recensione di Gian Ruggero Manzoni a Theory of Infinity di Michele Caliano, FaraEditore 2019
Michele Caliano è nato ad Avellino il 2 settembre 1963. Vive a Montoro (AV). Si è diplomato all’Istituto Tecnico Commericale di Solofra (AV). Astrofilo dall’inizio degli anni ’80, ha conseguito negli anni ’90 l’Attestato del Corso in Astrofisica presso l’Osservatorio di Montecorvino Rovella (SA). Socio del Gruppo Culturale Francesco Guarini è appassionato di Cosmologia e divulgatore scientifico nelle scuole medie statali e presso alcune radio del territorio. Andrea Biondi, giurato del concorso Narrapoetando 2019, ha definito quest’opera in versi bizzarra e piacevole. Invece il sempre bravo Michele Luongo così ha descritto le composizioni di Caliano: “La lettura della freschezza dei versi della raccolta Theory of Infinity ci riporta a una immediata riflessione: l’intellettualismo ha smarrito il legame con il popolo, con la società. Ed è proprio in queste poesie, satire, ironiche, che incontriamo quella voce tonante della quotidianità che il perbenismo intellettuale, salottiero, finge di ignorare”.
Quest’opera risulta quale “leggero” (a prima vista) dialogo filosofico che ora chiude e ora apre una discussione, un pensiero, e quando il tutto risulta troppo impegnativo ecco scattare la componente giocosa che profuma di passate spensieratezze (pur sagaci) tipiche di certi sonetti del Belli, del Porta, del Giusti. Ecco alcuni piacevoli passaggi tratti dai testi di Caliano: “Il soggettivo contro l’oggettivo / l’osservatore e l’osservato / che entrambi fanno parte del creato”; “Oggi sono in vena di filosofare / meglio che stia fermo”; “Meno male che di alieni non ne ho visti / gli umani sì, son sufficienti questi”; oppure: “Anche in cattedrale / piena di gente immorale”. Quindi una delle massime finali: “Parlare di infinito o di Dio è lo stesso argomento”; per giungere a: “Il cosmo è dentro noi” … e come non dar ragione a questo nostro autore?
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