venerdì 19 maggio 2023

Nota di Nerio Vespertin a "Plaja întotdeauna pe stânga" ("La spiaggia sempre a sinistra") di Luca Ariano. Traduzione in rumeno di Eliza Macadan. Editura Cosmopoli, 2023.

 


Sono poesie che vibrano di rivoluzionaria scoperta, quelle che ci propone Luca Ariano, con la sua lettura di “La spiaggia sempre a sinistra”, Editura Cosmopoli (2023): poesie che cristallizzano la bellezza di un tempo trascorso, traducendolo nella luce di un presente imminente, fra dirompenze giovanili e rivelazioni generazionali. Con la schiettezza di un verso chiaro e diretto, che rinuncia completamente al peso di ingombranti orpelli stilistici, viene rivelato con intensità un vissuto autentico, che vibra ancora delle passioni dell’adolescenza. Immagini tracciate con leggerezza, ma mai non con superficialità: pochi periodi sono sufficienti a creare la suggestione dei giorni di un’estate luminosa, di corse alla spiaggia e viaggi in treno, di campagne odorose e di scorci urbani.

Ariano riesce felicemente nel difficile compito di evocare l’essenza degli anni della trasformazione e della contestazione, gli anni della Fiat 850 e dei funerali d Berlinguer, raggiungendo un equilibrio esemplare fra nostalgia e superamento del passato, fra una sua esaltazione e una sua critica puntuale.

Il mezzo di comunicazione fra chi è davanti e chi è dietro la pagina scritta è un ‘tu’ poetico, un ponte gettato fra il poeta e l’io del lettore: i periodi, così spesso rivolti alla seconda persona, creano contaminazione, spingono e attirano verso l’identificazione col mondo umile del narratore. Attraverso la rimozione studiata di un verbo o di una congiunzione, le scene restano sospese in un’ipotesi di realtà, una prospettiva dove il tempo passato può ricostruire i percorsi di alternative perdute. Quello che avrebbe potuto essere, ma che è rimasto solo “ellissi”.

Non ultima, anche la scelta di immagini semplici e comuni, prese da un bagaglio di esperienza quotidiana accessibile a tutti, cospira alla creazione di un’intimità emotiva da cui è difficile sottrarsi.

Il viaggio a cui siamo invitati ci porta nel cuore di una provincia rurale, che confina con la nostra strada e che a questa si interseca, costringendoci a dubbi esistenziali.

Ma ciò che stupisce maggiormente è la scelta di Ariano di contrapporre a questo mondo di periferia un’altra realtà. Una presenza, dietro queste visioni di un passato prossimo, più scura e intricata: quella del passato che si fa remoto e quindi Storia.

Interrompendo e mescolando le esistenze di vincitori con quelle dei vinti, accostando l’ombra di grandi condottieri o lo spettro di catastrofi mondiali, all’eco di canzoni e film popolari e ai ritmi più lenti della gente di campagna.

Ricordandoci che nella dimensione della vita umana, non esistono linee di demarcazione chiare fra un evento e la sua cronaca, perché siamo tutti coinvolti nello scorrere della Storia e viceversa.

Nerio Vespertin

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