Dunque, le strade. Così, le strade arrivarono senza nemmeno avvisare, come il vento fra le foglie dei pioppi, che invade le strade e questo antro di biblioteca, le finestrelle squadrate di fronte, che non possono aprirle, e le file dei condizionatori, uno uno sopra l’altro, e dentro lampade a neon su scaffali e uffici.
Ho quattro o cinque volti, esibisco soltanto quello più consumato, sporco, poi dimentico di esistere, un pomeriggio qualsiasi, gioco ad essere chi avrei sempre voluto essere, e pensando alla mia innamorata gioisco.
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Amore, desiderio di morte, di morire per qualcuno. Realizzare questa morte che è l’amore.
L’amore è un rifugio. Non esitare, non tentennare.
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Davo del tu ai potenti.
Oggi, 1 maggio, festa dei lavoratori, la biblioteca è chiusa - fuori, nella piazzola di mattoni ci sono poche bici qui e là, il cielo si apre sopra nel vento blu, fra le foglioline, a poca distanza dai campetti di basket. Dove vado?
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La felicità accade in segreto. La strada. In risposta alle mie preghiere. Occhi sorridenti, nere pupille. E bianco sorriso. Sorrisi preghiere. Acqua.
Tè di crisantemo in regalo, in una bustina di plastica.
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