venerdì 16 giugno 2023

(Polaroid II): Angelo Vannini

 


Polaroid: istantanee di poesia
è una rubrica a cura di Luca Pizzolitto
Foto in copertina di Luca Pizzolitto


"Scegliere la via del vero"


(...) Perché anche da qui, dal magistero di Scarabicchi, discende l'idea della parola-deserto (di cui si è detto): parola ridotta alla sua essenza, scarnificata da tutto ciò che inutilmente le si incrosta addosso, liberata dal suo dato cronachistico e affidata all'incandescenza di un ritmo minimo, tendente alla misura breve del settenario, verso cui non di rado anche Vannini si dirige, come attratto da un magnetismo melodico.
(...)
Ma, oltre all'assetto ritmico, saranno certe immagini, certi sintagmi in cui si raddensa il senso, a ricordare il maestro, come "sceglie / la via del vento" (in Restare umani), 'la raccolta / serenità di non avere strada (nel quarto movimento di Allan), "l'anno che se ne va come è venuto" (a chiusura del primo testo di Agosto): tre esempi tra i molti, in cui si avverte quella tensione verso un assoluto espressivo che caratterizzava il dettato di Scarabicchi e che anche in Vannini costituisce ago di bussola fondamentale.

(Fabio Pusterla, dall'introduzione)



In un vagone in cui

ci siamo dimenticati.

Cattolica, poco dopo.

Si staziona ancora

senza più stazione,

i binari finiti

dietro la collina,

e l'odore

che una volta

aveva il mare.

*

Senza sapere

Sorprendente, in uno spazio

che non è ancora sorto

questo salto silenzioso

nel vuoto di tutti i libri.


Come scarto da riempire,

come ferro, come fuoco.


Forse, di lì a poco,

solo un uomo, con volto

di fucile, ritornava

ad Addis Abeba.


Forse solo un uomo

ritornava, senza più sapere

cosa dentro era morto.


*


Dov'è il fiume, morte

e onda - la ritrovo,

una memoria rotta, la raccolta

serenità di non avere strada.


*


Ogni terra è deserto se sei via,

se di te non rinnovo il sorriso e ombra,

il sussulto inatteso del momento

quando abbatti le mani alla rugiada,

un tuo torno di troppo, una canzone,

l'anno che se ne va come è venuto.


*


Metto sempre le scarpe accanto al blu

affinché tu le prenda e ti ci veda -

puoi passare al loro posto, andare

da una casa all'altra come fai di nascosto

quando scorre l'ombra, il leggero volteggiare

del tempo senza più rimorso,

la veste sulla pelle di bosco.


*


Privilegio bianco

Vivo senza più sapere

cosa ho dimenticato.

Ma il mio candore è vivo,

apre porte feroci nella notte.

Un vento infido, una lingua

mai sbocciata. E poi

questo dolore d'altri,

lontananza.



da Angelo Vannini, Fogli di sosta (peQuod, 2023)



Angelo Vannini è nato ad Ancona e vive a Parigi. In Italia ha pubblicato "L'intermissione dei cigni. Cinquantanove giorni alla frontiera della letteratura", con un testo di Francesco Scarabicchi (Arcipelago Itaca, 2017) e "Stoffe da shiga (Affinità elettive, 2022). Altri componimenti poetici o narrativi sono apparsi in riviste e volumi pubblicati in Italia, Francia, Spagna, Serbia e Stati Uniti.

I suoi testi teatrali sono stati rappresentati a Milano, a Parigi e a New York.




Nessun commento: