, se vuoi, ma noi
andremo ancora incontrandoci negli spazi
resistenti al ribasso, tra orbita e orbita,
ancora una volta capaci di vederci.

Le mie ombre confabulano con i tuoi colori,
abitiamo la terra e il cielo scambiandoci le parti.

Troppo ho temuto che finisse ciò che iniziava,
ecco che ora ti conosco a voce, vale
riscrivere mille lettere se un aggettivo
rimanda a un tuo sguardo, unghiata amica:
ancora ti scriverei, certo del tuo essere in me.

***

Pulvis

Arsura dei sassi, sola si sbriciola
la morbidezza di una coperta di polvere
che imita l’erica e sale, ma giunge al buio.
La mia pelle non conosce questa stanza
che domino nella mappa della sua cultura,
non so l’ora in cui il piede schiaccia l’ombra
di una presenza fuggita nelle anse del tempo.
Rimane un vuoto, sugli scaffali affollati di relitti
di pensiero: passa l’idea di un cubo nero
che adombra la distrazione dei sensi mentre altra pelle
urlava, esigeva. Il sonno dello sveglio ha tramato
coperto il chiodo che batte contro l’osso e l’occhio
che vede parole e ignora i profumi. Avrò occhi
fin negli spigoli, l’usura dei sogni prescritti
sarà mondata. Lo so, sei egregia memoria
e pieghi di scatto, ma un singhiozzo severo
può cadenzare l’intreccio di fili non sperati.

***

Nuvole a catafascio


Nuvole a catafascio, oggi, nell’azzurro degli occhi.
fragili prospettive s’affastellano e germinano nomi rocciosi
in ogni atto germinante dissoluzioni distratte; opaca,
l’esistenza va oscillando tra fonte e fonte, verbalità
sopraffanno la confezione di petali a precipizio… – Ecco!,
qui fiorisce il mio sguardo straziato di dolcezza.



La immaginifica carnalità amorosa/dolorosa e la sintesi verbale (a base di versi-stoccate) di queste poesie inedite mi ricordano l'analoga "passione" (che diventa poi passione spirituale) di Paola Castagna. Anche Sandro Montalto si cala infatti nella vita con un lirismo purificato ed essenziale: "Seno e senso del mio vibrare, /
inneggio al tuo fluire con collage di parole…"
Sandro Montalto è redattore delle riviste «Il Segnale», «La Clessidra» e del sito «Poetry Wave», consulente per l’Italia della rivista internazionale «Hebenon». Svolge attività critica su molte altre riviste nazionali e internazionali, tra le quali «Poesia», «Testuale», «Atelier», «Téchne», «Cultura & Libri», «Bloc notes», «Testo», «La Battana», «Pòiesis», «Alla bottega», «Punto d’incontro» e «Poiein», oltre che in volumi collettanei. Scrive anche su alcuni giornali («Il Domenicale», «Corriere di Como»). Dirige una collana di prosa e poesia e una di aforismi presso le Edizioni Joker.
Ha pubblicato scritti di argomento musicale su alcune riviste specializzate («Musicheria», «SuonoSonda»). Ha scritto diversi testi teatrali. Scrive anche di enigmistica. Queste le sue pubblicazioni in volume: Scribacchino, Joker, Novi Ligure 2000 (poesia); “Compendio di eresia”, Joker, Novi Ligure 2004 (saggi sulla poesia contemporanea); L’eclissi della chimera, Joker, Novi Ligure 2005 (aforismi); Pause nel silenzio, Signum, Bollate MI 2006 (poesia); Crolli emotivi, Lietocolle, Como 2006 (prose); Esequie del tempo, Manni, Lecce 2006 (poesia); Beckett e Keaton: il comico e l’angoscia di esistere, Edizioni dell’Orso, Alessandria 2006 (saggio).

3 commenti:

Marco Simonelli ha detto...

Non le ho trovate esattamente "scorrevoli", come lettura (non che le trovi ermetiche, tutt'altro, è solo che come lettore ho fatto un po' fatica ad entrarci e mi perdo ritmicamente). Mi è parso di risentirci un'eco (nella struttura del periodo) di letture di "grandi" (un po' Sereni, forse?) e comunque la cosa mi è piaciuta (Ovvio, parlo sempre di gusti personalissimi, spero sia quello che volevi...!) La più riuscita mi sembra Pulvis, è quella che mi ha catturato di più, emozionante la "furia" figurale, era molto dinamica, con tutte quelle fusioni.
Baci
Marco

Alessandro Ramberti ha detto...

Grazie per l'intervento Marco, vediamo cosa ci dice il mio quasi omonimo. A presto!

Luca Ariano ha detto...

Anche a me Pulvis è la poesia che mi ha colpito di più. Non parlerei di "riuscita" o no. Montalto ha un suo stile e una sua poetica - che probabilmente è anche distante dalla mia - ma l'esito, secondo me, è di buon livello. Anche io ci ho visto un po' di Sereni e forse un po' d Luzi ma sul secondo azzardo, non ci metterei la mano sul fuoco. L'autore che ne dice?
Un caro saluto