NOTTE DI NATALE
Finiamo sempre in questo luogo e tempo, nella notte di Natale.
Abbiamo tutti preso e percorso altri sentieri, seguito altre indicazioni. Ma, allora, com’è che, eccoci tutti qui, sotto le stesse stelle, la luna di sempre?
Veniamo ognuno dalla sua vita, ognuno con segretamente in tasca la sua bussola, ognuno sperando e attendendo di riveder qualcosa apparso all’improvviso e che altrettanto improvvisamente gli occhi ha lasciato soli e stanchi.
Ed eccoci, dunque, di nuovo qui, nella notte di Natale, in un luogo familiare eppure estraneo, in un tempo presente eppure passato.
Ah, che notte disorientante, questa!
Il come siam finiti qui e ora c’è oscuro, incomprensibile. E perché, nonostante lo smarrimento, ci sentiamo a casa resta ignoto, ma molto attraente.
Resteremo, qui e ora, a vegliare; non importa se occorrerà tutta questa notte per poi solo intravedere la Luce che sorge e riscalda. Metteremo la mano sulla bocca e ascolteremo il silenzio, il vagito, la ninna-nanna di una mamma.
E se ancora le stelle e la luna, là, in alto, ci sorprenderanno, ritornati bambini, seduti accanto al fuoco che danza nel camino, ascolteremo il racconto della nascita di un Principe e, poi, ci addormenteremo sognando di cantare per lui l’antico inno dei pellegrini alla ricerca del loro unico Signore, ricco di pace.
Ed ecco la Stella sorridere e nella mangiatoia un bimbo ci guarda. E noi, a lui: Chi sei Tu?
C’È UNA NOTTE, QUESTA…
Santo Natale 2022
C’è una notte, questa, dove non si può non guardare le stelle
là, in alto, nel cielo, e non tentare di contarle, cercandone una
che possa stare sopra una mangiatoia e illuminare come la luna.
Sarà la stella apparsa a tre uomini col naso sempre all’insù
disorientati dalla moltitudine di antiche parole scritte e cantate
con la mano sulla bocca per ascoltare il silenzio che cammina.
Sorride grandemente, passando di cielo in cielo senza mai mutar
nel suo colore d’oro e d’argento, esitando d’andar oltre se solo
i tre osservano là dove le tenebre non parlano, ma fan perdere.
Qualcuno l’attende dopo averla sognata, e ora sta vigile, attento
insieme a colei che l’annuncio celeste ha rivestito di bellezza
e gli oracoli hanno decorato di maestà come regina che viene.
Belar di greggi nell’oscurità che tutto adombra e ammutolisce
fuochi timidi in bivacchi improvvisati scaldan mani fredde
e volti stanchi che raccontano quel che vide il parente profeta.
Dintorno i villaggi dormono, mentre i randagi s’aggirano
e le ultime donne massaie s’attardano con misure di farina
e panni da rammendare, conti da far tornare per l’indomani.
Un pagliericcio, una culla tiene occupato un uomo barbuto
dagli occhi scuri e teneri, immerso nella ninna nanna della donna
che ha partorito un figlio dell’alleanza, dell’amore e dell’angelo.
I loro occhi sono incantati, ammirano e nulla dicono del neonato
che presto i principi adoreranno, che i custodi vorranno vedere
che il Messaggero indicherà nato per la gloria di Dio e della Terra.
Ed ecco la stella adagiarsi sul natale tanto atteso, alto desiderio
delle genti, e brillare nella notte popolata di cori e veloci passi
risa di gioia e di festa contagiosa tra quanti sono li per chiamata.
Arde la luce e i doni ai piedi del neonato fan presagire una corona
mentre quelli preziosi dei tre uomini, amici della cometa, incutono
timore e rispetto, anche se stanno con la fronte sulla piccola mano.
Notte, questa, dove lasciare che sia il Cielo a entrare in ogni casa
famiglia umana, per fugare la paura di non avere più un cuore
per scoprire che ci sarà sempre una stella lanterna per i nostri passi.
Cerchiamo la stella, seguiamo la stella, non lasciamola sola, al gelo
affinché non ci manchi la guida, il coraggio di una vita che accoglie
il dono quotidiano dell’Emmanuele, fatto per noi luce e calore.
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