venerdì 19 gennaio 2024

Sul bestiario di Marco Simonelli e su altri bestiari

recensione di Giancarlo Baroni



I  poeti italiani contemporanei parlano spesso nei loro versi di animali, basti pensare a L’anguilla di Montale. Francesco Zambon nella Premessa del volume L’iride nel fango (Pratiche editrice 1994) scrive: «La critica è pressoché unanime nel giudicare L’anguilla uno dei vertici assoluti della poesia di Montale e di tutta la poesia italiana del Novecento». Saba, alla fine degli anni Quaranta, scrive una raccolta intitolata Uccelli, titolo anche della seguente lirica colma d’affetto: “L’alata / genia che adoro – ce n’è nel mondo tanta! –  / varia d’usi e costumi, ebbra di vita, / si sveglia e canta”. 

Per venire ad anni più recenti, scelgo i nomi di due notevoli poeti: Giampiero Neri e Pier Luigi Bacchini. Elisabetta Motta inizia con queste riflessioni il volume Degli animali. Viaggio nel bestiario di Giampiero Neri (CartaCanta 2018): «La presenza [degli animali] nei suoi scritti è una costante così ricca e variegata da costituirne un vero e proprio bestiario».  La natura, nella totalità dei suoi aspetti, sta al centro dell’opera poetica di Bacchini. Innumerevoli alberi, erbe, germogli, fiori e vegetali, ma anche parecchi animali entrano con maggiore o minore evidenza nelle sue poesie; il regno animale è ampiamente rappresentato, narrato, ascoltato, indagato con precisione e intensità; la raffinatezza è pari alla forza.

Alcuni poeti italiani riservano nei loro libri una sezione specifica agli animali, per  esempio la prima parte del volume di Ermanno Krumm Animali e uomini (Einaudi, 2003) si intitola Zoo; un capitolo del libro di Rosita Copioli Le acque della mente (Mondadori, 2016) è intitolato Animalia; anche una piccola sezione della raccolta di Antonella Anedda Historiae (Einaudi,  2018) si chiama Animalia. 

Difficile leggere libri dedicati interamente agli animali, ne sono esempi particolarmente  riusciti   Animali in versi. Un nuovo canzoniere (Einaudi, 2022) di Franco Marcoaldi e Il bestiario delle bestiacce di Annalisa Macchia (Pagine, 2020).

A questi due volumi si aggiunge  quello recentissimo dello scrittore fiorentino Marco Simonelli intitolato Bestiario, pubblicato nel 2023 da Industria & Letteratura. Contiene 95 poesie ognuna formata di 8 versi in endecasillabi rimati secondo lo schema ABABCDCD. Una struttura  rigorosa adatta ad accogliere una rigogliosa immaginazione senza imbrigliarla; convivono nei versi regole precise e levità di tocco, maestria e spensieratezza. Ogni titolo coincide con gli animali di volta in volta presentati i quali formano uno zoo variegato e ibrido dove vivono per esempio  serpenti («Di sibili malevoli, di spire. / Di squame e lingue bifide, veleno»); mosche (“Quest’ospite importuno penetrato / dallo spiraglio aperto alla finestra – / un unico solista disperato / che ronza come fosse intera orchestra»); scimmie («Qualcosa di quel muso o la postura / è stranamente molto familiare»); castori  («Con i denti davanti pronunciati / per sgretolare tronchi, arbusti e rami. / Una diga di legni accatastati / in un silenzio privo di richiami»); lucertole («Un’ostinata veglia sotto il sole. / Le lunghe lingue molli e biforcute»); meduse («La molle gelatina viola e grigia / resta a galla solcando la marea»); talpe («Sottoterra scavare senza sosta / chilometri di tenebre e cunicoli; / è solo una strategica risposta / a  superfici piene di pericoli»); pipistrelli («Usciranno col buio dagli anfratti, / dalle grotte, dai tronchi cavi e muti. / Una torma caotica di ratti / svolazzanti. Non sono i benvenuti. / Volteggeranno cupi sopra il tetto, / guidati da invisibili ultrasuoni. / Nasconditi veloce in fondo al letto / e spera che la notte ti perdoni».

Nessun commento: