mercoledì 31 gennaio 2024

(Polaroid XVI): Sohrāb Sepheri


Polaroid: istantanee di poesia è una rubrica a cura di Luca Pizzolitto
Foto in copertina di Luca Pizzolitto


Bisogna oltrepassare / e a volte cogliere le more da un ramo di gelso.


poesia da Un'oasi nell'attimo: poesie scelte (Jouvence, 2022)



Bisogna oltrepassare,

compagni di lontani orizzonti,

accampando la tenda nelle vene di una parola.

Bisogna oltrepassare

e a volte cogliere le more da un ramo di gelso.


Io camminavo accanto alla poesia,

in quella stagione benedetta

calpestavo infiniti granelli di sabbia.

Se ne accorse una donna e si affacciò

alla finestra per osservare la stagione.

Era agli albori, la sua mano acerba

coglieva teneramente la rugiada degli istanti

dal corpo del senso della morte.

Mi mise in piedi.

Splendeva il sole della poesia,

attento all'evaporazione dei sogni

contavo i battiti di una pianta strana

sull'arbusto della mente:

ci pareva di non avere limiti,

di nuotare tra i miti

e gli spasmi del ribes,

ci pareva che la nostra esistenza

fosse soltanto qualche istante d'abbandono.

(...)

Bisogna oltrepassare.

Sento la voce del vento, bisogna oltrepassare

e io sono un viandante, o venti del sempre!

Portatemi all'immensa nascita delle foglie,

all'infanzia eccitante delle acque.

Riempitemi le scarpe dell'umile scatto di bellezza

fino alla maturazione del chicco d'uva.

Fate volare i miei attimi

nel cielo bianco dell'istinto

fino agli stormi delle colombe.

Trasformate la mia unione con l'albero

in limpida e remota relazione.

Serrate le finestre della mia logica

al soffio della solitudine.

Fatemi correre dietro l'aquilone di quel giorno

verso gli intimi spazi della vita.

Mostratemi la presenza

del tenero <<Nulla!>>

Bābol, primavera 1966.





Sohrāb Sepehri (Kāshān, 1928 – Tehran, 1980) è un celebre poeta e pittore persiano del Novecento. Dopo il diploma all’Accademia di Belle Arti, inizia a girare l’Europa ed esplora l’Oriente per appagare la propria sete spirituale. Nel 1965 pubblica il poema Il suono dei passi dell’acqua e nel 1967 la famosa silloge La dimensione verde; dieci anni dopo, tornato in Iran, riunisce la sua intera opera poetica in un volume dal titolo Otto libri. Muore a soli cinquantuno anni, colpito da una malattia incurabile, conservando uno stile di vita moderato fino all’ultimo.

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