Una bella pioggia, non cattiva
Ha benedetto l'auto, stanotte
Donandole perle, che raccolgo
Sul cruscotto, come punti di una
Cosmica patente, da sublimare
Nella stagione estiva, sotto luna.
La stessa pioggia, brilla l'erba
Rendendola grassa, luccicano
Gli occhi del fanciullo, già perso
Nella casa di brughiera, ove sogna
Le fiere di paese e le future risse
Baluginare nel suo sguardo terso.
M'incanto da citrullo, in questa fine
Dimenticando: le guerre, lo sfacelo,
Disastri di ogni tipo, sotto la cappa
Dove l'uomo combina e aggiusta se
Può aggiustare, oppure no: lascia
Tutto andare, in questa folle nottata.
In un amen, ti racchiudo l'esistenza
La nonna del rosario, la troia sulla
Nomentana, e le segretarie incerte
Su come spendere la tredicesima
Prima che la feroce bolletta giunga
Sorda a mangiarsi vestiti e balocchi.
[Irish coffee]
Mi chiedi di incontrarti
Un sottosera
Dove il borgo traspira
E d’improvviso, apre
Mettendo pancia ad ovest
Dove lo sguardo
Si fa campagna
E dove pochi chilometri dopo
Via Emilia
Sono queste gelosie
A tenere incollati
Muri e uomini in
Un destino di grate
E sapiente dimenticanza
Che dove hai messo casa
Non ti serve più
Conoscere, e il foresto
Principia a infastidire.
[Le gelosie]
Mostrami, nel tuo gelido inverno
Le terre rare
No, non ritrarti, ognuno
Disvela al tempo
Le sue tetre insegne
Lungo il cammino
La persistenza in vita
Impone un costo, sul corpo
E, dopo tutto quello che viene
Definito: Amore
Nelle varie letterature
Resta il silenzio
La luce che fu
La fede cieca
Le terre rare
[Terre rare]
Quando è notte, qui
Scendono cinghiali
Li vedi tagliare, in fila
La Provinciale, lesti
Ad attraversare, come
Operai dell’ANAS
Ieri notte, il vento
Si è riposato, non
Soffiava la landa
Pulendo i residui
Di pane sciocco, dal
Borgo. Stasera invece
Taglia, come lama il tuo
Viso, la luna è offuscata
Mentre, poco più sotto
Urla l’autostrada umbra
Qualche tribù ha deciso di
Anticipare, io credo sia
Giusto aspettare, in questa
Terrazza notturna, che arrivi
L’angelo, o forse, il lupo
Nel dubbio, meglio ora
Rincasare, chiudere il portone
Del casale antico, rimesso in sesto.
[Notte nel casale]
Alberto Padovani nasce a Colorno (Pr) nel 1970. Si appassiona gradualmente alla poesia, e insieme alla scrittura di canzoni, attività artistiche che prosegue in parallelo, con occasioni di interazione reciproca. L’esordio come poeta è nel 2009, con “Poesie raccolte”, edito dalla locale TLC.
Nel 2010 esce “Il setaccio nel fiume” (autoproduzione), ispirato all’Antologia di Spoon River e utilizzato per diverse letture pubbliche con musica. Nel 2013 esce “La poesia sociale” (autoproduzione). Contemporaneamente viene aperta una pagina Facebook, ancora oggi attiva: “La poesia sociale di Alberto Padovani”. Nel 2017 esce “Il Manutentore” (Zona), curato da Luca Ariano, con la collaborazione di Camillo Bacchini. Tra i riconoscimenti, il Premio “Padus Amoenus” (2011, 2012, 2019) e il Premio “Cinque Terre” (2012). Nel 2019 riceve una segnalazione al Premio Giorgi di Sasso Marconi, Sezione Poesia Originale. Partecipa a varie antologie, tra cui “Testimonianze di voci poetiche. 22 poeti a Parma” (Puntoacapo, 2018) e “Parma. Omaggio in versi” (Bertoni Editore, 2021) Nel 2022 esce per Bertoni Editore la sua quinta raccolta di poesie: “Poeti con le maniche corte” - a cura di Luca Ariano - che ha un buon riscontro di critica, suscitando vivo interesse presso il pubblico di riferimento.
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