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«Conoscere in profondità e rappresentare in bellezza»: le parole di Thomas Mann definiscono in maniera lapidaria letteratura e arti. Converrebbe forse mitigarle con queste di Hofmannsthal: «La profondità va nascosta. Dove? Alla superficie».
2
La poesia non può compiutamente esprimere l’indecifrabile che rimane tale, ma di continuo lo corteggia, lo sollecita, lo sfiora. Interrogando l’inafferrabile, il poeta riceve risposte in forma di domande. Afferma sibillino e allo stesso tempo perentorio Karl Kraus: «artista è soltanto chi sa fare della soluzione un enigma».
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La scrittura trova spesso origine e spunto da libri, idee, fatti, il suo compito non consiste solo nel «Risvegliare dal nulla la parola» (Alfonso Gatto).
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Finzione non è sinonimo di inganno bugia e falsità, ma di immaginazione fantasia e invenzione. Un libro ci inganna se non mantiene le sue promesse, non è coerente con i propositi, se ci fa perdere tempo tradendo se stesso insieme ai suoi lettori.
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«Perché perché perché / dev’essere il mondo qual è?», si chiede Arturo Onofri. È una domanda che contiene forse l’impulso primario verso la scrittura. All’origine della letteratura sta un gesto incruento di ribellione, la voglia di creare mondi nuovi e universi alternativi.
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Anche nei momenti più difficili e aspri, l’arte mantiene un valore consolatorio e rassicurante, perciò: «…qualunque cosa accada - / se fornicazione e fuoco e caos sulla terra, / ricorda sempre, o fratello, queste parole: / Dài profumo al fiore» Un consiglio prezioso, questo del Nobel Martinson ma, come dimostra la sua drammatica morte, arduo da realizzare.
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Tradizione e innovazione in letteratura quasi si equivalgono, qualsiasi deviazione dalla norma si trasforma prima o poi in regola.
8
L’argomento che scegliamo determina il valore della nostra opera, ma fondamentale risulta il modo in cui ce ne occupiamo.
9
Il motto di Dürer «Un buon pittore, dentro, è pieno di figure» vale anche per i narratori (pieni di storie e di trame) e per i poeti (di immagini e di musiche in forma di parole).
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Per Alessandro Ramberti il poeta è come uno scultore, la cui materia da forgiare è quasi impalpabile: «Il poeta scolpisce il silenzio».
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Moltiplicare e variare i punti di vista, mimetizzarsi, mettersi nei panni e dalla parte di altri, uomini, animali, oggetti apparentemente inanimati, dare loro voce, fare un passo indietro, lasciare ad altri il centro della scena, diventare altro da sé. Scrive Franco Arminio: «Sentire / il mondo / con gli occhi / di un uccello / con le zampe / di un cane».
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Il verso del cesenate Ferruccio Benzoni «non esiste grazia senza l’orrore» trova una specie di completamento e di spiegazione in questi del coetaneo (1949) poeta veronese Giuseppe Piccoli «ché dove suona il sole è sempre / pronta una macchia di sangue».
- Thomas Mann, Bilse e io, in Scritti minori, vol. XII di Tutte le opere, Mondadori, Milano, 1958, traduzione di Italo Alighiero Chiusano
- Hugo von Hofmannsthal, Il libro degli amici, a cura di Gabriella Bemporad, Adelphi, 1980
- Karl Kraus, Detti e contraddetti, a cura di Roberto Calasso, Bompiani, 1987
- Alfonso Gatto, In un soffio, da Poesie, Jaca Book, Milano, 1997
- Arturo Onofri, Interludio spasmodico, in Edoardo Sanguineti, Poesia italiana del Novecento, Einaudi, 1994
- Harry Martinson, Poesia, in Le erbe nella Thule, Einaudi, Torino, 1975, trad. di Giacomo Oreglia
- Albrecht Dürer, in Fedja Anzelewski, Dürer, Giunti Art Dossier n.14, 1987
- Alessandro Ramberti, Al largo, Fara Editore 2017
- Franco Arminio, Sentire, in Stato in luogo, Transeuropa Edizioni, 2012
- Ferruccio Benzoni, Di giugno, in Nuovi poeti contemporanei, a cura di Roberto Galaverni, Guaraldi, 1996
- Giuseppe Piccoli, Intonazione oggettiva, in Una strana polvere (altre voci per i nostri anni) a cura di Paolo Lagazzi e Stefano Lecchini, Campanotto Editore, 1994
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