domenica 14 settembre 2025

KOLEKTIVNE NSEAE, o dell'arte e l'esperienza estetica come terapia


Si segnala l'ultima opera poetica di Ivan Pozzoni, KOLEKTIVNE NSEAE (Edizioni Divinafollia 2024); di seguito alcuni brani dall'introduzione e una poesia, ringraziando l'"autore" per la condivisione.


***

Dall'Introduzione 

"LA MALATTIA DEL «DISINTERESSE» DEL LETTORE, DELLE ISTITUZIONI E DELL’ACCADEMIA VERSO OGNI FORMA DI «ESPERIENZA ESTETICA»: ANAMNESI, EZIOLOGIA E TERAPIA."


"Il discorso del romanticismo verte sulla critica dell’«imitatio», della «μίμησις», in linea

con l’interpretazione auerbachiana. L’inattendibilità dell’interpretazione della

morte del «pubblico» che arrivi dal romanticismo italiano collassa la vulgata

storiografica di ricostruzione della storia della letteratura italiana del Ferroni

che definendo la morte del «pubblico» come effetto del romanticismo, effetto

letterario, la svincola dall’effetto filosofia. L’«io lirico» è un effetto letterario e

filosofico.

     Questa situazione la riconosce, involontariamente, lo stesso Berchet «Il

poeta dunque sbalza fuori delle mani della natura in ogni tempo, in ogni luogo.

Ma per quanto esimio egli sia, non arriverá mai a scuotere fortemente l’animo

de’ lettori suoi, né mai potrá ritrarre alto e sentito applauso, se questi non sono

ricchi anch’essi della tendenza poetica passiva». Questa intuizione clamorosa

del romantico Berchet, che mi tocca rivalutare (chiamando Ladolfi Vieusseux),

conferma la rilettura di Bruno Gentili: l’ipertofia dell’«io lirico» estetico

moderno causa, intesercandosi a eventi finanziari e discipline normative,

discutibili, la privatizzazione/deprivazione del «pubblico» tardomoderno."


*


"1. Filologico/storico: Dobbiamo assolutamente confrontarci con il

volume di Bruno Gentili, grandissimo antichista, Poesia e pubblico nella

Grecia antica: secondo Gentili, l’ontologia estetica antica era caratterizzata

da un rapporto strettissimo tra epideixix (performance) dell’artista e thauma

(contro-performance) del «pubblico», che spettacolarizzandosi contribuiva

alla rappresentazione dell’autore. Con l’ontologia moderna l’ipertofia dell’io

dell’artista compromette qualsiasi attrazione del «pubblico» (contro-

performance). L’eccesso di epideixix (performance) dell’io-artista condanna

il «pubblico» al silenzio. È la morte del «pubblico», che, in un rigurgito di

reazione rabbiosa di misconoscimento, si privatizza (Bauman)."


*


"Cos’è il «pubblico»? Non c’è «lettore», non c’è «conservazione»,

non c’è «classificazione» dell’«opera d’arte». Cosa rimane?"

"Quale l’anamnesi della malattia? L’ipertrofia egopatica dell’io «lirico»


dell’«autore» [termine discutibilissimo e anacronistico da ri-definire


categoricamente] di ogni forma di «esperienza estetica» che - come ha


fatto notare magistralmente Bruno Gentili - è il troncamento tra epideixix


(performance) dell’artista e thauma (contro-performance) del «pubblico»,


caratteristica dell’ontologia estetica antica.


     Quale l’eziologia della malattia? Il tragico concatenarsi tra ipertrofia


egopatica dell’io «lirico» dell’«autore» di ogni forma di «esperienza


estetica» al decadimento dell’ontologia estetica moderna."



*


Che fare?


"1. un assemblearismo estetico anti-cartesiano (il concetto di comunità


e communitarian - dopo le attente critiche di Bauman e Žižek-

è divenuto assolutamente inutilizzabile), lontano


dall’egocentrismo e dal soggettivismo razionalista e 


2. un «noi» lirico empatico anti-dantesco, lontano dall’ontologia estetica moderna.



Questa severa terapia, fondata sull’universitas e sul collettaneo, è in


grado - a mia modesta opinione suffragata da rigorosa anamnesi e analisi


eziologica- di curare la malattia del «disinteresse» del lettore, delle istituzioni


e dell’accademia, verso ogni forma di «esperienza estetica»."



***



A TUTTI QUELLI CHE HANNO QUALCUNO DA PIANGERE


A tutti quelli che hanno qualcuno da piangere,

in nome della loro mancanza di ispirazione,

hanno la fortuna di non aver niente da ridere,

come nel ritornello de La donna cannone.


A tutti quelli che hanno qualcuno da piangere,

una bottiglia di vino come amico fragile,

gli occhi gonfi pieni di dispiacere,

gli occhi gonfi di sangue come uno sbandato pugile.


A tutti quelli che hanno qualcuno da piangere,

che si sentono da buttare via

e non hanno agli occhi zanzariere

che permettano di scacciare ogni fobia.


A tutti quelli che hanno qualcuno da piangere,

stanati sulle labbra di un amore,

non trovano la forza di vivere

quando hanno strappato loro il cuore.


A tutti quelli che hanno qualcuno da piangere,

sbattuti sulla riva come Ulisse,

nuovi eroi che non hanno niente da vincere

lacrime sulle ordinate e sangue sulle ascisse.


A tutti quelli che hanno qualcuno da piangere,

ta-ra-da-dà, e le seconde strofe sono tutte da inventare,

devono apparire come stessero per sopraggiungere

come buche carsiche sulle strade dell’amore.


A tutti quelli che hanno qualcuno da piangere,

piangete, piangete, non lesinate

le lacrime si rimpiazzano con un buon bicchiere

smezzato a sorsi di lacrime bicarbonato.




Ivan Pozzoni









Ivan Pozzoni è nato a Monza nel 1976; si è laureato in Giurisprudenza con una tesi sul filosofo Mario Calderoni. Si è occupato, a livello accademico di: filosofia del diritto, teoria del diritto, epistemologia e storia delle scienze, estetica, etica, teologia, sociologia dell'arte, storiografia filosofica, storiografia della letteratura, critica letteraria, sociologia, psicologia, psichiatria forense e medicina legale. Ha superato - come visiting student- i corsi accademici di filosofia, sociologia, psicologia e medicina. Primo, insieme ad uno sparuto manipolo di studiosi, ha introdotto in italia la materia della Law and Literature, divenendone uno dei massimi esperti italiani. Ha diffuso moltissimi articoli dedicati a filosofi italiani dell’Ottocento e del Novecento, e diversi contributi su etica e teoria del diritto del mondo antico; ha collaborato con con numerose riviste italiane e internazionali.

    Tra 2007 e 2018 sono uscite varie sue raccolte di versi: Underground e Riserva Indiana, con A&B Editrice, Versi Introversi, Androgini, Mostri, Galata morente, Carmina non dant damen, Scarti di magazzino, Qui gli austriaci sono più severi dei Borboni, Cherchez la troika e La malattia invettiva con Limina Mentis, Lame da rasoi, con Joker, Il Guastatore, con Cleup, Patroclo non deve morire, con deComporre Edizioni, Kolektivne NSEAE, con Divinafollia; tra il 2009 e il 2016 sono usciti i suoi: Il pragmatismo analitico italiano di Mario Calderoni (IF Press), L’ontologia civica di Eraclito d’Efeso (Limina Mentis), Grecità marginale e suggestioni etico/giuridiche: i Presocratici (IF Press), Libertà in frammenti. La svolta di Benedetto Croce in Etica e politica (deComporre) e Il pragmatismo analitico italiano di Giovanni Vailati (Limina Mentis).

    È stato fondatore e direttore della rivista letteraria Il Guastatore – Quaderni «neon»-avanguardisti; è stato fondatore e direttore della rivista letteraria L’Arrivista; è stato direttore esecutivo della rivista filosofica internazionale Información Filosófica; è, o è stato, direttore delle collane Esprit (Limina Mentis), Nidaba (Gilgamesh Edizioni) e Fuzzy (deComporre).

    Ha fondato una quindicina di case editrici socialiste autogestite. Ha scritto/curato 150 volumi, scritto 1000 saggi, fondato un movimento d'avanguardia (NeoN-avanguardismo, approvato da Zygmunt Bauman), con 1200 movimentisti, e steso un Anti-Manifesto NeoN-Avanguardista, firmato da cinquecento accademici e scrittori, tra cui Eco e Bauman. Ha combattuto l'ermetismo, l'accademismo, il romanticismo, il dilettantismo. È stato avvicinato, in recensioni su riviste internazionali, a Lucini, Esenin, Leatrémont, Persio, Orazio, Rimbaud, Anceschi, Eliot, Milosz, Majakovskij, Burchiello Berni, Teofilo Folengo, Pulci, Goldoni.

Nel 2024 rientra nel mondo artistico italiano e fonda la NSEAE (Nuova socio/etno/antropologia estetica).

Vedi il sito del Kolektivne NSEAE [https://kolektivnenseae.wordpress.com/]. 

1 commento:

Ivan Pozzoni ha detto...

Ringrazio del riassunto orientato sulla mia silloge.