Sono “solo brevi domande esiliate” quelle che Griselda Doka si pone nella sua prima silloge poetica pubblicata da FaraEditore.
Un percorso poetico e umano che scivola come una nenia tra il ricordo e la rivalsa del passato. Un canto triste e fiero che ci permette d'immaginare i ricordi di un paese natale lontano e allo stesso tempo vicinissimo. “Ti Shqipëri, më jep nder, më jep emrin shqipëtar” (Tu Albania, mi dai onore, mi dai il nome albanese)
“in quell'angolo del mondo/ dove congelato è rimasto il volo dell'aquila/ troppo alto il cielo/ troppo bassa la terra” (Solo brevi domande esiliate, p. 23)
Una voce nuova quanto interessante quella di Griselda. Capace di disegnare immagini familiari bellissime quanto caustiche, ricche di quel maturo perdono che solo il tempo è capace di donare. Una litania bilingue che trascina e ci trascina in un personalissimo percorso di purificazione:
“mi dispiace madre/se non ho mantenuto la grande promessa/ se ho disobbedito/ e non ho imparato a volare/ per la tua gioia” (Solo brevi domande esiliate, p. 47)
La visione di una donna, figlia e oggi madre che si guarda indietro e senza rimpianti pare dire “no, non rimpiango nulla”.
Un percorso poetico e umano che scivola come una nenia tra il ricordo e la rivalsa del passato. Un canto triste e fiero che ci permette d'immaginare i ricordi di un paese natale lontano e allo stesso tempo vicinissimo. “Ti Shqipëri, më jep nder, më jep emrin shqipëtar” (Tu Albania, mi dai onore, mi dai il nome albanese)
“in quell'angolo del mondo/ dove congelato è rimasto il volo dell'aquila/ troppo alto il cielo/ troppo bassa la terra” (Solo brevi domande esiliate, p. 23)
Una voce nuova quanto interessante quella di Griselda. Capace di disegnare immagini familiari bellissime quanto caustiche, ricche di quel maturo perdono che solo il tempo è capace di donare. Una litania bilingue che trascina e ci trascina in un personalissimo percorso di purificazione:
“mi dispiace madre/se non ho mantenuto la grande promessa/ se ho disobbedito/ e non ho imparato a volare/ per la tua gioia” (Solo brevi domande esiliate, p. 47)
La visione di una donna, figlia e oggi madre che si guarda indietro e senza rimpianti pare dire “no, non rimpiango nulla”.
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