It's friday! è una rubrica a cura di Annalisa Ciampalini
Senza nulla togliere e nulla
aggiungere all’accadimento
del vero, al dichiararsi delle prove,
aggiungere all’accadimento
del vero, al dichiararsi delle prove,
passarti attraverso senza che l’uscio
avverta il peso delle ossa,
l’antinomia dei passi,
tenerti addosso – strazio e amore –
come in una deposizione.
Così cercare solo il lampo
che tutto squarci il velo del mio tempio.
**
Da queste parti il saluto si allunga
ben oltre lo sguardo, abbassa rapido
il cappello e quanta aria sfiata l’eco,
l’addormenta.
ben oltre lo sguardo, abbassa rapido
il cappello e quanta aria sfiata l’eco,
l’addormenta.
Se c’è un accenno d’ombra
lungo quel viale in cui sostare – chiedo –
una panchina ruvida di legno
sfilacciata, che sa tenere il sole,
però, fin nella ruggine dei chiodi.
lungo quel viale in cui sostare – chiedo –
una panchina ruvida di legno
sfilacciata, che sa tenere il sole,
però, fin nella ruggine dei chiodi.
Perché aspettare è il verbo degli amanti,
di chi combacia fodere e cappotti
e fa nobile l’inverno.
La nebbia
è bassa sull’asfalto a consegnare
il pegno di una voce,
eppure basta
il tocco delle mani – vedi – e l’acqua
per riconoscere la cicatrice.
**
Ho così tanto tempo per mangiare,
leggere, sentirmi stanca per l’ansia
di definire il taglio del discorso,
la ferita,
per accostarmi all’albero
che spoglio reclama una dignità,
senza il verde a temperare il freddo,
a tremare nel cadere.
Ho anche tempo
di indossare il numero del turno
che mi aspetta, che accanito mi conta
singola, precisa, in mezzo a una folla
dispersa in strade non intitolate,
leggere, sentirmi stanca per l’ansia
di definire il taglio del discorso,
la ferita,
per accostarmi all’albero
che spoglio reclama una dignità,
senza il verde a temperare il freddo,
a tremare nel cadere.
Ho anche tempo
di indossare il numero del turno
che mi aspetta, che accanito mi conta
singola, precisa, in mezzo a una folla
dispersa in strade non intitolate,
il tempo di percorrere chilometri
di voci e risa e cedimenti d’aria,
di rincasare tardi quando è notte
soltanto sotto i ponti e i lampioni
cedono gli scudi.
Perché è spazioso
il tempo: ci entri dentro e già la stanza
d’ingresso si fa concava, si gonfia
come in pieno petto una lontananza,
un lascito sognato di bellezza.
E come fa il mio tempo a non piegarsi
sul tuo nome, a non stringersi alle braccia
il verso esatto che ritorna, marmo
levigato dalla trama segreta
del silenzio, di poppanti raccolti
unicamente sulle labbra a spremere
un’attenzione bianca che li nutre.
Come fa, dico, a non rimpicciolire
tutto in te il tempo, a non sfinirsi.
E tu
lo azzeri e attendi che io lo ignori, io,
esperta di abbondanza e vastità,
così ampiamente espansa per sapere
come si distilla la tua presenza.
**
S’aggruma anche il più liquido dei sogni
(e sosta sgomento così, come sul ciglio
della strada un’erba sconfitta),
senza la pazienza di filtrarne umori
e cedimenti, senza il fondo elastico
e flessuoso delle vene a far scorrere
lontano la sua promessa di luce.
(e sosta sgomento così, come sul ciglio
della strada un’erba sconfitta),
senza la pazienza di filtrarne umori
e cedimenti, senza il fondo elastico
e flessuoso delle vene a far scorrere
lontano la sua promessa di luce.
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Dove mi aspetti
se non hai case da abitare,
un petto dove poggiare il capo.
Anche l’ombra di un albero
sa rapire il sonno
e suggerire fremiti alla terra,
darle il suo mantello.
È lì che canta d’albe
sconosciute il codirosso
quando attende
all’esercizio di una sosta,
al miraggio dolce di una dimora.
se non hai case da abitare,
un petto dove poggiare il capo.
Anche l’ombra di un albero
sa rapire il sonno
e suggerire fremiti alla terra,
darle il suo mantello.
È lì che canta d’albe
sconosciute il codirosso
quando attende
all’esercizio di una sosta,
al miraggio dolce di una dimora.
Danila Di Croce (1974) vive ad Atessa (CH) ed è docente di Materie letterarie e Latino nel Liceo Scientifico della sua città. Ha avvertito sin dall’infanzia una forte attrazione per la poesia. Dopo la sua prima raccolta (Punto coronato, ed. Carabba 2011), ha continuato a coltivare la lettura e la scrittura poetica in maniera piuttosto appartata. Più recentemente con suoi testi inediti ha ricevuto diverse conferme in alcuni concorsi letterari. Si segnalano, in particolare: primo premio alla XXI ed. di InediTO – Premio Colline di Torino 2022; primo premio al concorso Daniela Cairoli XX ed. 2023; tra i quattro vincitori della XXIX ed. del Premio Ossi di Seppia, sez. A 2023; tra i vincitori dell’VIII ed. del Premio nazionale editoriale di poesia Arcipelago itaca 2022 per la sez. Sezione A =Selezione/silloge breve; seconda classificata al IV Premio Letterario Nazionale Gianmario Lucini 2023; seconda classificata al VI Concorso nazionale Sinestetica - Premio “Rossella Miscia Cecconi” 2023 cat. 3; tra i due finalisti a pari merito all’VIII ed. del Premio Internazionale di Poesia e Narrativa Europa in versi e in prosa 2023; Menzione d’onore per la poesia inedita al Premio Rodolfo Valentino 2022-23; tra i finalisti del premio Poeti Oggi 2023; tra i selezionati alla IX ed. del Premio Città di Como 2022; tra i finalisti per la sezione Poesia inedita del Concorso Guido Gozzano XXIII ed. 2022; tra i segnalati al Premio Europa in versi e in prosa 2022; tra i finalisti del Premio Zeno 2022 sezione Poesia inedita X ed. (prima selezione). Per l’edizione in corso quest’anno è stata membro di Giuria di InediTO – Premio Colline di Torino e suoi testi inediti figurano su alcuni siti e in diverse antologie.
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