domenica 3 aprile 2022

Poesie inedite di Alberto Manzoli



I cicli di Milankovic

 

 

 

1 - inclinazione assiale

 

Il vicino che grida con la moglie;

la moglie che grida ancora più forte;

più forte ancora degli urli, più alta,

sopra ogni cosa questa sensazione

di vite a caso,  per sentito dire.

O musa che per cento milia perigli,

l'umano è troppo umano da capire:

rendimi il peso di chi non ha peso,

la voce di chi ha perso ogni respiro;

nel mio cantone di veglia e lavoro

io lascio il mondo per amore del mondo,

e mentre è pioggia lieve alla finestra,

nell'ora propizia al riposo io resto,

disegno a puntasecca e questo è quanto.

 

 

2 - eccentricità orbitale

 

Ma quando verrà il tempo della resa

ricordami per quello che ho cercato,

e non per quello che non ho raggiunto;

non bastano le mani per fermare

un mondo sempre in disastrosa fuga,

ad ogni istante, oltre la finestra,

la vita piena, completa, perfetta,

rinnova il ciclo della sua rovina

di terra, aria, acqua, e infine, il fuoco;

il soffio che a maggio chiama ai campi

le coppie in amore è ancora quello

che quando viene giugno li ricopre

dei corpi dei soldati massacrati.

E intanto il cosmo ruota senza fretta,

un petto che si inarca nel respiro,

invisibile per chi sopra i campi

non chiede niente e rimane disteso

con gli occhi pieni del grano che cresce.

 

 

3 - precessione degli equinozi

 

L'inverno è la stagione che ho nel cuore

quando ricerco la liberazione,

quando lontano è il tempo del raccolto

e il raccolto è anticipo del nulla,

l'impronta del mio corpo sulla neve.

Così riprendo il libro e leggo ancora,

e in questo solfeggiare mi riscopro

un uomo condannato alla salvezza,

a compitare un codice binario

d'accenti forti e deboli in sequenza,

così mi sento meno solo, o almeno

ridotta a dimensioni che capisco

la vita non è più così insensata,

quando mi arrendo alla fine del giorno,

congedo la mia musa e chiudo gli occhi.

 

Inverno 2022

 

 

Mi chiamo Alberto Manzoli e sono nato a Corniglio (Appennino parmense) nel 1962.

Ho cominciato scrivendo saggi nemmeno troppo inutili sul Futurismo, e in particolare sul Futurismo a Parma. Ho capito ben presto però che scrivere paludati saggi accademici non era la cosa che più faceva felice il mio demone interiore. La poesia mi chiamava (o perlomeno, così mi era parso, speriamo di avere capito bene) e ho cominciato a scrivere pezzi miei, tradurre pezzi altrui e organizzare reading e partecipare a letture e eventi. Contemporaneamente, ho iniziato a partecipare anche a concorsi, a volte con successo, a volte no. Tutto abbastanza normale, direi. Ho partecipato anche ad antologie e raccolte, e pubblicato per le edizioni Tapirulan di Cremona  le mie  raccolte di poesie “La cruna dell’ago” (giugno 2011),  “Parma di Francia” (marzo 2015) e "Lux Interior" (giugno 2020. Nel frattempo continuo a scrivere e immagazzinare pezzi per la prossima raccolta, che ancora non so quando sarà pronta (sono pigro, lento e noioso, ma mi piace così).

 

 

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