Giancarlo Baroni, Il mio piccolo bestiario in versi, puntoacapo 2025, Note critiche di Mino Petazzini e Alfredo Rienzi, Illustrazione in copertina di Vania Bellosi
recensione di AR
Scrive Alfredo Rienzi nella Postfazione: “… il poeta parmense ci accompagna con stile asciutto e di arguta chiarezza in un florilegio di versi, citazioni, riferimenti, commenti e intuizioni tra zampe, vibrisse, piume, squame, elitre, fauci di fuoco…” (p. 92).
Riporto alcuni lacerti risalendo a ritroso le pagine di questo fantastico viaggio nel mondo affascinante degli animali reali o fantastici cantati da poeti come Saba, Montale, Raffaello Baldini, Thomas Stearns Eliot, Vivian Lamarque, Paolo Polvani, Guido Gozzano e tantissimi altri.
Nella raccolta Il Bestiario di Tebe Gian Ruggero Manzoni dedica al drago una poesia che inizia così: «Con le tue spire stritolavi / esseri umani ed elefanti. ( Non era il fuoco l’arma che preferivi, / ma la forza di cento boa (…)» (p. 81)
Nella raccolta Macello (Einaudi, 2024) il poeta Ivano Ferrari (1948-2022) racconta con angoscia e forza, con versi aspri e duri fino alla crudeltà, la sofferenza di questi luoghi (…). “Nel silenzio di carne, / passa luce dalle carcasse / ma in un brivido fugge.” (pp. 66-67)
Nel libro troviamo versi di Giancarlo Baroni stesso, caratterizzati dal suo stile attento al dettaglio, sobrio, elegante, empatico:
“Gatto // Intensamente / mi fissa questo gatto / lui sa chi sono.” (p. 61); “Airone cenerino // Ogni anno mi aspetti / in questi laghetti alpini / sei tu davvero / o un altro somigliante? Solitario / airone cenerino che sali // dove i compagni / non si arrampicano. (…)” (p. 56); “Merli // La melanina che scurisce il corpo / e ci rende simili a fantasmi / fa paura all’allocco. / Allora gonfiamo il petto / gli gridiamo te l’abbiamo fatta / un’altra volta, gioiamo / ma piano / come avessimo in gola dell’ovatta.” (p. 54); “Aeree frontiere // Nati prima degli eroi e della terra / a voi uccelli tocca / il primato del mondo. (…) / Come un’intercapedine, un’aerea frontiera / fra la gente e gli dei / sta la vostra città. (…) / (…) Noi uomini giungiamo / fin lì con la preghiera / di predire il futuro. Giove con le folgori / e il fuoco di Vulcano / vi tolgono le parole / mutandole nel canto / che tutti vi invidiamo.” (pp. 48-49).
Restando in ambito aviario il Nostro cita il seguente distico
dalla fulminea essenzialità, di Giancarlo Consonni “Il cielo è più cielo / con le ali spiegate.” (p. 42) [e aggiunge] Forse i volatili sono gli animali che maggiormente hanno affascinato i poeti, penso ad esempio a Pascoli. (p. 43)
Dalla poesia di Baroni Farfalle: fiori alati traggo questa palpitante quartina (p. 39): “Soffio vitale / respiro e fiato / tu chiamami soltanto / fiore alato.”
Sorprendente questa poesia di Franco Marcoaldi citata a p. 25:
Pane e cane // Fresco fragrante festoso / invitante essenziale / Al mattino, quando compro / un buon pane, penso: / ecco com’è il mio cane.
Struggente quella riportata a p. 18 di Gabriele Galloni (assai prematuramente scomparso):
Il camaleonte // Somiglia sempre a quello che non è. / A volte è un albero, a volte un’altra bestia – / di notte capita che sembri me.
Per concludere questo excursus a volo d’uccello, lascio la parola a Mino Petazzini (p. 5):
Nei diversi capitoli del suo “piccolo bestiario in versi” le suggestioni letterarie si susseguono: molte mi erano note, perché in questi anni le ho inseguite e raccolte per le mie antologie, altre sono state un’interessante rivelazione (…)
Un invito a leggere questa nuova opera di Giancarlo Baroni che ci apre davvero tante inattese finestre poetiche (direi anche con una sottesa sensibilità francescana) sul mondo degli animali.
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