martedì 17 ottobre 2023

TAMARA VITAN: Ti racconto ma non ti so nominare.



 

    Foto di Tamar Vitan
    Nota di lettura a cura di Annalisa Ciampalini

Accade la luce (Firenze Libri, 2022) di Tamara Vitan è una raccolta poetica collocata all’interno della collana “Fuori stagione” curata da Massimiliano Bardotti, Serse Cardellini e Gregorio Iacopini. Il libro è suddiviso in tre sezioni dal titolo “Che forma hai”, “Accade la luce” e “Incontrami là”, che si compenetrano dialogando tra loro, pur suggerendo un cammino teso verso la conoscenza dell’altro, e più in generale, di tutto il mistero che è alla base del nostro essere ed esistere. Come molte opere in grado di coinvolgere il lettore, anche questa della Vitan prende vita dal desiderio di dire o creare qualcosa che possa dare un significato più elevato alla nostra quotidianità. A motivare la poetessa nella tessitura dei versi è, principalmente, il desiderio di conoscenza dell’animo umano, “Che forma ha la tua anima? / Anche tu hai angoli bui / dove la luce non arriva” chiede a un “tu” non ben definito in una poesia collocata all’interno della prima sezione; e ancora: “Cosa cerchi in un silenzio? /Cosa senti? Cosa vedi / quando tutto intorno tace”, in una poesia posta nella seconda sezione. Versi in forma dialogica si alternano a poesie di natura più intimista, in cui, attraverso una scrittura molto curata, vengono scandagliate le profondità dell’esistenza vista come parte di una misteriosa vastità cosmica. Sebbene quest’opera sia l’esordio poetico della Vitan, chiunque prosegua con la lettura si renderà conto che l’autrice si trova perfettamente a suo agio sia con l’espressione poetica sia col pensiero filosofico, e che la poesia e la filosofia hanno nutrito costantemente la sua mente e la sua anima.

I versi sono ben modulati e la nostra poetessa riesce ad accostarsi al significato con precisione, senza mai perdere il ritmo né la musicalità. A muovere la ricerca poetica di questa autrice è anche la fiducia riposta nella lingua, la convinzione che esistano parole, o meglio, accostamenti di parole, capaci di farci avvicinare all’indicibile, di gettare luce sui margini del percepibile. Anche quando il sentire è fondamentale e restiamo in attesa di momenti epifanici, la mente e la volontà sono sempre naturalmente attive: “Avvicinati /al limite della coscienza percepita” …” Cerca l’equilibrio / con la mente fuori dal corpo.”  La manifestazione della luce, per quanto momentanea, ci permette di accedere fugacemente al mistero dell’altro e più in generale di avvertire la presenza di un universo magnifico, che attende di sverlarsi, pur contenendoci: “C’è un pianto cosmico / incastrato da qualche parte / tra il primo respiro e l’ultimo.  / Fermo, in attesa di sgorgare”. Nell’ultima sezione, “incontrami là”, il dialogo con il “tu” diventa più intenso e la poetessa si predispone a comporre versi che si addentrano in una maggiore concretezza, quasi volesse indicarci realmente il luogo dell’incontro: “Sei tu che mi respiri adesso accanto / poi pieghi la coperta dolcemente?”

La raccolta termina con una poesia singola, posta fuori dalle sezioni e che parla della morte, o comunque di ciò che ci supera e non è contenibile nel tempo breve in cui siamo incasellati: “Al di là del presente / tutto riprende forma.”


POESIE DAL LIBRO

C’è un pianto cosmico

incastrato da qualche parte

tra il primo respiro e l’ultimo.

Fermo, in attesa di sgorgare

come un nubifragio improvviso

in attesa di spazzare via

identità circoscritte

e risposte esatte.

**

 

Torna indietro,

arrotola le parole in un gomitolo

fino a ritrovare

la prima lettera curva.

 

Torna indietro,

stacca lentamente ogni stella

fino a ritrovare

le origini del cielo.

 

Indietro,

alla creazione del vento

dove i pensieri soffiano

suoni muti verso l’alto.

 

Torna,

dove il silenzio trova

lettere sospirate

e pensieri azzurri

**

 

Ti racconto così:

come la terra racconta il suolo

attraverso le crepe,

come il deserto racconta le dune

con tempeste di sabbia.

 

Ti racconto nelle ore,

dentro ai secondi mancanti

Dentro al tempo già consumato

prima della nascita.

Ti racconto

ma non ti so nominare.

**

 

Ritornano sempre

come una promessa antica

i tramonti che struggono l’anima

e le albe senza colpa.

**

 

Avvicinati

al limite della coscienza percepita.

Ricuci coscienze strappate

con l’ordito dell’inconscio.

Cerca l’equilibrio

con la mente fuori dal corpo.




Tamara Vitan è nata a Bucarest nel maggio del 1981 e vive a Castelfiorentino.

È sempre stata attratta dalla poesia, intesa come ricerca e come cammino sui confini, e dalla filosofia.  Ai tempi del liceo pubblica nella rivista della scuola un tema filosofico sulle divinità intitolato “Dei”. La poesia, per Tamara Vitan, è sempre stata un sostegno e una compagna, e una volta appresa la profondità della parola in una lingua non materna, la fluidità della scrittura ha ripreso il suo naturale corso e ha iniziato a scrivere in lingua italiana.

Nel 2019 riceve una segnalazione al Premio Letterario “Città di Ascoli Piceno” con la poesia “Si piega il suono”. Nel 2020 una sua poesia viene pubblicata nell’antologia “Dedicato a…” Poesie da ricordare, della Collana Orizzonti edito da Aletti. Nel 2021 attraverso il concorso “Poetare” della Scuola di Editoria di Firenze escono tre poesie nell’agenda Poetare e nel Quaderno.

A maggio 2022 esce il libro “Accade la luce” pubblicato da Firenze Libri all’interno della collana” Fuori Stagione”.

Frequenta la Scuola di Poesia fondata da Massimiliano Bardotti mentore, guida e persona fondamentale per la ricerca spirituale e poetica.





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