giovedì 20 marzo 2025

“la riga solitaria è sulla carta” - “spasimo godo di stelle”

poesie dal cassetto di Flavio Vacchetta





POETICA DELL’ASTRONOMO


il tempo mio, a caccia di stelle

pare rasato

come le treccine di mia figlia


il bestiame, in campagna

voglio dire a casa mia

ama abbeverarsi a turno


la malinconia che fu di un tempo

ora è scomparsa

direi per sempre


la malinconia del bestiame

mio adorato

ora è gioia e noia


l’astronomo

percorre

stradine a ruote nude

con polsi screpolati

dal managgiamento del telescopio


è così e non ci

sono continuazioni

la linea è sempre quella

o zenit o nadir

quell’ometto di Galileo

s’è dimostrato imperituro

e sapeva ciò che sapeva


io credo che giunga il momento

per tutti, chi prima chi dopo, chi mai,

di aver rimpianto di non aver detto cose

che al tempo opportuno andavano dette

sotto la propria personale responsabilità

o di non avere fatto cose che avrebbero dovute

essere eseguite con priorità

sempre in perfetta responsabilità



IL MIO CANE CARLO


cane tranquillo

il mio carlo

questo carlo


va su ghiacci

spazza il vento


strano è

ma mai solo


sua madre Margot

è molto aperta


carlo fugge all’orizzonte

per corrermi incontro


lucido intelligente

lo volevano al canile municipale


ho eseguito due spari

tutto a posto…




VISITA DENTISTA


non ho abbastanza osso, dottore

e la mia protesi dentaria

è dipendente dal kukident


riferisco ciò al mio dentista

che mi minaccia scuro in faccia


mi fa appoggiare vicino ad uno scaffale

per vedere meglio alla luce

ormai non ho scampo


ora sotto iniezione

vedo persone come ombre

senza denti, tutti quanti

ohh che ridere

ma loro

tutte piangevano


la prox volta che mi reco

dal dentista

devo studiare qualche altro stratagemma

che non lo convinca affatto



LETTERA AL MIO AMICO POETA GIDIO


la riga solitaria è sulla carta

è più grande di un’altra

però il dubbio è abile

come i colori della notte


per me di notte tutto è magico

tutto è maggiore

anche le cicogne che galleggiano

col fagottino in spalla


le conferenze poetiche

che abbiamo condotto insieme

caro amico

confermano l’unicità

delle nostre anomale idee


e se nella prox curva

troveremo una cascata

troveremo la prima penna

che sciaborda sull’acqua

in bocca alla lupa…



SE DEVO ANDARE


se varco

scavalcando

rimango fisso


in silenzio baderò

ad essere più cosciente



DOPO LE 2 DEL MATTINO


sono sempre sveglio

per la vita

solo ambita

un paio d’ore

la mia dormita

col cuore che è niente

e l’amore invadente



LA DONNA CHE POTREBBE LEGARTI


potrebbe farlo ad una cascata

o ad una croce

se tenta ad una cascata

potrebbe correre il rischio di annegare

se tenta la carta della croce

corre il rischio tremendo della

resurrezione 

a questo punto, la poveretta

avrebbe una vita intera per soffiare con calma



magnifico vivere con una casa tua

una bottiglia di arneis 

una chiesa di poesia



sono tornato là

alla villa colombaro

tutto mutato e dimezzato

il bicchiere mio, sempre pieno

ora è desolatamente vuoto




ALLA MADRE


fra noi

dai capelli bianchi

è giunto il riposo

in pace


era lungo il silenzio

quando eravamo bimbi

ed andavamo per nocciole

oh non poter cogliere le nocciole

al sole con te

mamma cara e santa –



ho una nostalgia tale

da dar fuoco ad una lampada

l’amore è reazione chimica

che ci rasserena alla morte




AI MIEI DEFUNTI CARI


quasi giornalmente

ripercorro la distanza

che mi conduce ai miei defunti

trovo il paesaggio sempre infinito

come infinito è il chilometraggio

sull’asfalto caldo e duro

siccome la distanza è breve

quando arrivo al cimitero

prima di entrare nella città,

mi siedo sulla panchina e leggo un libro


poi quando s’avvicina la commozione

e di conseguenza il pianto

entro dentro

l’esistenza mi pare immatura

ma non le parole che recano i loculi



è pure vero che la morte ci sottrae

il defunto a noi caro

ma è pure vero che non ci  priva

delle parole che ci ha lasciato


ti avvicini per baciarmi

o farmi fuori?


non riesco a capire

se quei quattro denti

che ho in bocca

servono per masticare

o solo per leccare…

busso alla porta

la maniglia mi rimane in mano

nessuno, nonostante migliaia di chiamate

mi apre

con sorriso rapido e fraterno

cerco risolvere il problema altrove

fuggo velocemente di casa

mi pitturo le unghie

mi riempio di vergogna


come spiegare ai ns figli

che il disagio che loro provano

sia a scuola che in società

è dovuto in parte anche alla nostra disattenzione

ai nostri errori ed egoismi?

Come spiegarlo?



A(E)STROVERSI

I- la terra dal cosmo silenziosa

a capo chino improbabile

mistero ci sguazza dentro

moribonda visione di colori

ammettere uso della bussola

conferma di giusta direzione

un astro subentra alla parola che affoga


II- terra umana e meraviglia

invisibile preistoria

leggi, tu leggi

leggila la storia umana

mondi che vibrano

mosaici tolemaici

tecnologico tolomeo

galileiane verità

tu, tu scuotici percuotici

promettiamo stare al gioco


III- silenzio eterno

spazi infiniti

sgomenta crocifigge


IV- nel mio mondo

piazze brumose immense

antichi arazzi incorniciati

tra ardenti crepuscoli estivi

brumose serate invernali


V- l’obliquo tempo concede

pause silenziose

alba di una minuta foglia


VI- dal giorno che nasci

incominci a morire

universo ti appartiene

come collana al collo

meridiana calcola i tuoi giorni


VII- lunga notte di cielo bello

adagio d’organo il giorno

tepore in viso

affetti invitanti

è silenzio tutt’intorno

di terra mia e al suo templare

abbraccio universale


VIII- dimostrami saturno privo di anelli

io ti dimostro come la poesia

è segnale e follia


IX- se l’universo alzasse il tiro mancino

s’estenderebbe al piano superiore

nelle braccia di Dio


X- galassie in grembo

e a braccetto

si balla con orione

e sirio, esagerando


XI- abbraccio poetico funge tra

io-uomo e cosmo-divino

riscoprire l’io-cosmico è arte

alla velocità della luce


XII- spasimo godo di stelle

sino a provocare lividi

mi trovo in gabbia planetaria

bene come risorto


XIII- azzurro eterno in trionfo

cielo sta morendo

brandelli in nebbia

la solita falce

sempre quella


XIV- rotazione funerea

nella fessura da un esile

tipo di gancio


XV- pallidi d'aria pura a brandelli

XVI- buon universo

cielo bello

stelle di stelle



Oblio in un bicchiere 

Caos di nuvole
Dubbi tra città 
In fratricida guerra 
Eppure per nulla
Si cantava…


Nessun commento: