venerdì 10 gennaio 2025

Senza amore non c’è vita

 Adamo Antonacci e Massimiliano Bardotti, Il privilegio dei vivi. Conversazioni sulla morte e sul morire, Eretica Edizioni 2024






È un libro essenziale inteso sia nel senso della sobrietà e leggerezza calviniana che lo connota, che in quello di essere un testo fondamentale, per l’argomento che tratta e per la profondità intrisa del vissuto dei due autori con cui affronta il tema della morte. Scrive Adamo in poesia (p. 84): “Nel frequentare l’infinito del verso / frequento la mia stessa morte. / Acquisto dimestichezza con l’eterno.”
Gli fa eco a p. 94 Massimiliano: “Morte è tale, che se vorrai guardare / dentro di te, quando è entrata / vedrai l’eternità.”

Rispondendo a una domanda di Adamo sul corraggio dei primi cristiani, Massimiliano afferma (p. 76): “Quei cristiani lì ci sono ancora. Certo, ci vuole coraggio, ma tutti i grandi della storia  hanno avuto quel coraggio lì. E ci vuole coraggio per indagare la vita perché è un grande mistero, e appena cominci la prima cosa che incontri è il mistero di te stesso.”
Risalendo le pagine di questo avvincente dialogo, Adamo cita (p. 72) “Simone Weil quando dice: ‘Non è compito mio pensare a me stessa. Il mio compito è pensare a Dio. Spetta a Dio pensare a me’.”
A p. 68 Massimiliano, dopo aver citato Bergonzoni (“Non basta venire al mondo per essere nati.”), continua: “Ecco, credo che morire sia il privilegio dei vivi: per morire dobbiamo essere vivi. Ma noi siamo vivi?”
Precedentemente aveva confessato (p. 57): “Sono arrivato ad essere felice per alcuni miei fallimenti, che mi hanno obbligato, con grande dolore, a cambiare strada e a rinunciare a delle cose che credevo di volere, che credevo importanti per la mia realizzazione. Invece erano solo delle tentazioni che mi avrebbero deviato dal mio percorso.”
Poco prima (p. 55) troviamo questo passaggio: “… secondo me c’è una compenetrazione dei mondi in realtà, cioè il mondo invisibile è qui, non lo vediamo ma è qui. I nostri morti sono con noi, i santi sono con noi, gli angeli sono con noi…”. E ancora a p. 43: “Credo ci sia una intelligenza divina dietro alla creazione. E se è così, chi ci dice che noi non siamo i frammenti, le particelle di quel Dio che ha creato tutto?”
Sempre Massimiliano a p. 38 dichiara: “… la morte è un compimento totale, cioè, se l’uomo vive confrontandosi con l’idea della morte, non può che mettere in atto un desiderio profondo di fare delle cose grandi in un tempo limitato.”
E a p. 27: ”… che ne sappiamo che la vita non sia questo? Che la vita non faccia così anche con noi, che a volte ci assegni prove anche atroci e che ci appaiono insuperabili, ma che l’affrontare quelle prove sia esattamente la nostra salvezza?”

A p. 25 Massimiliano di dona questa stupenda definizione: ”Vivere è il tratto di strada che facciamo per crescere nell’amore!”

Siamo infine arrivati alla intensa prefazione di Valerio Grutt che mette in mano (p. 10) una chiave di lettura fondamentale: “C’è una corrente che regge l’opera, in tutti momenti e movimenti, queste pagine sono sostenute da qualcosa, potrebbe essere la fede, potremmo chiamarla così ma rischieremmo di non capirci, potrebbe essere la sincerità di un dialogo tra amici, ma non basta, non basterebbe, qui c’è una cosa più grande, una cosa di tutti, che non lascia sprofondare le parole nel bianco del foglio, è una corrente, una forza, questo libro è sostenuto dall’amore.”

Non posso che sottoscrivere e invitarti ad immergere i tuoi stessi occhi in questa rigenerante corrente.       


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