Si segnala l'ultima opera poetica di Ivan Pozzoni, KOLEKTIVNE NSEAE (Edizioni Divinafollia 2024); di seguito alcuni brani dall'introduzione e una poesia, ringraziando l'"autore" per la condivisione.
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Dall'Introduzione
"LA MALATTIA DEL «DISINTERESSE» DEL LETTORE, DELLE ISTITUZIONI E DELL’ACCADEMIA VERSO OGNI FORMA DI «ESPERIENZA ESTETICA»: ANAMNESI, EZIOLOGIA E TERAPIA."
"Il discorso del romanticismo verte sulla critica dell’«imitatio», della «μίμησις», in linea
con l’interpretazione auerbachiana. L’inattendibilità dell’interpretazione della
morte del «pubblico» che arrivi dal romanticismo italiano collassa la vulgata
storiografica di ricostruzione della storia della letteratura italiana del Ferroni
che definendo la morte del «pubblico» come effetto del romanticismo, effetto
letterario, la svincola dall’effetto filosofia. L’«io lirico» è un effetto letterario e
filosofico.
Questa situazione la riconosce, involontariamente, lo stesso Berchet «Il
poeta dunque sbalza fuori delle mani della natura in ogni tempo, in ogni luogo.
Ma per quanto esimio egli sia, non arriverá mai a scuotere fortemente l’animo
de’ lettori suoi, né mai potrá ritrarre alto e sentito applauso, se questi non sono
ricchi anch’essi della tendenza poetica passiva». Questa intuizione clamorosa
del romantico Berchet, che mi tocca rivalutare (chiamando Ladolfi Vieusseux),
conferma la rilettura di Bruno Gentili: l’ipertofia dell’«io lirico» estetico
moderno causa, intesercandosi a eventi finanziari e discipline normative,
discutibili, la privatizzazione/deprivazione del «pubblico» tardomoderno."
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"1. Filologico/storico: Dobbiamo assolutamente confrontarci con il
volume di Bruno Gentili, grandissimo antichista, Poesia e pubblico nella
Grecia antica: secondo Gentili, l’ontologia estetica antica era caratterizzata
da un rapporto strettissimo tra epideixix (performance) dell’artista e thauma
(contro-performance) del «pubblico», che spettacolarizzandosi contribuiva
alla rappresentazione dell’autore. Con l’ontologia moderna l’ipertofia dell’io
dell’artista compromette qualsiasi attrazione del «pubblico» (contro-
performance). L’eccesso di epideixix (performance) dell’io-artista condanna
il «pubblico» al silenzio. È la morte del «pubblico», che, in un rigurgito di
reazione rabbiosa di misconoscimento, si privatizza (Bauman)."
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"Cos’è il «pubblico»? Non c’è «lettore», non c’è «conservazione»,
non c’è «classificazione» dell’«opera d’arte». Cosa rimane?"
"Quale l’anamnesi della malattia? L’ipertrofia egopatica dell’io «lirico»
dell’«autore» [termine discutibilissimo e anacronistico da ri-definire
categoricamente] di ogni forma di «esperienza estetica» che - come ha
fatto notare magistralmente Bruno Gentili - è il troncamento tra epideixix
(performance) dell’artista e thauma (contro-performance) del «pubblico»,
caratteristica dell’ontologia estetica antica.
Quale l’eziologia della malattia? Il tragico concatenarsi tra ipertrofia
egopatica dell’io «lirico» dell’«autore» di ogni forma di «esperienza
estetica» al decadimento dell’ontologia estetica moderna."
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Che fare?
"1. un assemblearismo estetico anti-cartesiano (il concetto di comunità
e communitarian - dopo le attente critiche di Bauman e Žižek-
è divenuto assolutamente inutilizzabile), lontano
dall’egocentrismo e dal soggettivismo razionalista e
2. un «noi» lirico empatico anti-dantesco, lontano dall’ontologia estetica moderna.
Questa severa terapia, fondata sull’universitas e sul collettaneo, è in
grado - a mia modesta opinione suffragata da rigorosa anamnesi e analisi
eziologica- di curare la malattia del «disinteresse» del lettore, delle istituzioni
e dell’accademia, verso ogni forma di «esperienza estetica»."
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A TUTTI QUELLI CHE HANNO QUALCUNO DA PIANGERE
A tutti quelli che hanno qualcuno da piangere,
in nome della loro mancanza di ispirazione,
hanno la fortuna di non aver niente da ridere,
come nel ritornello de La donna cannone.
A tutti quelli che hanno qualcuno da piangere,
una bottiglia di vino come amico fragile,
gli occhi gonfi pieni di dispiacere,
gli occhi gonfi di sangue come uno sbandato pugile.
A tutti quelli che hanno qualcuno da piangere,
che si sentono da buttare via
e non hanno agli occhi zanzariere
che permettano di scacciare ogni fobia.
A tutti quelli che hanno qualcuno da piangere,
stanati sulle labbra di un amore,
non trovano la forza di vivere
quando hanno strappato loro il cuore.
A tutti quelli che hanno qualcuno da piangere,
sbattuti sulla riva come Ulisse,
nuovi eroi che non hanno niente da vincere
lacrime sulle ordinate e sangue sulle ascisse.
A tutti quelli che hanno qualcuno da piangere,
ta-ra-da-dà, e le seconde strofe sono tutte da inventare,
devono apparire come stessero per sopraggiungere
come buche carsiche sulle strade dell’amore.
A tutti quelli che hanno qualcuno da piangere,
piangete, piangete, non lesinate
le lacrime si rimpiazzano con un buon bicchiere
smezzato a sorsi di lacrime bicarbonato.
Ivan Pozzoni
Tra 2007 e 2018 sono uscite varie sue raccolte di versi: Underground e Riserva Indiana, con A&B Editrice, Versi Introversi, Androgini, Mostri, Galata morente, Carmina non dant damen, Scarti di magazzino, Qui gli austriaci sono più severi dei Borboni, Cherchez la troika e La malattia invettiva con Limina Mentis, Lame da rasoi, con Joker, Il Guastatore, con Cleup, Patroclo non deve morire, con deComporre Edizioni, Kolektivne NSEAE, con Divinafollia; tra il 2009 e il 2016 sono usciti i suoi: Il pragmatismo analitico italiano di Mario Calderoni (IF Press), L’ontologia civica di Eraclito d’Efeso (Limina Mentis), Grecità marginale e suggestioni etico/giuridiche: i Presocratici (IF Press), Libertà in frammenti. La svolta di Benedetto Croce in Etica e politica (deComporre) e Il pragmatismo analitico italiano di Giovanni Vailati (Limina Mentis).
È stato fondatore e direttore della rivista letteraria Il Guastatore – Quaderni «neon»-avanguardisti; è stato fondatore e direttore della rivista letteraria L’Arrivista; è stato direttore esecutivo della rivista filosofica internazionale Información Filosófica; è, o è stato, direttore delle collane Esprit (Limina Mentis), Nidaba (Gilgamesh Edizioni) e Fuzzy (deComporre).
Ha fondato una quindicina di case editrici socialiste autogestite. Ha scritto/curato 150 volumi, scritto 1000 saggi, fondato un movimento d'avanguardia (NeoN-avanguardismo, approvato da Zygmunt Bauman), con 1200 movimentisti, e steso un Anti-Manifesto NeoN-Avanguardista, firmato da cinquecento accademici e scrittori, tra cui Eco e Bauman. Ha combattuto l'ermetismo, l'accademismo, il romanticismo, il dilettantismo. È stato avvicinato, in recensioni su riviste internazionali, a Lucini, Esenin, Leatrémont, Persio, Orazio, Rimbaud, Anceschi, Eliot, Milosz, Majakovskij, Burchiello Berni, Teofilo Folengo, Pulci, Goldoni.
Nel 2024 rientra nel mondo artistico italiano e fonda la NSEAE (Nuova socio/etno/antropologia estetica).
Vedi il sito del Kolektivne NSEAE [https://kolektivnenseae.wordpress.com/].
1 commento:
Ringrazio del riassunto orientato sulla mia silloge.
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