recensione pubblicata in www.circumnavigarte.it/caccia
Angela Caccia
Nel fruscio feroce degli ulivi
(Fara Editore)
Angela Caccia
Nel fruscio feroce degli ulivi
(Fara Editore)
Un
titolo che porta a chiedersi cosa potremmo scoprire nelle sue pagine,
perché le fronde degli ulivi smosse dal vento possono generare un
fruscio “feroce”? Nell’addentrarsi in quest’opera scopriamo ritratti
immortalati da una attenta osservatrice di quanto ci circonda. Pagine
intrise di passione che si incrociano con domande, risposte, ricerche
intime e contraddizione dell’essere umano. Ma sono pagine che riescono a
coinvolgere empaticamente il lettore. Angela Caccia con la sua poesia
coglie esattamente nel segno di quello che dovrebbe essere la poesia:
permettere a chi legge di appropriarsi e fare sue emozioni e sensazioni,
magari da un angolo di visione differente da quello dell’autore, ma
anche questo è uno degli scopi della poesia.
Nello scorrere dei versi sembrano trasparire momenti e passaggi di vita dell’autrice, il perdersi e ritrovarsi nell’intimo dopo delusioni e rinascite, come per voler affidare alle parole la centralità del suo mondo.
Cosi’ si racconta in due righe la poetessa “...poi un bel giorno mi chiesi chi fossi e rinvenni una tipa. Per alcuni versi la trovai estremamente buffa. La congedai. Il recupero dell’autenticità fu lungo ma non faticoso, probabilmente ero sempre rimasta nei paraggi di quel centro che oggi sento casa.”
Nello scorrere dei versi sembrano trasparire momenti e passaggi di vita dell’autrice, il perdersi e ritrovarsi nell’intimo dopo delusioni e rinascite, come per voler affidare alle parole la centralità del suo mondo.
Cosi’ si racconta in due righe la poetessa “...poi un bel giorno mi chiesi chi fossi e rinvenni una tipa. Per alcuni versi la trovai estremamente buffa. La congedai. Il recupero dell’autenticità fu lungo ma non faticoso, probabilmente ero sempre rimasta nei paraggi di quel centro che oggi sento casa.”
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