venerdì 26 luglio 2024

“quadri-sequenza di attimi sospesi nel vuoto della pagina”

di Maria Grazia Martina 

Artista e storica dell’arte 

Alberto Mori, Posture, 2024


La recente raccolta Posture del poeta Aberto Mori si articola in tre direzioni di sguardo: Azione Natura e spazio Set. 

Posture definisce il modo di giustapporre con lo sguardo un dire in cui la parola diviene via via accordo, ambiente, relazione implicita al non dire. 

Il poeta approfondisce, analizza, scruta e trascrive in metamorfica poesia ogni accadimento. Accordo dopo accordo il poeta mappa una narrazione, calibra la scena nel verso, costituito da una a sette parole, in tre o quattro mosse di movimento. 

Blocca le inquadrature in quadri-sequenza di attimi sospesi nel vuoto della pagina permettendo al lettore di formulare l’immagine prodotta attraverso lo scorrere di ogni succedersi. 

La scrittura poetica di Alberto Mori rintraccia l’evocazione registica del fermo immagine nel movimento che la parola mette in atto: spazia dal dato oggettivo al gioco di riflessione e rimando complementare ad essa. 

La complementarità Natura e spazio apre una dialettica sottesa, geometricamente disegnata tra le parole orchestrate in Posture di ritmi, piani, tagli di luce e ombra, che esplicano Tempo: il tempo ampliato dal riverbero verbale: ”Il passato / Un viale rettilineo e vuoto / si allontana tra una fila di alberi” (p. 39). 

Annotazioni, attenzioni si alternano scrupolose nel tracciato poetico, spazio di apparenze e concrete presenze: “la figura si ricompone / nello spazio della folla” (p. 41). 

La stessa parvenza delle cose in preda ad una imminente scomparsa: “Il muro è sgretolato dalla luce” (p. 42). 

Poi, tutto si risolve in atmosfera tra il rumore e il silenzio: “Vibra l’aria ferma” (p. 44). 

Le geometrie delle parole sono Posture di senso. Come la luce trasmettono mutazioni visive trattenute da attimi plastici tempo-reali della percorrenza dello sguardo distolto da immediata Azione combinatoria. 

Set tragitta in habitat, affolta ritmi inattesi tra scorci e aperture: “La porta apre il vuoto” […] “nel deserto dischiuso dalla soglia” (p. 57). 

Ogni scena nello sguardo del poeta, che apre – chiude – attraversa, permette al lettore di cogliere il racconto essenziale eppure grandangolare, cinetico. 

Set annuncia direzioni visivo-percettive dal reale al visionario: l’immaginazione è totale adesione all’impianto stratificato dalla scrittura breve e densa di risonanze che il poeta condensa in studiata armonia compositiva. 

Nella produzione di Alberto Mori Posture sembra slittare verso altri piani più “soliloquiali”, più interni alla ricerca della parola, in grado di ambientare condizioni altrimenti sfuggenti, perdute per sempre. 

Questo, in fondo, fa il poeta: distilla materia prima immutabile da tutto ciò che muta. 

17 luglio 2024

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