Il dominio gentile della parola
Il libro d’esordio di Barbara Mastroviti è un suolo attraversato a passi leggeri ma decisi. Il titolo evoca da un lato l’autorità muta della vita terrestre, dall’altro la fragilità controllata del linguaggio poetico. Suddivisa in sette sezioni tematiche (La terra, L’amore, Passaggi reali, Metafisica quotidiana, Resta il mare, Il cielo, Civile), l’opera si legge come un piccolo rituale di appartenenza lucida, dove la voce femminile non si ritira per debolezza, ma per osservare, restituire, custodire in silenzio. I testi sono brevi, a volte fulminei, ma mai frettolosi. Lo stile è sobrio, nitido, a tratti tenero, altrove amaro e concreto, ma sempre attraversato da una naturalezza che non cerca l’effetto. Mastroviti scrive con una sorta di modestia interiore — e proprio per questo, la sua voce ha forza. Non alza il tono nemmeno quando tocca dolori profondi (Da qui, Dislivello con il silenzio), né quando affronta temi civili (Cecità, Salvo il Galateo), né quando parla d’amore, con una malinconia composta e una grazia essenziale (Portamento, Orfeo si è voltato apposta, Segmenti di provvisorietà). Le metafore nascono dalle cose più semplici: rami, rondini, erbe, ragnatele, specchi, vapore, neve. Non c’è nulla di ostentato, ma la poesia è sempre presente, densa, incastonata nella materia viva del mondo. Il linguaggio è domestico, eppure con aperture metafisiche — mai pretenzioso, mai oscuro. È una poesia che ascolta — e proprio per questo riesce a dire. In ogni pagina si percepisce che la poesia non è per l’autrice una forma di autoaffermazione, ma un modo per restare nel mondo con senso. Il libro ha, quindi, una tonalità complessiva di resistenza silenziosa. Quella che sembra fragilità è, in realtà, una forma rara di forza. Una forza che nasce dall’accettazione, dall’osservazione, da una lucidità delicata capace di dire l’amore, la perdita, l’assurdo — senza gridare, ma lasciando un’eco che resta.
Un libro da leggere in ordine o a caso, perché ogni
poesia contiene una presenza. Dominio della Terra non parla del
dominio sul mondo, ma dell’arte di sentirlo. E Mastroviti ci riesce con una
semplicità profonda, che riconosci solo quando smetti di avere fretta.
Eliza
Macadan

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