recensione di Narda Fattori
Il libro che prendo in esame è una miscellanea che è
attraversata da un filo che cuce i diversi scritti e da un fine condiviso.
Senza fiato 3
è dedicato ai bambini ammalati di fibrosi cistica, ai bambini con
il fiato breve, quelli che non possono correre. Un tempo la mortalità per
questa malattia genetica era precoce e altissima, ma si sono fatti ricerche e
progressi, così l’aspettativa di vita supera quasi sempre la soglia dei primi enta
e forse dei primi anta; noi vorremmo che non avessero soglia se non
quella che incontriamo ciascuno di noi.
Il curatore, Guido Passini, è affetto dalla malattia ma non
si è arreso. Ha creato un'organizzazione per sostenere la lotta contro la fibrosi cistica, promuove
progetti letterari condivisi e personali.
Questa antologia richiama l’attenzione sui bambini portatori
di fibrosi e crea attorno a loro un girotondo di persone che vogliono
sostenerli con un soffio e un dono: un racconto, una filastrocca, una poesia…
Mi pare una scelta molto lungimirante quella di Guido; le
prime due antologie erano attente agli adulti, ma la malattia si preannuncia
fin dalla tenera età, quando ancora manca la consapevolezza e i piccoli
pazienti potrebbero abbattersi e assumere comportamenti da vinto.
La presenza affettiva e fantasiosa degli adulti rincuora e
dona loro la forza per non
abbattersi.
L’impegno che profonde Guido Passini per la conoscenza della
malattia (tiene conferenze e colloqui ovunque gli venga chiesto) e per la battaglia
per una cura sempre più efficace
merita plauso e attenzione.
L’antologia è nata per concorso–cooptazione; non ci sono
premi, ma che dico, c’è il premio più grande: la volontà di contribuire
attivamente per migliorare il mondo, ciascuno attraverso le sue competenze.
Il libro che ne è scaturito è piacevole nella sua varietà di
generi sia per una lettura adulta che per una lettura rivolta ai bambini e,
anche questo conta, vi sono presenti firme significative della realtà culturale
italiana. Credo che ogni scuola primaria e secondaria inferiore dovrebbe averlo
nella biblioteca di classe e, di tanto in tanto, accompagnare la lettura di un
racconto o di una poesia con una riflessione.
Credo sia più significativo, educativamente parlando, questo
comportamento che chiedere i due euro per le più varie e disparate e giuste
cause; l’alunno che riflette è protagonista e si sente attivamente coinvolto.
Credo che questa sia la motivazione dell’impegno del curatore.
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