lunedì 19 marzo 2007

Chiara Daino, La Merca (Sannelli e Ricciardi)


La privazione volontaria del cibo parifica il cibo all’orrore (Bacon disse che solo un pervertito può ammirare un animale macellato) o indica una mancanza? E’ facile dire che si tratterebbe della mancanza d’«amore»: il fatto è l’amore ha troppe forme – «tra uomo e donna, tra uomo e uomo, tra donna, fra genitori e figli» – (Chiara Daino, La Merca, Fara, Rimini 2006) per essere oggetto di una sola mancanza, oggettivata in un solo modo. Perché Anna – di cui «il Signore aveva reso sterile il grembo» (I Sam., 1, 6) – «non voleva prendere cibo» (1, 7)? Qual è il rapporto tra la sua sterilità e la sua anoressia? La risposta è nei sussurri di Èlkana, che «la amava» (1, 5): «Perché non mangi? Perché è triste il tuo cuore? Non sono forse io per te meglio di dieci figli?» (1, 8). (…)

La recensione completa in microcritica di Massimo Sannelli.

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Chi sono?
Dove sono!
Dove vanno.

Sottile il libro della Daino, come la protagonista, buco nero in una galassia di personaggi esangui che ha esaurito l’energia vitale e sta implodendo. Energia che attrae e respinge come un orrido che chiama al lancio di sé, dal volo allo schianto d’ossa che si sentono suonare,tinnanti gemiti rifiutati, le dita nelle orecchie per non sentire la catena e la palla del fantasma che agita nei movimenti felini, negli scatti d’ira, l’urlo muto di chi è nato a forza sbagliando il bersaglio della stella buona/bella che lo attendeva poco più in là, come se si potesse forzare una gemma a fiorire, un mandorlo a donare il suo profumo sotto la neve, senza distruggere l’universo intero. (…)

La recensione completa di Elena F. Ricciardi in La poesia e lo spirito.

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