Claudio Lamberti, Le cose piccole non si vedono in autostrada, poesie, FaraEditore, 2016
recensione di Federica Vasconi
Claudio Lamberti è un poeta che, con la sua raccolta di poesie Le cose piccole non si vedono in autrostrada, ha vinto il concorso Faraexcelsior. Il suo libro è diviso in cinque capitoli, prologo ed epilogo compresi che, a mio parere, vengono poi suddivisi in due parti. La prima parte è formata dalla sezione centrale "Umani", dedicata al rapporto con gli altri, e dalle due sezioni "Note" ed "Elementi", principalmente incentrate nel rapporto con il mondo, citando fenomeni atmosferici ed altri elementi naturali aventi significati "allegorici": essi, infatti, descrivono il panorama interiore dell'autore, che imprime alla poesia una certa vitalità ("Emano / calore / come il jazz all'alba / improvviso", "Non posso scivolare / dal cielo grigio / da dove sono / fino al futuro", "Le mani cingono / spalle tremolanti / al vento di mare", "L'odore del pino / che guarda il tramonto / e guarda sè stesso / non morire mai", "Non esiste colpa / nè cosa più calda /di un abbraccio nell'aurora", "L'orizzonte morirà / nel nostro abbraccio").
La seconda parte, invece, è formata dalla sezione finale "Essendo"; qui l'autore esprime tutta la vitalità della poesia: i diversi elementi si congiungono in un dettato vitale che traccia un percorso sinuoso e pulsante di sfumature nel suo rapportarsi con il mondo e il panorama poetico si sfoca ulteriormente acquistando una dimensione interiore in cui il linguaggio viene piegato ed esteso ("Incisivi nella terra / mi imprigiona / mi conserva / Terrorizza / venatura sulla gola / il perbenista", "Le dita sono matite / disegno / la cosa più verosimile / all'idea di bellezza / Disegno / lacrime / fiocchi di neve / capovolto / su quei palazzi...").
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