sabato 1 aprile 2023

Mettere ali all’umanità

recensione di Mirco Manuguerra pubblicata su LUNIGIANA DANTESCA, ANNO XXI n. 193, MAR 2023,
CENTRO LUNIGIANESE DI STUDI DANTESCHI
Bollettino on-line



Per i tipi di Fara Editore in Rimini e con la prefazione di Emanuele Aloisi, è uscita l’ultima silloge di Claudia Piccinno, risultata seconda classificata al concorso Narrapoetando in questo 2023. L’opera ha per titolo Implicita Missione e porta come sottotitolo La fotosintesi della Memoria. Già Premio ‘Frate Ilaro’ 2017, come si riporta in quarta di copertina (e ci fa molto piacere) la poetessa presenta la sua ultima fatica facendo uso di una iconografia tratta da una celebre lunetta della Stanza della Segnatura. Si tratta della rappresentazione della Poesia come genio alato, opera di Raffaello Sanzio.
Appare, perciò, subito evidente che la “missione implicita” del poeta è quella stessa dell’Arte: mettere le ali all’umanità.
La tecnica poetica espressa da Claudia Piccinno è del livello tipico delle eccellenze del ‘Frate Ilaro’, il che significa una ricerca seria delle parole, mai banali. Si coglie subito, infatti, l’eleganza formale con cui si coniuga l’altezza discreta del suo poetare con le cose della comune, ordinaria esperienza.
Così è proprio nella poetica del quotidiano che troviamo nell’Autrice gli elementi più interessanti, tanto che il messaggio generale che se ne può trarre è che contro il Nichilismo si deve ripartire dalla normalità della vita. Non ci pare un concetto di poco conto. Questa nuova percezione è resa evidente da particolari solo apparentemente banali, quali la citazione dei pixel dello schermo del computer o la presenza del gatto nella realtà indissolubile della famiglia, ma poi troviamo anche gli SMS del padre ancora sono conservati amorosamente sul cellulare.
In estrema sintesi: dopo la stagione dell’Ermetismo, nel corso della quale il poeta reagiva al Nichilismo chiudendosi a riccio, siamo qui in presenza di un nuovo atteggiamento che possiamo chiamare Normalismo, un approccio, cioè, con cui la Poesia si riapre finalmente al mondo tornando a guardare con fiducia ai grandi valori della Tradizione.
E che si tratti di aspetti della nostra esperienza quotidiana dietro ai quali si celano concetti sapienziali profondi è cosa ampiamente dimostrata da una lirica come «Germoglio d’opunzia», dove si legge:

[…]
Esserci per la famiglia
il gatto, i miei alunni passati 
e futuri, per quei pochi storici 
amici che nulla chiedono
e ti esortano a volare.
[…]

Come si può vedere, alla semplicità della presenza del gatto (che si incontra, ad esempio, anche in un autore come Andrea Zanzotto), si associa qui il concetto di “esserci per qualcuno” che fu particolarmente caro a San Giovanni Paolo II. Ci pare già abbastanza.
Beninteso: l’esperienza del quotidiano e l’osservazione delle cose semplici della vita sono elementi che non possono certo dirsi prerogative esclusive della nostra poetessa; ma è con lei che abbiamo colto questa nuova modalità attraverso la quale la Poesia si pone a rimedio del Nichilismo imperante. Va da sé che il percorso intrapreso dalla Poesia ita- liana in questi ultimi decenni di post-ermetismo rappresenta una traccia in cui certamente si potranno inserire molti altri ottimi autori contemporanei. Parliamo di un percorso letterario che soltanto in apparenza ha rappresentato una fase di transizione: in realtà, è già ben viva la luce di una nuova stagione della poetica italiana. Il Nichilismo, con le tante assurdità degli ultimi anni, ha fatto toccare il fondo alla civiltà del consumo, dell’effimero e del vizioso: ora si è pronti per risalire a nuovi vertici.

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