I POETI MUOIONO, DI MICHAEL LEE JOHNSON. A CURA DI IRMA KURTI (ITA -ENG)
Perché i poeti muoiono;
indugiano nella giovinezza
dipendenti dalla morte.
Creano cultura
ma in modo così storpio.
Raramente fanno del male
se non a se stessi—
perché non lasciarli vivere?
Il loro unico crimine sono le parole
le gridano con rabbia
gridano a gran voce, volgari in luoghi
privati come i campi di grano dell'Indiana.
In autunno, i poeti tendono le braccia
le loro spine dorsali al centro
sulle croci degli spaventapasseri,
ma si spaventano solo da soli.
Viaggiano con la mente,
o guardano dalle finestre dei condomini,
il miraggio, questi colori che cambiano,
quelle foglie; non fanno male a nessuno.
POETS DIE
Why do poets die;
linger in youth
addicted to death.
They create culture
but so crippled.
They seldom harm
except themselves—
why not let them live?
Their only crime is words
they shout them out in anger
cry out loud, vulgar in private
places like Indiana cornfields.
In fall, poets stretch arms out
their spines the centerpiece
on crosses on scarecrows,
they only frighten themselves.
They travel in their minds,
or watch from condo windows,
the mirage, these changing colors,
those leaves; they harm no one.
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