IL SUICIDIO, LO STUPRO E ALTRE NOTIZIE
Autore: Dante Maffia Editore: VAGUE Edizioni sas, Torino , Luglio 2020
Questa raccolta edita nel luglio 2020 si configura già nell'indice come un'opera testamento che lascia ai lettori la possibilità di discernere in quale messaggio ritrovarsi e in quale aspetto immedesimarsi: 1- Genoveffa, 2- Adelaide,3- L’effimero al comando , 4- Esercitazioni per diventare terrorista ,5- Io, non io.
Le prime due parti sono dedicate a fatti di cronaca realmente accaduti, una ragazza morta suicida in un manicomio, un'altra stuprata e uccisa a 16 anni. Trattasi di componimenti a più voci, nel senso che il poeta lascia parlare più protagonisti, che siano metaforici come la follia e l'indifferenza, il pregiudizio e l'ignoranza, o reali come il commissario, il testimone, la madre della vittima, i passanti.Genoveffa mai riconosciuta in un gruppo,mai dondolata nei virgulti, nelle variazioni nei balconi sa che a volte non dà luce il faro e che Il coltello ha mille facce avvenenti. Così un giorno esce dalla finestra come se fosse la porta/ e nel giardino si sente il tonfo/ oscura trama di pensieri ingordi. Eppure nella follia è celata la saggezza, a volte l'amore per la verità e la conoscenza tanto che il poeta le fa dire che l’upupa non è di Montale,di Montale non è il male di vivere, vent’anni prima lo dice un verso di Pirandello;e la cipolla non è di Neruda,semmai di Tommaso Campanella:tre secoli prima ne fa poesia ne fa sentire l’odore il beneficio.E pagina dopo pagina, la verità del Nostro si rivela perchè un fiume ha una strada da seguire. A proposito di Adelaide e di verità, così esplode il commissario: Le loro mamme li difenderanno...difendono i figli anche nel torto,anzi non ritengono sia torto,quelle spudorate...quella spudorata, vuoi dire,quella lì mostrava tutto, un’indecenza... lei era così misurata, abito nello stesso stabile ma smetta di sputare. E ancora a lui il poeta fa dire il suo sconcerto per la bestialità del genere umano:Non riesco a capire quel che mi bolle dentro e s’è stata una belva o una capra stupida. Maffia fa intervenire altre voci a dimostrare la spettacolarizzazione delle tragedie, purtroppo così usuale nel nostro Paese. Il testimone viene dunque interrotto da un'esortazione: resti ai fatti non racconti le sue percezioni, lo schianto dei vetri... e poi la madre:che provo?non ho dolore ma aceto. Lei sa cos’è una madre?prima o poi un bivio... a seguire altri commenti: Perché non li buttano nell’olio bollente?L’odio non porta soluzioni. Se fosse tua figlia se fosse lei qui dilaniata spaccata in più parti?Una vendetta o sette sataniche.Forse un guasto della mente.
L’Effimero al comando e le successive sezioni, presentano componimenti di tipo esistenziale in cui il Nostro si interroga continuamente su vari aspetti della vita e del pensiero: la poesia e la bellezza, il dubbio e la fede,la coscienza e la conoscenza,ma in particolare sul Tempo. Siamo noi con la morte a generare il tempo, noi supini e privi di volontà.E ancora : Mi sgomenta il Tempo, agisce senza mostrarsi.
Come non pensare a Blaise Pascal, mentre leggiamo: Sono un fuscello di solitudine.Incapace di credere a occhi chiusi. E poi perché dovrei avere un premio dopo,in Paradiso,solo accettando il gioco della fede? …
Io sono la miseria, l’attimo che si sta disfacendo nel nulla nonostante il mio errare costante in cerca dei motivi del vivere e morire.
Dante trasuda conoscenza da ogni poro,lo percepiamo leggendo le sue opere, ma anche incontrando il suo sguardo, curioso e stupito come fosse un bambino.
Come il vecchio Ungaretti ardevo d’inconsapevolezza. Ansia e dispetti e la dilatazione e il trapasso,e la finta libertà del giaguaro che assumeva sembianze di canzoni notturne,di cieli oscuri, di branchi di sciacalli,di uccelli sfregiati dal buio,di aghi di ruggine piantati nell’addome.
Lui e la Bellezza non sono in combutta per collezionare allori, ma unicamente perchè è nella poesia e nella bellezza ch'Egli trova l'antidoto al marciume della perdita.
Sembra dialogare col Creatore in ogni affermazione, ma in realtà potrebbe parlare con se stesso, perchè è naturale porsi domande quando s'insegue la Verità: E se sono poeta devo aggiungere una piaga a quello che Tu chiami peccato, alla scia degli immondi pensieri che battono sulla ringhiera come un ritmo di questi nuovi monotoni cantautori. Sprovveduto, purtroppo, e proprio perché poeta.Uccellino implume, misero pasto degli avvoltoi. Torna spesso il binomio Poesia Bellezza e soprattutto emerge il ruolo che hanno avuto nella sua vita e che tuttora hanno nel suo quotidiano: Ce l’ho fatta,sono riuscito a condensare in una frase tutto il dizionario e tutta la storia della poesia e così adesso non c’è bisogno del fiorire delle rose,dello sciamare dei colori visto che la strada è impari e le conseguenze troppo arbitrarie.
Eppure in questa sua costante ricerca di verità e bellezza, l'imprevisto è dietro l'angolo. A volte si arriva a traiettorie non programmate. Non ho più parole io di poeta non ho più immagini e cuore ma uno squarcio nella nuca un punto d’orientamento per il battesimo finale ...
Non riesco a stabilire se quel che m’è rimasto dentro sia ricordo o promessa di qualcosa.Residuo d’una qualche memoria...
Dunque la vita è chiusa?Devo rinunciare al canto?Devo restare staccato dal mio ramo e assuefarmi alla miseria dell’attesa senza fine?
Mi punisci e non so per che cosa.Mi hai fatto grande poeta e mi tieni nascosto.
E alla fine, suo malgrado forse, Il Nostro, arriva a riconoscere che vì è una Mano altra, oltre la Bellezza, un Intervento Altro che spesso decide per noi.
Migliaia di libri letti, notti insonni a scavare nel senso delle cose solo per sapere che il senso è appena l’ipotesi, la dispersa armonia che non trova ricetto. Ed ecco la mia resa. Non m’è servita l’anima,non m’è servito il cuore,neppure le mani, i piedi, gli occhi se non per avvertire il malessere della Bellezza che rapida se ne andava nel dissidio dell’irrilevanza e di lei faceva ombra in dissesto. ..Ma c’è un tempo per tutto e lo sai bene perché sembra che sia stato Tu a inventare il tempo.
Claudia Piccinno
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