Prologo:
È un inganno quotidiano,
un furto con destrezza
della nostra polpa più profonda,
questo incessante martellare del mondo
sulla testa delle parole-luce
per fare posto
alle parole infestanti,
roditori di vite
sfasciume.
Nei vagoni piombati
delle detenzioni di massa
la vita s’affanna
e i pensieri si spengono
in piedi come i cavalli.
Deragliare.
C’è un altro mondo di fiati e salive
fuori dalle feritoie,
frutteti di percalle,
alberi carichi di parole in sboccio
e di parole emostatiche
mentre i binari corrono
– destinazione tombale.
Disertare
con la parola che divide le acque del Mar Rosso
e ci guida in quel mondo
dove siamo padri e figli
madri e sorelle
fratelli anche
nello scorrere del poema incessante
rigagnoli, ruscelli e affluenti
in corsa insieme verso un mare grosso
che non uccide
comprende.
***
Nessun dolore tutto dolore
La circonvoluzione del rapace nell’azzurro
leggerezza alare
appare e scompare
Nessun dolore
Sorseggiare acqua insieme alla begonia rossa
come tra vecchi amici
senza sprecarne una goccia
Nessun dolore
Camminare col calicanto in corpo [ringraziare]
Masticare piano tra le dita
i semi del basilico fiorito
darne giaciglio,
terriccio e torba sotto le unghie [germinare]
L’erba spappolata sotto alla brina
la nostra assenza
il nostro brivido lungo la schiena
Tutto è dolore
Il randagio al parco
con gli occhi umidi bastonati di fresco,
gli occhi dei bisonti frustati a sangue
che Rosa Luxemburg vide dalla prigione
Tutto
è dolore
Occhi rossi di pianto [disperare]
Occhi che non sanno perché
i calci
i denti rotti
le zolle in bocca [dissodare]
Eterna preghiera.
***
Il primo ministro[1] assicura che occorrono
centoventi giorni per i ricambi
centoventi giorni per produrre
diecimila soldati nuovi.
Il ciclo produttivo di un suinetto
in un efficiente allevamento intensivo
è di centottanta giorni
prima della macellazione.
Il ciclo produttivo di un agnello pasquale
è di cinquanta giorni.
Stiamo nel mezzo tra pecore e maiali:
centoventi giorni per produrre soldati
da ragazzi da poco svezzati
coi primi amori, le passioni, le illusioni
e il sesso a boccali.
L’umano è deflagrato secco
nelle schegge di un missile
La polvere di ciò che resta
è uno sputo in faccia al cielo.
Bartolomeo Bellanova nasce a
Bologna, dopo un percorso di studi finanziari si avvicina alla letteratura e pubblica
i romanzi La fuga e il risveglio (Albatros Il Filo 2009) e Ogni lacrima è degna
(In.Edit 2012). Partecipata ad antologie poetiche tra cui Sotto il cielo di
Lampedusa - Annegati da respingimento (Rayuela 2014), Sotto il cielo di
Lampedusa – Nessun uomo è un’isola (Rayuela 2015) e Distanze obliterale –
Generazioni di poesie sulla rete (Puntoacapo 2021). Fa parte della redazione
della rivista culturale lamacchinasognante (www.lamacchinasognante.com) nata
nel 2015, della quale è stato tra i fondatori. Ha pubblicato la raccolta poetica A perdicuore
– Versi Scomposti e liberati (David and Matthaus 2015). É
uno dei curatori dell’antologia Muovimenti – Segnali da un mondo viandante (Terre
d’Ulivi 2016) che contiene gli scritti di 46 autori provenienti da 16 Paesi del
mondo, attori in prima persona di fenomeni migratori. Ha pubblicato la silloge
poetica Gocce insorgenti (Terre d’Ulivi 2017) e il suo terzo romanzo La storia
scartata (Terre d’Ulivi 2018), intorno al quale ha in corso progetti con alcune
scuole bolognesi. Ad aprile 2021 è stata pubblicata la raccolta poetica Diramazioni
(Ensemble). Perdite (Puntoacapo Editore) è il suo ultimo lavoro poetico.
[1] Il riferimento è a una dichiarazione
del primo ministro inglese Boris Johnson del 17 giugno 2022
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