Questo niente che taglia
Ad un agio di scarpa
Calpesta,
La voce del cielo
L'appello, ignorato
A un'umana infiorescenza.
***
Era solo un piccolo livido.
Un inconveniente da scattivare
e del frutto, rimane
la nostalgia di semi.
L'intestino di un merlo,
un capriccio del vento, ma intanto
che si prova a volare,
apre le braccia, la terra.
Mette un fiore, dove si cade.
***
Se è tutto un dire di fiato
è solo acqua che stilla
da un muro di tempia.
La mappa dirama
in una sola parola
nel cuore, tra i buchi
di battiti spinti fuori.
La bellezza dell’intaglio
si vede controluce.
***
Se ti fisso, volto
di campo incolto
dico, purtroppo.
Se digiuna t’attendo
tenero trifoglio,
sulla sommità di un formicaio
vorrei il risveglio
Al ciuffo d’erba
dire, menomale
per questa zolla
che si lascia abitare.
Cristina Martini (Empoli 1974)
Frequenta la Scuola di Poesia del poeta Massimiliano Bardotti
Nessun commento:
Posta un commento