Fara Editore e i giurati Angela Caccia, Annalisa Ciampalini, Emilia Dente, Giancarlo Sissa e Luca Benassi della sezione Poesia (per la sezione Racconti v. narrabilando) sono lieti di rendere noti i risultati del Concorso Pubblica con noi 2017: grazie di cuore ai giurati e a tutti i partecipanti e complimenti ai vincitori!
Pubblica con noi 2017 sez. Poesia
I. classificato
Gymnopedie di Michele Bordoni (Padova)
(a S.)
«Si tratta di una poesia capace di donare il nocciolo dell'esistenza e del sentimento in versi cesellati con accortezza. La versificazione è curata nel suono, nella stilistica, mostrando un'abilità fuori dal comune. Il ritmo, quasi sempre calato in endecasillabi, riesce ad appoggiarsi su una sintassi piana, che rende i testi chiari, netti, dotati di una compostezza classica, musicale e armonica. Le metafore e le similitudini sono ricche ma mai forzate, capaci di rendere il senso di una ricerca che affronta i temi chiave della vita: l'amore, il rapporto con il padre, un quotidiano nel quale trovare i semi di una riflessione più ampia sul senso dell'essere nel mondo.» (Luca Benassi)
Alzo gli occhi verso i monti,
donde verrà a me l’aiuto.
Il mio aiuto vien dal Signore
che fece il cielo e la terra.
(Salmo 120)
Pubblica con noi 2017 sez. Poesia
I. classificato
Gymnopedie di Michele Bordoni (Padova)
(a S.)
Sempre bianca rimane questa
riva,
immacolata l’acqua, benedetta
l’impossibilità della
distanza:
e noi poveri, pochi
nell’ascolto
che si nega e dilaga nell’udito.
Si resta ad aspettare la
parola.
Imparare lo strascico delle
onde,
limitarsi a raccogliere sul
lido
gli avanzi di quel mare che
straborda.
E al fondo scomparire,
ritornare
a casa, le mani ancora
insabbiate.
Ma forse questo chiediamo
sull’orlo
alla spuma, di trovarla in un
difetto
di pronuncia, sepolta troppo
dentro
la quotidianità. Di parlare
quasi a doverla masticare a
vita,
dimenticando di doverla dire.
***
Maggio, gracilità d’ampie
giornate
tu, preludio di forme e di
distanze,
tu, già un tempo garbato
nell’accogliermi.
L’aria tua è densa di tonalità
impercettibili, come se fosse
un intenso passare di
linguaggi
il tuo apparire prima
dell’estate.
Ci si dilegua in polline e
profumo.
Ah, come, come può chi nasce
in te
restare appeso al ramo come un
frutto
se tu saltasti il limite del
parto?
Come, se tu per primo
t’arrestasti
alla tua prossima maternità?
Innominabile la fioritura
a chi ebbe il compito
d’abbandonarsi al suo essere
fiore.
***
(a mio padre)
Seguivo sulla sabbia le tue
impronte
rimaste a raccontare il tuo
passaggio:
sapevo l’andatura,
la distanza fra un piede e
l’altra esatta.
Era, la mia, gioia
d’appartenerti,
orgoglio acceso da una
somiglianza.
Ma ora che l’acqua si ritira
evapora
la terra, si apre e crepita il
tuo passo,
la luce si fa vento e rende
sordi.
La pietra ha un tacere che non
so
sulle creste di un vivere più
adulto
e non su sabbia, su arida erba
corri
Nato a Civitanova Marche (MC) il 13 maggio del 1993, Michele Bordoni
vive e studia a Padova. Laureatosi nel 2015 nell'ateneo patavino con una tesi
su Rainer Maria Rilke in Teoria della letteratura sta continuando i suoi studi
sul poeta boemo allargando l’orizzonte a figure quali Leopardi, Jabès, Maurice
Blanchot e, soprattutto, Mario Luzi. Sue poesie sono comparse nelle antologie Poeti e Poesia di Elio Pecora.
«Di questa silloge s’apprezza subito il canto che non si separa da un
pensiero denso e mai banale. Il ritmo, ora vivace, a tratti è un passo
strascicato, una pausa un po’ più lunga come ieratica; cosi i pensieri: guizzi
di luce e mirabili penombre, come a rimarcare che sono loro a fare da contorno
alla luce. Un’armonia di fondo in tutta
la silloge che non strattona mai il lettore ma gli chiede, ed ottiene,
un’attenzione massima. Poesia colta che sembra assommi parecchi autori
letti e amati, né riesco a individuarne uno su tutti, probabilmente un mio
limite, o forse perché, su tutti, prevale la personalità indiscussa di questo
autore.» (Angela Caccia)
«Una raccolta che scaturisce da un sentimento forte e
autentico in cui si percepisce la presenza del prossimo. L’autore, pur con un
linguaggio calibrato ed elegante, compone versi pieni di passione e umanità. Le
poesie che formano la silloge si susseguono secondo un percorso ben strutturato,
ma sempre dettato dalla spontaneità.
Possiamo intravedere, in quest’opera, la descrizione di un esercizio per
imparare a vivere situazioni difficili, di mancanza, di assenza, un esercizio
che ci aiuti ad amare tracce e piccoli segni e soprattutto a fare della vita
qualcosa di grande.
Sempre bianca rimane questa riva,
immacolata l’acqua, benedetta
l’impossibilità della distanza
Ora soltanto ne ascoltiamo un’eco
adesso che anche noi abbiamo un canto
Saper dimorare nei preludi,
in un lascito minimo dei giorni
Da questi versi si intuisce come il linguaggio del poeta riesca a portare alla luce momenti che avrebbero potuto restare inosservati per sempre.» (Annalisa Ciampalini)
Sempre bianca rimane questa riva,
immacolata l’acqua, benedetta
l’impossibilità della distanza
Ora soltanto ne ascoltiamo un’eco
adesso che anche noi abbiamo un canto
Saper dimorare nei preludi,
in un lascito minimo dei giorni
Da questi versi si intuisce come il linguaggio del poeta riesca a portare alla luce momenti che avrebbero potuto restare inosservati per sempre.» (Annalisa Ciampalini)
«Si tratta di una poesia capace di donare il nocciolo dell'esistenza e del sentimento in versi cesellati con accortezza. La versificazione è curata nel suono, nella stilistica, mostrando un'abilità fuori dal comune. Il ritmo, quasi sempre calato in endecasillabi, riesce ad appoggiarsi su una sintassi piana, che rende i testi chiari, netti, dotati di una compostezza classica, musicale e armonica. Le metafore e le similitudini sono ricche ma mai forzate, capaci di rendere il senso di una ricerca che affronta i temi chiave della vita: l'amore, il rapporto con il padre, un quotidiano nel quale trovare i semi di una riflessione più ampia sul senso dell'essere nel mondo.» (Luca Benassi)
II classificato
Il ritorno del dragone di Franca Oberti (Calco, LC)
Alzo gli occhi verso i monti,
Il mio aiuto vien dal Signore
che fece il cielo e la terra.
(Salmo 120)
Settembre
2012
I
Signore,
mi
stai chiamando
per
una nuova prova
ed
io non sono pronta.
Non
so lasciare
e
non riesco a vedere
i
miei talenti.
Ti
prego,
non
farmeli sprecare.
II
È calato il silenzio,
tra
gli amici
e
altra gente,
ognuno
elaborando
nel
suo cuore
cosa
mi potrà dire.
III
Ancora
annullerò
me stessa
per
lasciare che Tu
prenda
posto in me.
Altri
mi scaveranno dentro
con
mani curiose,
furiose
le cellule,
ma
solo Tu
saprai
agire
e
in Te perderò
l’anima
mia.
IV
Signore,
non
farmi tornare
nei
meandri sconosciuti,
baratri
senza fine
nausee
quotidiane.
Fammi
concludere
i
giorni in allegria,
portami
con Te,
quando
vuoi,
come
vuoi,
se
vuoi,
nell’incoscienza
e
nella leggerezza
del
volo di una piuma.
Franca Oberti è nata a Genova, ma vive
in Brianza da più di trent’anni. Dopo un periodo lavorativo vario e dopo aver
fatto la mamma, ha conseguito il diploma di Operatrice Bio-Naturale presso
l’A.MI. University di Milano, specialità Pranopratica e Counselor. Oltre a
svolgere diverse attività di volontariato ed aver ricoperto cariche
amministrative nel pubblico, scrive poesie e racconti, pubblica articoli di
saggistica su varie testate locali e riviste di ispirazione cattolica. Ha vinto
numerosi premi letterari, è inserita in diverse antologie, è stata presidente e
membro di giuria in concorsi letterari. Ha pubblicato tre raccolte di poesie,
quattro antologie natalizie, tre volumi di saggistica e un libro di cucina
curativa. Ama le tradizioni e la vita semplice che condivide con la sua
famiglia da quarant’anni. Tiene conferenze su temi vari inerenti la medicina
complementare. Ha recentemente pubblicato Il tempo del castagno.
Racconti nel vento (Fara 2016). Web: facebook.com/franca.oberti
«Dicono che la poesia non preghi
ma faccia pregare, questa silloge smentisce abbondantemente il postulato. Così
ti ritrovi -credente o meno, presumo- nella spirale di un’invocazione che
chiede loda impreca spera; è il paradigma di un dolore che non vuole pietà
tenerezze commiserazione, ma soprattutto non chiede condivisione perché, dalla
prima lirica, ti ha già coinvolta, e stai lì a maneggiarne sostanza e ampiezze
con l’autrice.
Mirabili i monologhi e le scarnificazioni: brillano i versi sul foglio.»
(Angela Caccia)
«sulla soglia
dell'essere il lungo sguardo poetico attraversa i sentieri pietrosi della vita.
Nel giardino dell'anima, la poesia fiorisce luminosa e sincera.» (Emilia Dente)
«dove fede e
malattia instaurano un dialogo molto onesto, commovente» (Giancarlo Sissa)
III. classificati
ex aequo
Ritornelli di Saverio Caponi (Firenze)
RIMANDI
Ed era con
l’orecchio che egli la sentiva, più che vederla, portare avanti rivariva la
lunga imbarcazione, con l’andamento naturale di un animo ormai privo di
incanti, che passato per burrasche e procelle e uscitone salvo, non riesce a
trarne motivo né di allegria né di sconforto.
(S. D’Arrigo, I fatti
della fera)
PONTI
Alla metà
di questo lungo istmo scoprire colonne antiche erette nel sole, tra il calore
delle pietre essere riscoperti dall’estate. La nostra nuova estate al sud la
lunga estate del meridione. Su calde pietre pulsanti nel sole essere riscoperti
dalla luce. Al sud del mondo, nell’estate dell’anno, alla metà del giorno.
Poi è
tutto abbandono al ricordo, il moto del mare sul battello dello Stretto provoca
un riflesso di poesia già chiusa in un cassetto. L’immagine, ecco, un viso forte solcato dal vento caldo
della malinconia, sul ponte del traghetto ignoto sentimento di nostalgia. Ditemi
quali pensieri nel cuore di isolani in partenza e di ritorno sulla nave dello
stretto.
Ed è
bello. Il sangue della creazione non investe più pesanti colonne o erezioni di
parole sul mare. In questo sole d’ottobre che commuove questo paese che riposa
le membra su questa spiaggia di fine stagione -assente la consueta immobilità
monumentale, grandiosa architettura mentale della piena estate del Sud – ora,
rinunciando a pose statuarie fluiscono libere le parole in colloqui lieti tra
persone.
Che gusto c’è a
ricordare i vagoncini bianchi
del tram che portava al
mare? Nessuno,
semmai si prova una
pena, un rammarico,
un rancore, poiché
allora c’eri e adesso no.
(L. Pintor, Il
nespolo)
FABRICA
I.
Dall’arco d’ingresso uno schizzo di luce. Arancione. Una macchia arancione. Questo è il mio ricordo. Nient’altro posso inquadrare di Lei, com’era vestita ad esempio. Forse il bikini sotto un corto vestito. Arancione. Comunque sia questo è sempre stato per me il suo colore.
II.
Fingo di incontrarla per caso. Lei sta scendendo al mare. Emerge con un passo dal centro di un piccolo gruppo. Invita anche noi ad andare. Non abbiamo il costume. È lo stesso dice. Non sapevamo che era sul mare e solo la sera aperta la gran festa nazionale. (…)
Saverio Caponi è nato a Firenze, città dove sempre vive, lavora, ed è impegnato quotidianamente a guadagnare il giusto tempo per leggere, studiare e scrivere, cose di filosofia, poesia, spiritualità.
«Prose
liriche di certo interesse e di misura elegante» (Giancarlo Sissa)
«Questa composizione mi ha colpito per
la varietà di immagini suggestive e di situazioni. L’autore, trasportato da una
conoscenza profonda dell’animo umano, riesce a portar fuori poesia da ogni
angolo. Le citazioni che si alternano ai testi dell’autore donano vitalità
all’opera.» (Annalisa Ciampalini)
Notturni e
ombre di Nadia Chiaverini (Pisa)
Stanotte trattenevo il fiato
mentre strappavo l’afa con le mani
alla ricerca del sentiero nascosto
Stamani troverò le tracce
nel terreno smosso dalla bestia
che azzanna l’alba
Sorvola lo spirito inquieto
la mancanza del limite :
il mistero è presente nelle cose
*
Danzano i panni stesi nella notte
cantano l’estate
e il corso delle cose
insofferente all’agonia dell’attesa
In lontananza il richiamo
di un uccello, quasi un lamento
risponde una sirena
l’erba impazzisce nell’arsura
All’alba dalla strada sterrata
s’alza una nuvola di polvere
s’apposa sulle stoppie dei campi
e scompare nel giorno
*
Ho spiato l’alba affacciarsi
tra le nuvole rosa
Il verde intenso è emerso
dalla notte stellata
Un tripudio di freschezza risplende
nella luce dell’estate che muore
*
Percorro le vie dell’ombra
strali di comete incendiano gli occhi
m’aggrappo agli anelli di Saturno
e racchiudo il grido
in un barattolo di vetro
trasparente
tracima la mente incoerente
sobilla l’altitudine
ingoia i meridiani del cosmo
la notte nel suo guscio
Nadia Chiaverini è laureata in Giurisprudenza e scrive versi dal 2010. Legge moltissimo, soprattutto poesia contemporanea, riviste e blog letterari. Partecipa a circoli culturali, manifestazioni letterarie e letture pubbliche. Ha pubblicato in poesia: L’età di mezzo, Ibiskos Ulivieri 2004; Dai profumo al fiore, Ibiskos Ulivieri 2005; L’altra metà del cielo, Ibiskos Ulivieri 2008; Smarrimenti, Helicon 2011; I segreti dell’Universo, CFR Edizioni 2014; Poesia stregatta e altre visioni, Carmignani Editrice 2015. Suoi versi con interventi critici sono pubblicati ne Puntoeacapo 2013), sul web e in riviste (tra cui Poeti e Poesia n. 33 dicembre 2014). È inserita in numerose antologie, le più recenti: Keffiaeh, intelligenze per la pace, CFR 2014; Homo eligens, deComporre 2014; La tentazione di esistere, Limina mentis 2015; L’Impoetico mafioso. 105 poeti per la legalità, CFR 2012; Il ricatto del pane, CFR 2013. È presente in antologie di poesia contro la violenza sulle donne: Unanimemente, ed. Zona 2011; Cuore di Preda CFR 2012; FIL ROUGE. Antologia di poesia sulle mestruazioni, CFR 2015 a cura di Antonella Barina e Loredana Magazzeni. Radici ed ali è inserito ne Il tempo del padre (Fara 2015), L’equilibrio e la scelta in Uno scarto di valore a Bardolino (Fara 2016).
Nadia Chiaverini è laureata in Giurisprudenza e scrive versi dal 2010. Legge moltissimo, soprattutto poesia contemporanea, riviste e blog letterari. Partecipa a circoli culturali, manifestazioni letterarie e letture pubbliche. Ha pubblicato in poesia: L’età di mezzo, Ibiskos Ulivieri 2004; Dai profumo al fiore, Ibiskos Ulivieri 2005; L’altra metà del cielo, Ibiskos Ulivieri 2008; Smarrimenti, Helicon 2011; I segreti dell’Universo, CFR Edizioni 2014; Poesia stregatta e altre visioni, Carmignani Editrice 2015. Suoi versi con interventi critici sono pubblicati ne Puntoeacapo 2013), sul web e in riviste (tra cui Poeti e Poesia n. 33 dicembre 2014). È inserita in numerose antologie, le più recenti: Keffiaeh, intelligenze per la pace, CFR 2014; Homo eligens, deComporre 2014; La tentazione di esistere, Limina mentis 2015; L’Impoetico mafioso. 105 poeti per la legalità, CFR 2012; Il ricatto del pane, CFR 2013. È presente in antologie di poesia contro la violenza sulle donne: Unanimemente, ed. Zona 2011; Cuore di Preda CFR 2012; FIL ROUGE. Antologia di poesia sulle mestruazioni, CFR 2015 a cura di Antonella Barina e Loredana Magazzeni. Radici ed ali è inserito ne Il tempo del padre (Fara 2015), L’equilibrio e la scelta in Uno scarto di valore a Bardolino (Fara 2016).
«Una
radiografia dell’attimo - vetta o crollo che sia - e, da lì, un punto di fuga:
tante le vie per allontanarsi -fantasia, raziocinio, ricordi, dolcezze- per poi
ritornare più consci di prima a quell’attimo, forse per riuscire a dare un nome
specifico all’emozione che comunque lo gravava. È una poesia sincera.» (Angela
Caccia)
«il
coraggioso sospiro poetico lacera l'impalpabile filo del tempo che àncora il
corpo alle leggi materiali dell'essere e ne fa intricato e sottile ricamo
nell'indomito canto dell'anima» (Emilia Dente)
«Tutta la silloge è
caratterizzata da un linguaggio musicale che aiuta nella lettura e rende ariosi
anche i momenti più drammatici. L’andamento del ritmo e la scelta del lessico
sono inseparabili dal significato della silloge nella quale si dà vita a
immagini evocative e a momenti in cui predomina l’immaginazione insieme al
desiderio di penetrare il mistero intrinseco all’universo. Lo sguardo poetico e
l’ispirazione dell’opera è ben rappresentata dai versi seguenti:
Sorvola
lo spirito inquieto
la
mancanza del limite:
il
mistero è presente nelle cose.
In
lontananza il richiamo
di
un uccello, quasi un lamento
risponde
una sirena
l’erba
impazzisce nell’arsura. »
(Annalisa Ciampalini)
Sono una giornalista italiana che lavora in Germania, attualmente per il quotidiano Weser-Kurier, e ho pubblicato la mia prima raccolta di poesie nel 2013 con la casa editrice Prospero Editore (Fino alla fine dell'illusione). Una seconda edizione stampata, rivista e con nuovi poemi, è uscita lo scorso novembre. Il mio percorso di studi è stato umanistico: Triennale in Scienze della Comunicazione, Specialistica in Scienze Umanistiche europee e un Master in Giornalismo dei nuovi media. Ho fatto ricerca in Inghilterra su nuove tecnologie per un paio di anni, mentre insegnavo come tutor alla facoltà di Comunicazione di massa dell'Università di Leicester. Ho lavorato come giornalista freelancer in Inghilterra, Germania e Myanmar, talvolta per quotidiani/riviste e talvolta per radio/televisione.
«Nella
formula semantica complessa e profonda di questa silloge, il pensiero
razionale, l'emozione e la riflessione empatica si fondono in un quadro poetico
caleidoscopico, dalle ombre accese e dai contorni sfumati, specchio opaco del
disorientamento e della precarietà dei tempi odierni.» (Emilia Dente)
Terre d’acqua di Donatella Nardin (Cavallino Treporti, VE)
Terre d’acqua
I
D’oro e di luce ti bagnerei lo sguardo,
improvvida luce del nostro primo
sentire, terra madre sbocciata dai polsi
di un piccolo nulla che in sé appalesa
tutti gli eventi.
Nuda, gloriosa, vortica l’acqua
delle nostre radici sull’orlo vivo
del tempo se al collo indossa
la vivacità di una corte di foglie
e di uccelli
dall’acqua raccolgo il mio volto
sfiorando l’asfalto, sfida i limiti
dell’emotività l’imperativo
a svettare e chissà cosa si cela al di là,
cosa riluce nel grumo violetto
di piume e cementi, quale solitudine
accesa alle palpebre chiuse.
II
Il resto è pace, un senso, un’idea
nel fondo intatto d’isole bastanti
a se stesse.
Il resto è quiete guizzata in gola
da una fulgida luna di rotondi silenzi
prima che nel dispendio di sé
l’acqua per una via ai più segreta
-
dal granato del sangue al rosso
rubino della carne - sia solo
una febbre di nebbie, di un dire
già detto il lieve rimpianto
o quel sostare felice, se siamo
già altro, nel fitto cangiante
di verdissimo verde, stupefatto
presente che ci allinda
e c’illanguidisce.
Tutta luce
Considera di questo luogo isolato
la macchia viva del cielo:
un talento mite ma autorevole
inonda i campi e le case
di cose buone, lucenti.
Nel liquido riflesso raggiunge
il suo limite il fiore – si modella
la grazia sulle imperfezioni – .
Considera l’esemplarità della storia:
qui, vicino all’amore,
anche prima di essere pensato
è tutta luce il respiro desiderante,
creatura.
E poi il mare
E poi il mare.
Così silenzioso,
così contrito
nel calice muto
del petto
come se al mondo
più nulla
esistesse.
E poi l’onda
notturna, così stretta,
vibrata, come un
lampo
d’imbiancate
memorie sul piazzale
assonnato.
Accoglie la notte
e le sue moltitudini
grate lo smeraldo
splendente,
indistinto qua e
là fino a graffiare
la bocca, ogni
volta di più
esposti noi
nell’urgenza dell’essere
o nel mancarsi
pacato
noi figli di un
acquoreo disegno
all’infinito.
Donatella Nardin è nata e risiede a Cavallino Treporti (VE). Dopo gli studi classici ha lavorato nel settore turistico con incarichi anche dirigenziali. Appassionata da sempre di lettura e scrittura, soprattutto poetica, da qualche anno ha iniziato a partecipare a vari concorsi letterari con risultati gratificanti. Ha ricevuto infatti numerosi riconoscimenti, un centinaio, nelle varie graduatorie concorsuali. Nel 2014, quale premio editoriale di un concorso, ha pubblicato la sua prima silloge poetica In attesa di cielo Ed. Il Fiorino (Premio Giovanni Gronchi, Premio Cinqueterre Golfo dei Poeti, Premio Rivalto-Roberto Magni, Premio Leandro Polverini). Nel 2015, sempre a cura delle Edizioni Il Fiorino, è stata data alle stampe la sua seconda raccolta di testi lirici Le ragioni dell’oro (Premio Giovanni Gronchi, Premio Città di Arona). Numerose sue poesie e alcuni racconti sono stati inseriti in raccolte collettanee di Case Editrici come LietoColle e in alcune riviste dedicate come “Poesia” (Crocetti Ed.).
Donatella Nardin è nata e risiede a Cavallino Treporti (VE). Dopo gli studi classici ha lavorato nel settore turistico con incarichi anche dirigenziali. Appassionata da sempre di lettura e scrittura, soprattutto poetica, da qualche anno ha iniziato a partecipare a vari concorsi letterari con risultati gratificanti. Ha ricevuto infatti numerosi riconoscimenti, un centinaio, nelle varie graduatorie concorsuali. Nel 2014, quale premio editoriale di un concorso, ha pubblicato la sua prima silloge poetica In attesa di cielo Ed. Il Fiorino (Premio Giovanni Gronchi, Premio Cinqueterre Golfo dei Poeti, Premio Rivalto-Roberto Magni, Premio Leandro Polverini). Nel 2015, sempre a cura delle Edizioni Il Fiorino, è stata data alle stampe la sua seconda raccolta di testi lirici Le ragioni dell’oro (Premio Giovanni Gronchi, Premio Città di Arona). Numerose sue poesie e alcuni racconti sono stati inseriti in raccolte collettanee di Case Editrici come LietoColle e in alcune riviste dedicate come “Poesia” (Crocetti Ed.).
«La silloge prende vita da un’ispirazione legata ai
luoghi in cui la presenza dell’acqua è determinante. Leggendo questi versi si
ha un senso di spaesamento, non si capisce dove ci troviamo, poiché a
predominare è l’acqua, insieme agli elementi che le stanno attorno: luce,
cielo, uccelli. Poi, all’improvviso, sorgono riferimenti geografici precisi che
ci riportano ad un contatto concreto con la terra. E anche in questo caso la
forza evocativa non viene meno. Lo sguardo del poeta sul mondo è forgiato
dall’acqua, e scaturiscono immagini di estrema bellezza, a questo proposito
leggiamo:
Nel liquido riflesso raggiunge
Il suo limite il fiore- si modella
la grazia sulle imperfezioni-
… - e invece nel liquido
Cesello si fa laguna l’infelice anarchia
del grigio, nostro passato,
nostro istinto futuro
furioso d’alba, si è impossessato
dei luoghi e di noi l’assillo segreto
della malinconia.»
(Annalisa Ciampalini)
Opere votate
(D)io padre di Marco Colonna (Forlì)
I
Tra cielo e ferro
qui nel respirare
qui nel respirare
II
Acqua ferro bevo
da questa ciotola
che ci contiene tutti,
coperta sopravvissuta
ai morti, oro lasciato
a incastonare ossa,
da questa ciotola
che ci contiene tutti,
coperta sopravvissuta
ai morti, oro lasciato
a incastonare ossa,
in questa guerra che
ci siamo scelti
vale di più il piombo
e vive di silenzi il parlare
al nemico, il respirare
basso con i vermi
ci siamo scelti
vale di più il piombo
e vive di silenzi il parlare
al nemico, il respirare
basso con i vermi
appiattiti nello sparo
che riecheggia e scheggia
un'anima una pietra
nel riparo ancora sono
vivo, vita chi non ce l'ha
più il Dio suo forse l'aiuta.
che riecheggia e scheggia
un'anima una pietra
nel riparo ancora sono
vivo, vita chi non ce l'ha
più il Dio suo forse l'aiuta.
III
Questo nostro resistere
visibile, fare muro,
visibile, fare muro,
che si misura con il tempo
altrui, ché la breccia
è altrove nello spazio,
altrui, ché la breccia
è altrove nello spazio,
dentro, così dentro noi
che nostro è il cedimento,
che nostro è il cedimento,
la sconfitta invisibile
di giorni che premono
la fine dei giorni sempre.
di giorni che premono
la fine dei giorni sempre.
IV
Incombono temi e tempi
che non ci riguardano,
che non ci riguardano,
battiti di noi condannati
all'irrilevanza di uno sfondo,
all'irrilevanza di uno sfondo,
altre morti annodate a case
e giardini che resistono.
Nato a Palermo (Pa) il 4/4/1964, Marco Colonna vive a Forlì (Fc). Dirige (dal 1999) il portale di cronaca e attualità politica SestoPotere.com. Capoufficio stampa del sindacato Ugl segreterie dell'Emilia-Romagna e di Forlì-Cesena e Rimini. Scrive testi di economia e politica per: LaMetaSociale.it. Cura il canale You Tube Lotta alle mafie. Ha scritto per: Il Messaggero ed. di Forlì, Gazzetta di Romagna, Il Resto del Carlino, Il Giornale, Lo Stato, Il Borghese, L'Uomo Qualunque. Ha collaborato con i Tg di VideoRegione ed Aria radio. Ha scritto libri di cinematografia e il libro Ani+ma (FaraEditore). Poesie selezionate al concorso Zuppardo 2017. Pubblica poesie nei siti web: Scrivere.Info, ParoleDelCuore.Com, PortfolioPoetico.Com, PoesiaNuova.Com e PoesieInVersi.It. Pubblica video-poesie nel canale You Tube Marco Colonna Poesie.
e giardini che resistono.
Nato a Palermo (Pa) il 4/4/1964, Marco Colonna vive a Forlì (Fc). Dirige (dal 1999) il portale di cronaca e attualità politica SestoPotere.com. Capoufficio stampa del sindacato Ugl segreterie dell'Emilia-Romagna e di Forlì-Cesena e Rimini. Scrive testi di economia e politica per: LaMetaSociale.it. Cura il canale You Tube Lotta alle mafie. Ha scritto per: Il Messaggero ed. di Forlì, Gazzetta di Romagna, Il Resto del Carlino, Il Giornale, Lo Stato, Il Borghese, L'Uomo Qualunque. Ha collaborato con i Tg di VideoRegione ed Aria radio. Ha scritto libri di cinematografia e il libro Ani+ma (FaraEditore). Poesie selezionate al concorso Zuppardo 2017. Pubblica poesie nei siti web: Scrivere.Info, ParoleDelCuore.Com, PortfolioPoetico.Com, PoesiaNuova.Com e PoesieInVersi.It. Pubblica video-poesie nel canale You Tube Marco Colonna Poesie.
«scrittura
solide, essenziale, molto consapevole (soprattutto nei componimenti più brevi)»
(Giancarlo Sissa)
«Per lo più,
piccoli grani di un rosario, misteri laici, profondità e abissi.» (Angela
Caccia)
Negli incastri degli
orologi di Sabatina
Napolitano (Casalnuovo di Napoli, NA)
quando l'occhio si incurva,
le memorie si adagiano una sull'altra,
le memorie si adagiano una sull'altra,
il rimarginarsi del tempo nella lentezza
compiuta al calpestio della neve
sapiente e lieve posa la sua rosa
in un angolo dei miei libri
compiuta al calpestio della neve
sapiente e lieve posa la sua rosa
in un angolo dei miei libri
che non conoscerai mai la durezza,
del nostro amore di personaggi calcolati
occupati poco dopo la nascita
a gioire delle ricompense fiammanti
del nostro amore di personaggi calcolati
occupati poco dopo la nascita
a gioire delle ricompense fiammanti
che solo chi ha mangiato le spine
può ottenere dalle mute nascite,
dalle cieche costruzioni invisibili
può ottenere dalle mute nascite,
dalle cieche costruzioni invisibili
la visione delle parole sopravvissute
nei giorni da percorrere lentamente
gettati al nostro antico pensiero
di cura e di destino perfettamente umano.
gettati al nostro antico pensiero
di cura e di destino perfettamente umano.
l'orizzonte
è l'infinito tratto del respiro
le pupille sono l'ovaio del fiore,
petali di memorie che ci somigliano
scritte in taccuini al ritmo del piacere
la cura della foglia regala storie
che qualcuno colga i momenti consumati
un mazzo di campi di grano tenuti stancamente
nell’ardore di fava,
che qualcuno riformuli il cosmo.
si fa chiara la memoria
le pupille sono l'ovaio del fiore,
petali di memorie che ci somigliano
scritte in taccuini al ritmo del piacere
la cura della foglia regala storie
che qualcuno colga i momenti consumati
un mazzo di campi di grano tenuti stancamente
nell’ardore di fava,
che qualcuno riformuli il cosmo.
si fa chiara la memoria
quando sbocciano in banali accordi
i pensieri dei segreti dimenticati.
Studiamo i nostri segni assonnati,
le geometrie che vivono nel tempo
per rotolare poi trattenuti e folli
in giorni come sponde.
Sabatina Napolitano è nata nel 1989, ha studiato e vissuto a Napoli. È diplomata al liceo classico Genovesi, e laureata magistrale in Biotecnologie mediche alla Federico II di Napoli. Ha vissuto per un brevissimo periodo nel sud della Francia come completamento dei suoi studi scientifici. Pubblica le sillogi poetiche Metastasi di autonomia (La scuola di Pitagora Editrice 2011), Tango per cigni neri (Il saggio editore 2013), A briglie sporche (Menna Editore 2013), Poesie d'amore (La scuola di Pitagora editrice 2015). Ha vinto diversi concorsi a carattere nazionale come il Formica Nera per la poesia singola, il Peter Russel, il premio Recco, citta di Sarzana e Polverini per la silloge.
Sabatina Napolitano è nata nel 1989, ha studiato e vissuto a Napoli. È diplomata al liceo classico Genovesi, e laureata magistrale in Biotecnologie mediche alla Federico II di Napoli. Ha vissuto per un brevissimo periodo nel sud della Francia come completamento dei suoi studi scientifici. Pubblica le sillogi poetiche Metastasi di autonomia (La scuola di Pitagora Editrice 2011), Tango per cigni neri (Il saggio editore 2013), A briglie sporche (Menna Editore 2013), Poesie d'amore (La scuola di Pitagora editrice 2015). Ha vinto diversi concorsi a carattere nazionale come il Formica Nera per la poesia singola, il Peter Russel, il premio Recco, citta di Sarzana e Polverini per la silloge.
«Poesia sul
tempo, sulla notte, sul respiro, sul corpo, sul piacere, sulla mancanza, sull'amore.
Si tratta di versi che pescano nella forza dell'inconscio, nel crearsi delle
immagini attraverso l'impatto dei sensi su una realtà slabbrata, rarefatta,
priva di connotati fisici determinati. Eppure questa poesia non cede mai alla
lusinga dell'incomprensibilità, ma ricerca con pervicacia il senso delle cose,
la chiarezza del discorso. Ne emergono versi limpidi che si avvicendano i testi
che finiscono per comporre un piccolo poema del desiderio e della conoscenza.»
(Luca Benassi)
«Con una buona dimensione narrativa e una versificazione
interessante. » (Giancarlo Sissa)
«Interessante,
altalenante tra intuizioni felici e significati ombrosi» (Angela Caccia)
C'è una tendenza di Michele Caliano (Montoro, AV)
22
06 2016
Nel
mondo della conoscenza
c’è
una tendenza:
i
filosofi con la coscienza
i
fisici con la “quantum essenza”.
Il
soggettivo contro l’oggettivo
l’osservatore
e l’osservato
che
entrambi fanno parte del “creato”.
Uniti
da un sol fattore:
fare
impazzire il comune osservatore.
Io
sono uno di questi
che
vivo una giornata normale
tra
calcio, film e telegiornale.
Il
mio tempo è regolare
me
ne “frego” del sociale.
Il
mio egoismo è tale
da
trasformare l’altruismo
in
un gioco di positivismo.
Tutte
le bugie, tutte le menzogne
fanno
parte delle mie “fogne”.
L’unico
mio obiettivo è vivere una vita agiata
tra
zucchero, caramelle e cioccolata.
Chi
mi segue nell’obiettivo
è
amico mio.
Tutti
gli altri che non si sono adattati
dall’evoluzione
della specie sono stati eleminati.
La
mia è una specie animale
senza
distinzione di sesso e religione.
Fondata
dai cattivi e dal male
e
dalla falsa morale.
L’unica
incognita finale
è
che non c’è un senso reale
a quello
che ho pensato, scritto ed elencato
l’importante...è
che mi sia “sfogato”. [i]
[i]
Osservare e capire l’universo con la scienza e il pensiero. Dal micro a macro,
con i fisici e la meccanica quantistica, i filosofi con la conoscenza della
coscienza.
L’osservatore è la fonte primaria soggettiva che studia
e osserva l’oggettività reale.
Tra queste due figure c’è una terza che fa parte della
vita comune, di tutti i giorni.
Presentata in prima persona “io sono uno di questi” che
vive una vita normale, regolare nel comune sistema sociale.
Sistema fondato sulla legge Darwiniana dell’evoluzione
con le sue leggi biologiche di base che si adattano alla sopravvivenza della
specie in un fondo egoistico sia sociale che genetico. Il gene egoista.
Un adattamento evolutivo capace di trasformare
l’egoismo in un falso altruismo.
Il finale è negare questi pensieri negativi e fare
rivivere l’ottimismo con l’amore per la vita, dono unico e irripetibile.
28.01.15
Ogni cervello evoluto
La coscienza ha
potenziato.
I neuroni sono inibitori
ed eccitatori
La sinapsi li rende
esecutori.
I dentriti l’attività
elettrica
Un decimo di volts li
eccita.
L’assone
Unisce ogni singolo
neurone.
Ottantasei miliardi di
neuroni
Creano la coscienza
dentro e fuori.
Alle leggi della fisica
il cervello obbedisce
della legge di
conservazione è un persecutore.
La coscienza svanisce
quando il cervello più
non esiste.
Anche il mondo viene a
mancare
così come ogni singola
esperienza,
ricordo o pensiero da
poter memorizzare.
Il caos deterministico
relativistico probabilistico limita la conoscenza
del destino ogni mente
ne può fare senza.
Tutta la materia
cosciente
l’universo e le sue
scienze
consapevoli di loro
stessi
si meravigliano del dono
della vita
ogni esperienza vissuta
mai più sarà ripetuta.
Bibliografia o babbo grafia: Michele Caliano è nato sul pianeta terra nel lontano 1963. Ancora non è morto +++ Residente a casa sua (non per molto). Questa è la sua prima pubblicazione nonché l’ultima. Pensiero razionalista che prevale sull’irrazionale. La nostra mente è in funzione di leggi fisico/biologiche
dove non è presente l’anima soggetto e oggetto di
credenza di tutte le religioni del mondo e dell’universo.
«Interessante
per l'uso ironico della rima e la vicinanza fra pensiero filosofico e poesia»
(Giancarlo Sissa)
Porti piume e ali adesso di Marina Massenz (Milano)
Con un pennello di
martora
Con un pennello di martora
molto
delicato passare
la
biacca sul viso come farsi muro
incidere
i ricordi come graffitaro
la
notte sfregia portoni e vagoni
insieme
a pensieri di sogno
non
temere il parlarti né vedere
come
vivo il tuo volto che sorride
e
piuttosto soddisfatto se ne va.
Davvero ti ringrazio di queste recenti
apparizioni
come fai a trovarmi mentre
dormo
tra tutto il sonno del mondo?
Ieri c’era il sole sul tuo terrazzo
avremmo
guardato i tetti oltre
i
fili e i pali verso le rondini
cerco
nel loro volo teso il tuo
Che bello e questo e quello e così via.
È acqua che sale non fa male
È acqua che sale non fa male
è
anima che si svuota in acqua
che
sale dallo sterno stretto
come
un pugno serrato che strizza
e si
sgonfia come pompa rilascia.
Il
cuore asincrono. Le senti,
le
extra-sistoli? Non fanno male.
È solo il fiato che manca l’affanno
mentre
i piedi avanti march uno
dopo
l’altro sulle scale fino al tuo
piano
dove non sei più. Bisogna
spingere
forte il tram in salita.
Tutto
qui. Lo dicevi sempre per
dire
che la vita fa fatica.
Quando tutto questo movimento
finirà
e l’acqua in un lago fermo,
di
memoria e mancanza il fondo.
Marina Massenz, nata nel 1955 a Milano. Psicomotricista, si occupa di terapia e formazione, ed è autrice in questo ambito di tre libri e numerosi saggi. Ha pubblicato la raccolta poetica Nomadi, viandanti, filanti (Amadeus 1995, con presentazione di Marosia Castaldi) e, nel 2011, con le edizioni L’Arcolaio (Forlì), La ballata della parole vane, con postfazione di Andrea Inglese. Suoi versi e prose poetiche sono state pubblicate sulle riviste “Accordi”, “Inverso”, “Qui-appunti dal presente”, “Il monte analogo”, “Poliscritture”, “Le voci della luna”. Sue poesie sono apparse inoltre sui siti Internet La poesia e lo spirito (2009–2010) e X Quaderno da fare (a cura di Biagio Cepollaro, 2007). Nel giugno 2010 alcune sue poesie, recitate da lei stessa e coreografate e danzate da Franca Ferrari, sono state presentate sotto il titolo Danza e poesia alla Casa della poesia di Milano (Palazzina Liberty). Un suo testo è stato selezionato e tradotto in inglese per le rivista internazionale on-line Vents Alizès-Partaz.
Marina Massenz, nata nel 1955 a Milano. Psicomotricista, si occupa di terapia e formazione, ed è autrice in questo ambito di tre libri e numerosi saggi. Ha pubblicato la raccolta poetica Nomadi, viandanti, filanti (Amadeus 1995, con presentazione di Marosia Castaldi) e, nel 2011, con le edizioni L’Arcolaio (Forlì), La ballata della parole vane, con postfazione di Andrea Inglese. Suoi versi e prose poetiche sono state pubblicate sulle riviste “Accordi”, “Inverso”, “Qui-appunti dal presente”, “Il monte analogo”, “Poliscritture”, “Le voci della luna”. Sue poesie sono apparse inoltre sui siti Internet La poesia e lo spirito (2009–2010) e X Quaderno da fare (a cura di Biagio Cepollaro, 2007). Nel giugno 2010 alcune sue poesie, recitate da lei stessa e coreografate e danzate da Franca Ferrari, sono state presentate sotto il titolo Danza e poesia alla Casa della poesia di Milano (Palazzina Liberty). Un suo testo è stato selezionato e tradotto in inglese per le rivista internazionale on-line Vents Alizès-Partaz.
«Una silloge caratterizzata da un
lessico semplice ed elegante allo stesso tempo. I versi sono per la maggior
parte ispirati dalla perdita del padre e non cedono mai a sentimentalismi
scontati nonostante l’evidente amore per la figura paterna e lo sgomento per la
sua mancanza.
…Io
svanisco senza te
mettimi le mani sul capo e tienimi giù.
mettimi le mani sul capo e tienimi giù.
Solo
tu lo sai fare così bene da crederci.
La silloge è cosparsa di immagini
evocative e originali che sapientemente rendono il lettore partecipe a
un’esperienza umana importante e dolorosa. A questo proposito mi piace
ricordare i seguenti versi:
ora c’è il mare del Nord
il gran Baltico a battere
le rive a tambureggiare
il cuore striminzito stretto
niente tutela di abbraccio
né ampie vele mediterranee
con braccia e mani.»
ora c’è il mare del Nord
il gran Baltico a battere
le rive a tambureggiare
il cuore striminzito stretto
niente tutela di abbraccio
né ampie vele mediterranee
con braccia e mani.»
(Annalisa Ciampalini)
Affiora di
Rita Stanzione
(Roccapiemonte, SA)
Affiora
Oggi dal mare corrono nubi
come di viole scure
affiora tanto movimento
da eclissarci in spampanate identità.
Si sfaglia il sole, diserto appena
in risonanze che accerchiano i capelli.
Ci guadagno, sì, dolcezza a
interpretare
i rintocchi del sale sulle torri
e dei saltelli al vento la traiettoria
incompiuta, irregolare
dove piegare labbra ed intrecciarsi
in parole uguali a sempre e cinte
da noti respiri, senza ridondanza.
È questo?
Umori nuovi sul filo
delle dita
da calze trasparenti e l’ambra
desta
si divide tra amache e
fiori dinoccolanti
ho visto perfino il
giardino della luna
nel getto del sole: è
giallo ginestra,
i baccelli mimano la tua
bocca
quando mi chiami con
nomignoli di cerva
l’acerba traccia di
desio si espande in fughe
– correre a procreare
alberi d’oro? – vieni a me
con mastice di polline.
Mi sento una scatola di
api
sotto ciondoli azzurri,
lacci di favo intorno
dilatano il venir meno
lascio che primavera
abbondi,
planino le ciglia nel
verde integrale
del tuo sterno d’attesa.
È questo?
Rita Stanzione è nata a Pagani (SA) e vive a Roccapiemonte. Docente di scuola primaria, ha continuato gli studi nell’ambito delle scienze. Scrive poesie su varie temi e si diletta a comporre haiku e qualche aforisma. Ha ottenuto importanti riconoscimenti in concorsi letterari nazionali e internazionali. Sue pubblicazioni, raccolte di poesie: L’inchiostro è un fermento di macchie in cerca d’asilo (Libreria Editrice Urso 2012); Spazio del sognare liquido (Rupe Mutevole 2012); Versi ri-versi (Carta e Penna 2012); Per non sentire freddo (ebook, Editrice gds Diffusione Autori 2012); È a chiazze la mia bella stagione (Libreria Editrice Urso 2013); Canti di carta (Fara 2017); Di ogni sfumatura (Libreria Editrice Urso 2017). Sue poesie sono pubblicate su riviste e siti di letteratura nazionali e internazionali (tradotte in inglese e altre lingue).
«In testi brevi, affilati, questa poesia cerca di vagliare il mistero, di svelare gli incastri del tempo nei segni di una natura che si mettere in relazione con la quotidianità dell'uomo: rondini, giardini, ciglia, fiori, pollini diventano il correlativo oggettivo del mutare delle stagioni della vita, dell'aprirsi della gioia, del mutare del dolore dell'essere umano. Si tratta di versi dall'attitudine pittorica, capaci di mostrarci in poche pennellate mari, cieli solcati dalle nubi, deserti, "città di sabbia e chiusi distretti", senza mai cedere alla retorica, ma cercando la forza di abbagli di luce, nell'innamorarsi dei sensi.» (Luca Benassi)
«In testi brevi, affilati, questa poesia cerca di vagliare il mistero, di svelare gli incastri del tempo nei segni di una natura che si mettere in relazione con la quotidianità dell'uomo: rondini, giardini, ciglia, fiori, pollini diventano il correlativo oggettivo del mutare delle stagioni della vita, dell'aprirsi della gioia, del mutare del dolore dell'essere umano. Si tratta di versi dall'attitudine pittorica, capaci di mostrarci in poche pennellate mari, cieli solcati dalle nubi, deserti, "città di sabbia e chiusi distretti", senza mai cedere alla retorica, ma cercando la forza di abbagli di luce, nell'innamorarsi dei sensi.» (Luca Benassi)
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