martedì 9 novembre 2021

AIΩN di Mario Fresa (5). Affondare, ritornare

 

AIΩN di Mario Fresa

Enzo Rega



 

*

Il signore dell’anello

 

Non aguglia o altra vita marina

scintillando sotto il sole

attraverso la carezza dell'acqua

s'inabissa  volteggiando (riflessi aurei)

il cerchietto matrimoniale

scivolato dal dito

- quasi scherzo bonario,

s’insabbia nel fondo.

 

La tersità dell'acqua nemmeno può

restituirlo alla vista

e la porosità dei granelli al tatto.

 

Signore dell'anello è il mare

e ancora più decisa

la signoria della sabbia

che tutto accoglie e nulla restituisce,

come dice l’amico dai confini

che aggiunge franco:

in questa terra

ristanno l’impronta, le radici del legame

e se ci si chiede dove tornare

il mare ha dato la risposta:

qui, per la Vita,

sotto lo sguardo della rocca e

di torri arabo-normanne

 

Cefalù, 13 agosto 2021

 

 

Lo smarrimento, reale o favolistico, di un anello nuziale; il suo inatteso inabissarsi nel labirinto muto del mare. Poi, subito dopo, il denso dialogare del narratore-spettatore con i molti confini, lontani o vicini, visti o ricordati, di una terra sì tangibile e concreta, ma anche altra, mitica, immaginaria. Infine, l'oscuro ricercare di una via del riapprodo (o dell'origine?) che trova una risposta, ambigua e provvisoria, nella stessa accecante e ineffabile tersità dell'universo marino, che sempre dona e toglie, mostra e nasconde: e così tutto appare e dispare, s'innalza e s'intorbida, affonda e risorge e fa ritorno - siccome un circolare, magico, eterno gioco degli eventi - in questo poemetto, acquaticamente mosso e inquieto, di Enzo Rega (Genova, 1958), uno dei nostri più fini e ispirati poeti degli ultimi anni.

È appunto la sua stessa scrittura poetica a ricordarci che la realtà intera è sempre eguale nel suo continuo trasmutarsi, perché si muove entro le curve illimitate di una ciclica ellisse temporale: ed è, quindi, la medesima parola (la verticale vertiginosità del suo trasformarsi in canto puro) a ricucire e a far rivivere, almeno dentro lo spazio acuto della mente, gli echi o i frammenti di ciò che abbiamo perduto o smarrito o cancellato: e quell'anello, ai nostri occhi di lettori, eternamente sarà inghiottito dalla profonda bocca dei mari e sempre, un giorno, riemergerà improvviso, come sogno o apparizione, per poi, di nuovo, celarsi e scomparire, ancora e ancora, nei misteriosi corridoi del tempo.

 



In alto, Down by the sea (acrilico su tela, s. d.) di Inez Frohelich.